+ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al Cielo, se non Colui che è disceso dal Cielo, il Figlio dell’Uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi è la festa liturgica della Croce, sembra un paradosso per noi cristiani esaltare la Croce , per questo necessita una spiegazione chiara. Nella mentalità del mondo si aborrisce la croce, basta citarla per spaventarsi, se non per andare nel panico. Anche moltissimi cristiani poco osservanti non conoscono il significato reale della Croce, si vede quando fanno il segno della Croce in modo impacciato e senza alcun riferimento alla Santissima Trinità.
Il primo punto da valutare è il rifiuto della croce -come la intende il mondo-, da parte di tutti quelli che non conoscono il Vangelo di Gesù. I cristiani dovrebbero conoscere il modo di saper portare le proprie croci, invece non conoscono o rifiutano anche il simbolo della Croce perché vi vedono esclusivamente la sofferenza.
È inutile quanto detto da Gesù? “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
Ma in una circostanza precedente, quando Gesù, “chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità” (Mt 10,1), aggiunse un avvertimento determinante per chi vuol seguirlo nella Verità: “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38).
Ogni essere umano ha almeno una croce da portare, ma cerca di dimenticarla con ogni forma di trasgressione. Pochi non credenti accettano la croce però non ne danno il significato spirituale. La differenza con i cristiani è che noi sappiamo che la croce o più croci che portiamo per colpa di altri o per i nostri sbagliati comportamenti, è redenzione, espiazione dei nostri peccati, è purificazione da ogni vizio, passione disordinata, cattive inclinazioni.
La festa di oggi sbigottisce i non credenti, essi non possono capire la nostra gioia nell’esaltare la Croce di Gesù, simbolo della nostra salvezza. Hanno sempre davanti agli occhi i chiodi conficcati nelle mani e nei piedi di Gesù ed indicano in essa un significato esclusivamente negativo. Come possono allora i cristiani sublimare la Croce ? Tutti davanti ad una qualsiasi croce fuggono perché la sofferenza non rende felice nessuno, ma noi cristiani non cerchiamo la croce, l’accettiamo quando si presenta e la portiamo con amore.
L'esaltazione della Santa Croce, attraverso Gesù, spiega che la croce inteso come strumento di condanna, viene trasformato da Dio in vessillo di vittoria, ci permette di trasfigurarci, di entrare in intimità con Dio.
La croce intesa come sofferenza arriva da più parti, alle volte la causa viene proprio da noi, siamo noi a causare il sorgere di una croce per errori o comportamenti avventati. Il linguaggio sciolto è pure una causa di incomprensioni e spesso di litigi pesanti che arrecano sofferenze. E sono croci da portare. La mancata conoscenza personale fa agire in modo avventato ed è grave non riuscire a vedere gli errori che si commettono per la superbia della vita.
In molte circostanze si vedono persone che sbagliano gravemente e non vedono i loro errori, non riescono a focalizzare la loro reale situazione spirituale e si ingannano credendosi innocenti e vittime. Ci sono le persone innocenti e vittime di cattiverie, invece mi riferisco a quanti sbagliano gravemente e non se ne rendono conto, non hanno la spiritualità né la capacità di vedere e riconoscere i loro gravissimi sbagli. Sono così pieni di sé da non capire quanti errori commettono.
Poi ci sono le croci che arrivano dalle malattie o da fattori esterni: molte croci nascono proprio da queste situazioni e sono dolorose per coloro che non pregano e non trovano mai la pace interiore. Una malattia si sopporta serenamente se si prega, altrimenti scoppia l’inferno… La preghiera non solo porta la pace interiore e la forza per lottare, ma può causare anche il miracolo della guarigione.
Molte croci si formano in famiglia… e c’è sempre qualcuno tra genitori e figli che agisce senza amore e fa soffrire i familiari. Spesso le incomprensioni tra coniugi arrecano intense e soffocate sofferenze in uno dei due, la soluzione è il dialogo, l’apertura totale del proprio cuore al coniuge e l’amicizia che deve essere il perno su cui poggia il matrimonio. Una coppia di sposi deve vivere nella complicità di tutte le loro scelte. Il coniuge che non apre pienamente il proprio cuore mostra di non voler amare pienamente. La famiglia che non prega è più colpita da croci insopportabili perché non trovano il modo per alleggerirle.
Un po’ ovunque si possono trovare croci, alle volte sembra che siano collocate da qualcuno davanti a noi in attesa di colpirci…
Il significato che il Cristianesimo dà alle croci è sublime, non è uno schiacciamento ma una redenzione. Quando arriva una sofferenza la persona si ferma… rientra in se stessa e si guarda allo specchio… Non è già una Grazia questa?
Per noi cristiani la croce che portiamo non è una tortura, non mette tristezza, questo ovviamente dipende dalla spiritualità di ognuno. Le nostre piccole o grandi croci si uniscono alla Croce che oggi esaltiamo, solo così riusciamo a vincere le avversità, le malattie, ogni forma di sofferenza, le tentazioni e cresciamo spiritualmente… Diventiamo più divinizzati perché perdiamo la vecchia mentalità umana e incline al male.
Dove non c’è una croce che si porta silenziosamente sulle spalle, non c’è Gesù e non si vive il suo Vangelo.
Molti appaiono come persone sconfitte o schiacciate da una croce che portano e non riescono a sopportarla, si vede subito che non hanno fatto ricorso alla preghiera e non si fanno sostenere da Gesù. Quando una persona si trova nella sofferenza e chiama Gesù, Lui alleggerisce la croce perché la solleva e l’addolcisce, la trasforma in mezzo di santificazione.
Per esempio, Padre Pio portò per cinquant’anni le stimmate, piaghe dolorosissime perché aperte e sanguinanti, non riusciva a poggiare i piedi e nel corridoio li strisciava per sopportare meglio la sofferenza. Lui offriva queste sofferenze che causavano sofferenze inaudite e Gesù in cambio convertiva anime e donava fiumi di miracoli per intercessione della Madonna. Ecco come è diventato grande Padre Pio, egli ha vissuto la vera spiritualità della Croce!
Se penso invece ad altri cristiani che non accettano la sofferenza come intende Gesù e che è espiazione, si capisce perché rifiutano le cure!
Chi non accetta fino all’estremo la malattia o altre sofferenze che causano anche molta tribolazione, non ha mai conosciuto il vero Gesù Cristo, non è mai entrato nella vita ascetica e non può capire la vita mistica. Non bastano le belle parole, occorrono le prove della sua vita per autenticare quello che si dice o si scrive. Rifiutare una croce significa non avere la capacità di sopportarla e senza questa capacità si mostra di non avere lo Spirito Santo, non si ha la Grazia sufficiente per sublimare la croce che si sta portando.
Chi comprende la croce, l’accetta con amore. E non tutti sono chiamati a vivere come Padre Pio, infatti Gesù pesa la croce di ognuno.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
-----------------
Grazie, Padre Giulio Maria.
RispondiEliminaVorrei aggiungere che Gesù Cristo, con queste parole, ci fa conoscer la possibilità di "portare dietro a lui" la nostra croce, camminando speditamente per le vie del mondo, come lui camminava speditamente per le vie della Palestina. Non vuole che abbandoniamo la croce, non vuole che ne restiamo schiacciati come i pagani, vuole invece che la portiamo dietro a lui e rinneghiamo noi stessi che pensiamo di non farcela.
Buona giornata.
Giovanni Conforti
La ringrazio del suo commento che ho inoltrato a padre Giulio Maria Scozzaro. Le auguro una santa domenica. Gianandrea (curatore blog)
RispondiElimina