Mattia è l’unico dei “12” a non essere stato chiamato da Gesù, ma dagli altri apostoli, secondo quanto è scritto negli Atti(1,15-26) :
« In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era circa centoventi) e disse:
“Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere. La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue. Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: La sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti, il suo incarico lo prenda un altro. Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione”. Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. Allora essi pregarono dicendo: “Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostraci quale di questi due hai designato a prendere il posto in questo ministero e apostolato che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto da lui scelto”.
Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli. »
Mattia pur non avendo ricevuto direttamente la chiamata da Gesù, è stato, tuttavia, con Lui dall’inizio alla fine della sua vita pubblica, diventando poi testimone della sua morte e risurrezione. Il nome di Mattia compare soltanto nei versetti 23 e 26 del primo capitolo degli Atti. Poi, non si sa più nulla di certo: ci sono solo racconti tradizionali, privi di qualsiasi supporto storico, che parlano della sua predicazione e della sua morte per la fede in Gesù Cristo, ma con totale discordanza sui luoghi: chi dice in Giudea, chi invece in Etiopia.
Lo storico della Chiesa, Eusebio di Cesarea (ca. 265 - ca. 340), nella sua Storia ecclesiastica, rileva che non esiste alcun elenco dei settanta discepoli di Gesù (distinti dagli apostoli) e aggiunge: “Si racconta anche che Mattia, che fu aggregato al gruppo degli apostoli al posto di Giuda, ed anche il suo compagno che ebbe l’onore di simile candidatura, furono giudicati degni della stessa scelta tra i settanta”(1,12). Dunque Mattia dovrebbe aver fatto parte di quella spedizione di 72 discepoli che Gesù mandò a due a due davanti a sé per predicare in ogni città e luogo dove stava per recarsi, e che tornarono entusiasti dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome” (Lc 10,17).
Tutte le ulteriori informazioni concernenti la vita e la morte di Mattia sono vaghe e contraddittorie.
Secondo Niceforo, egli predicò prima in Giudea e poi in Etiopia e quindi fu crocifisso.
La Sinossi di Doroteo contiene questa tradizione: « Mattia predicò il Vangelo all'interno dell'Etiopia, dove è porto sul mare di Hyssus ed il fiume Phasis, agli uomini barbari e carnivori. Poi morto a Sebastopoli, ed è sepolto qui presso il tempio del Sole »
Sempre un'altra tradizione ci tramanda che Mattia fu lapidato a Gerusalemme dai giudei, e poi decapitato.
È stato detto che sant’Elena Imperatrice portò le reliquie di S. Mattia a Roma : queste sono nell’urna di porfido dell’altare maggiore nella Basilica di S. Maria Maggiore; il capo è conservato negli armadi, con cancelletti di bronzo dorato, ordinati da Benedetto XIV. Altre reliquie sono riposte nella cattedrale di Treviri (Colonia) dove S. Mattia è venerato come Patrono.
Sebbene le tradizioni parlino di Mattia evangelizzatore in Medio Oriente ed in Africa, il suo nome aveva raggiunto, già nei primissimi secoli, l’Europa settentrionale.
Significato del nome Mattia : “uomo di Dio” (ebraico).
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