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venerdì 11 maggio 2012

1509 - Commento al Vangelo del 11/5/2012


Dal Vangelo secondo Giovanni (15,12-17)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Le nuove teorie o dottrine che circolano all’interno della Chiesa e che partono dal basso -intendo dai credenti, ma senza escludere l’intervento di quello che sta ancora più in basso, nell’inferno-, parlano tanto di amore ma senza contenuto. Sono parole che volano, è una ipocrita ostentazione per ricevere applausi e allargare la circonferenza del proprio Io.
Un po’ ovunque oggi si parla di Gesù, di amore universale, di misericordia, di carità che tutto copre (proprio tutto…), ma il contenuto non c’è, si presenta una facciata imbiancata come i sepolcri indicati dal Signore, e non c’è la pratica di quanto si afferma. Questa è la vera manipolazione delle coscienze, compiuta con una astuzia non umana, sembra la stessa presenza di satana in determinati cristiani che insegnano l’opposto della Verità del Vangelo.
In tutte le sètte si parla di amore, anche tra i buddisti e i testimoni di Geova, inoltre nelle comunità protestanti o evangeliche sparse nel mondo, ma non è l’Amore indicato da Gesù. Si potrebbe indicare buona la pratica tra i protestanti o evangelici, e può anche avvenire ma se avviene è in modo distorto, perché essi non credono nell’importanza del sacrificio e delle buone opere, non credono nella mediazione della Chiesa, nell’intercessione dei Sacerdoti e dei credenti.
Un cristiano che non ama è un cembalo o tamburello che emette rumori disarmonici e stonati.
Il cristiano ama sempre, perdona almeno nel suo cuore ogni ingiustizia e cattiveria, risponde con la carità, la quale non và mai disgiunta dalla verità. Non è facile amare tutti, per esempio c’è chi avverte moti di antipatia verso qualcuno e deve pregare per avere la capacità di amare, andando poi incontro alla persona che può suscitare negli altri in modo naturale pensieri di avversità. Non è facile neanche dimenticare le ingiustizie e le cattiverie subite, occorre la Grazia di Dio per superare l’istinto ribelle presente in noi.
Noi credenti siamo chiamati ad una lotta spirituale contro noi stessi e i diavoli, siamo attaccati dall’interno e dall’esterno, ma rimane più facile controllare i diavoli che le interiori spinte emotive o tendenze istintive.
Quanti errori di valutazione e di scelte si compiono perché spinti dall’interiore convinzione sbagliata? Ho già evidenziato l’importanza del discernimento che si ottiene dopo anni di Sacramenti, mortificazioni, penitenze e preghiere, ma non bisogna mai sentirsi sicuri all’arrivo di un’ispirazione. Mettetevi sempre davanti al Tabernacolo e chiamate Gesù Eucaristia, implorate la sua Luce e l’invio dello Spirito Santo. Imploratelo con umiltà, non come avviene tra i Pentecostali che pretendono la venuta dello Spirito, come se Lo obbligassero. Questo è un errore gravissimo.
Un esercizio anch’esso importante è amare sempre tutti, magari all’esterno non si manifesta pienamente, ma il cuore deve contenere solo amore. E chi ama compie un cammino spirituale spedito e sicuro. Le Grazie che riceve sono abbondantissime. Invece chi non ama o ama a corrente alternata, è come un paralitico nella Fede, fermo allo stesso posto.
Ieri abbiamo letto la testimonianza di Christian, la loro vera conversione a Medjugorje, ma poteva avvenire anche nella loro Chiesa, la condizione per la moglie aprirsi alla Grazia di Dio però era determinato dall’incontro con una testimone credibile, che manifestava l’Amore di Dio con le sue parole sempre coerenti e mai distorte in 31 anni. Neanche nelle virgole. La persona che ha testimoniato l’Amore di Dio in quel caso è stata Mirjana. Leggiamo un’altra riflessione pure interessante.
“Caro Padre Giulio, questa storia di conversione la sento nel mio cuore autentica e fondamentalmente  degna di essere testimoniata. Io penso sempre che per chi va a Medjugorje ciò che conta è cosa riporta a casa e non il proposito di ritornarci quasi che incominciasse un nuovo itinerario. Ciò che si dovrebbe portare a casa è la vera conversione del cuore, esattamente ciò che serve al nostro cuore per  vivere la nostra  vita nel nostro ambiente, nella nostra  casa , in mezzo alle persone che il Signore ha destinato a noi. Sono sicura che andare dalla Regina della Pace deve essere un incontro unico, irripetibile, quello che veramente ti fa sentire di avere poi un cuore di carne e non di pietra. Grazie Padre Giulio. Stella”.
Giustamente scrive che non è importante andare di continuo a Medjugorje senza convertirsi mai, bisogna innestare nella propria vita, portare nella famiglia e nel proprio ambiente la spiritualità che insegna la Madonna a Medjugorje. Solo così cambieremo le famiglie, la parrocchia, l’ambiente di lavoro e speriamo anche il mondo…

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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