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lunedì 3 settembre 2012

1777 - Commento al Vangelo del 3/9/2012


+ Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il Figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Quanto viene descritto oggi nel Vangelo, segue i quaranta giorni di Gesù trascorse nel deserto con le tre tentazioni di satana e l’inizio della vita pubblica. Superate le tre tentazioni a cui volle sottoporsi volontariamente perché satana doveva provare a corromperlo come fa con tutti gli esseri umani, Gesù cominciò un vasto apostolato e in poco tempo visitò numerose città.
I due versetti che precedono il Vangelo di oggi infatti affermano: “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi” (14-15).
Tutta la regione già conosceva il potente Profeta che faceva grandi miracoli ed insegnava una nuova dottrina fondata sul perdono e sulla misericordia. Poteva essere individuata per certi versi opposta a quella dell’Antico Testamento, ma Gesù era venuto proprio per completare la prima rivelazione di Dio, infatti molto spesso nei suoi discorsi usava l’introduzione: “Avete inteso che fu detto agli antichi…” (Mt 5,21), per poi aggiungere: “Ma Io vi dico…”.
Trascrivo alcuni nuovi insegnamenti di Gesù che gli ebrei non conoscevano: “Ma Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44). “Ma Io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (Mt 12,36).
I grandi miracoli e gli insegnamenti che aveva operato nella regione, oltre a suscitare clamore per la sua presenza, fece drizzare le orecchie ai suoi compaesani. Il motivo non è solo la conoscenza della sua Famiglia umana, la sorpresa più grande è di sapere che quel Gesù buono, riservato, contemplativo, lavoratore, era di colpo diventato un grande Profeta e addirittura operava grandi miracoli. Questo li rendeva confusi e invidiosi, proprio uno di loro era diventato famoso e non lo meritava…
In pratica volevano essere loro a stabilire le cose, ad aggiustare la situazione… Anche oggi si fa così…
Ma Gesù li và a trovare… a casa loro. Si reca appositamente a Nazareth per incontrare sua Madre e restare un po’ con Lei, ma dei compaesani sapeva della durezza del cuore e dell’invidia che li divorava. Forse una persona normale avrebbe evitato di recarsi alla sinagoga per non incontrarli e non entrare in polemica, non avrebbe forzato la mano, invece Gesù scelse la via della verità perché Lui era la Verità che tutti dovevano conoscere. Si recò alla sinagoga.
Non si limitò a pregare o ad ascoltare, prese il rotolo di Isaia e lesse quel passo che annuncia la venuta del Messia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».
I nazaretani aspettavano il commento a quella citazione, invece Gesù addita se stesso come Colui di cui parla Isaia, si proclama il Messia atteso.
Proprio nel suo paese annuncia la venuta del nuovo Regno messianico, non lo fa per sfidarli o per imporsi, li avvisa, confessa apertamente cosa sta compiendo e la sua vera identità. Lo fa senza paura, senza sperare in una accoglienza festosa, Egli invece sapeva che Lo disapprovavano e Lo diffamavano. Proprio i suoi conoscenti.
Come è grandemente infinito Gesù che non cerca applausi e non cerca di scendere a compromessi con il mondo pagano, non ignora la sua identità per ricevere complimenti, al contrario svela tutto chiaramente proprio lì dove sarebbe stato umanamente prudente non farlo. Ma Gesù sapeva che era opportuno rivelarsi principalmente lì dove era conosciuto solamente come un Uomo buono e mite.
Era cresciuto nella Santa Famiglia e tutti conoscevano Gesù e la sua umile disponibilità, la sua vita contemplativa Lo rendeva agli occhi di tutti elevato e spirituale, ma nessuno poteva immaginarsi di ritrovarlo nella sinagoga mentre annuncia di essere Lui il Messia attesa da millenni dagli ebrei. Tutti vivevano di aspettative diverse, migliori per Israele, come un grande re, un politico trascinatore, un rivoluzionario per combattere Roma, invece… il mite Gesù annuncia a tutti loro, sbigottiti e sdegnati, che Dio si rivelava in Lui. E non sapevano ancora che Lui era in realtà Figlio di Dio, vero Dio eterno!
Che coraggio aveva Gesù! Non fece mai calcoli umani e troppe volte corse il rischio di subire linciaggi.
Oltre alle cattive parole che gli rivolgevano i suoi compaesani, non contenti e infuriati contro quel “pazzo”, Lo spinsero fuori dalla città fino a portarlo “sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.
Quello che ha fatto Gesù nella sinagoga di Nazareth sono chiamati a farlo tutti i cristiani, dal Papa, i Cardinali, i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, fino al più piccolo credente: la verità del Vangelo và annunciata sempre e in ogni circostanza opportuna, senza paura e senza rispetto umano, cioè, senza avere paura del giudizio degli altri.
Chi fa questo è vero seguace di Gesù e autentico cristiano, chi invece sceglie di tacere la Verità per prendere applausi non è mai stato vero seguace di Gesù Cristo, ha invece seguito le sue opinioni. Non c’è via di mezzo, non c’è altro modo per mostrare la propria autenticità cristiana, se non rimanendo fedeli alla sana dottrina della Chiesa, senza manipolarla per ricevere ovazioni da quanti non vogliono seguire Gesù Cristo nella verità.
Chi vive nella verità non ha paura della reazione degli altri e il Sacerdote oltre a vivere sempre nella verità, deve gridare la verità. Non deve mai temere quando si tratta di difendere Gesù e la Chiesa da quanti tradiscono il Vangelo.
Il nostro modello è Gesù, dobbiamo studiare bene la sua Vita, Egli non ha avuto timore di annunciare la verità anche nel luogo più pericoloso per Lui, diventato pericoloso per la sua veritiera testimonianza perché in effetti era attorniato da persone che Lo conoscevano da decenni.
Se noi rimaniamo in comunione spirituale con Gesù e la Madonna, chi potrà farci del male?
Potranno diffamarci o odiarci, ed è una reazione velenosa e rabbiosa, che si contrappone alla nostra vita mite, gioiosa e pacifica. Chi è dominato dallo spirito del male, non riesce a controllare la sua lingua e ripete ciò che ispira satana per distruggere una persona, come i nazaretani fecero contro Gesù. Ma noi non temiamo.
Accogliamo queste parole della Madonna estratte dal messaggio di ieri a Medjugorje: Vi chiamo perché ho bisogno di voi. Accettate la missione e non temete: vi renderò forti. Vi riempirò delle mie Grazie. Col mio Amore vi proteggerò dallo spirito del male. Sarò con voi.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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