+ Dal Vangelo secondo Giovanni (20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario -che era stato sul suo capo- non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Tra i Dodici, Gesù aveva un amore particolare per Giovanni, questo ci indica che il Signore guarda ciò che siamo dentro, non tanto le parole che si pronunciano nel suo Nome o le attività di apostolato. Anche nell’apostolato può nascondersi l’insidia della compiacenza, dell’amor proprio.
Gesù trovava in Giovanni l’innocenza, la purezza, la docilità dei buoni, ecco la ragione dell’amore verso questo Apostolo.
Tra tutti i Dodici è stato Giovanni ad adorare incessantemente la presenza di Dio nel mondo, e quanto di spirituale descrisse nel suo Vangelo, manifesta anche le incalcolabili Grazie ricevute proprio per l’adorazione del Maestro nei tre anni di conoscenza. La sua fedeltà totale a Gesù presuppone una mansuetudine che è propria dei bambini, quelli ancora innocenti anche nei pensieri.
Egli aveva lasciato il padre sulla barca con i suoi garzoni per seguire Gesù, e lo fece con amore indiviso, esclusivo.
Questo è l’amore che desidera il Signore soprattutto dai suoi Ministri, chiede un amore totale, una vicinanza sincera e purificata dagli interessi mondani. In San Giovanni, e in tutti, la vocazione dà senso anche al più piccolo fatto. La vita intera è impegnata dai piani che il Signore ha su ciascuno di noi.
Tutta la vita di Giovanni era concentrata in Gesù, suo Signore e Maestro, trovò lo scopo della sua vita nell’essere fedele a Gesù. Non oppose alcuna resistenza alla chiamata, e seppe stare sul Calvario quando tutti gli altri erano scomparsi.
Così deve essere la nostra vita, dal momento che, benché il Signore rivolga poi chiamate speciali, l’intera sua predicazione è già una vocazione, un invito a seguirlo in una vita nuova di cui Egli possiede il segreto.
Il Signore ha chiamato tutti noi -alcuni con una vocazione specifica- a seguirlo, a imitarlo, e a proseguire nel mondo l’opera della sua Redenzione. E da tutti attende una fedeltà allegra e ferma, come fu quella dell’Apostolo Giovanni. Anche nei momenti difficili.
Come Pietro, Giovanni ricevette dal Signore particolari dimostrazioni di amicizia e confidenza. L’Evangelista definisce discretamente se stesso “il discepolo che Gesù amava”. Gesù, quindi, gli portava uno speciale affetto. Prova ne sia che, nel momento solenne dell’Ultima Cena, quando Gesù annuncia il tradimento di uno di loro, Giovanni non esita a domandare al Signore, poggiando il capo sul suo petto, il nome di colui che sta per tradire.
La suprema espressione di fiducia nel discepolo amato avviene quando, dalla Croce, il Maestro affida a lui l’amore più grande che abbia avuto sulla terra: la sua Santissima Madre. Se per Giovanni fu importante il momento in cui Gesù lo chiamò a seguirlo lasciando ogni cosa, ora, sul Calvario, riceve l’incarico più delicato: prendersi cura della Madre di Dio.
Giovanni è rimasto tre anni vicino a Gesù, ha mangiato molte volte con Lui, ha percorso tanti chilometri per la predicazione e ha ascoltato con meraviglia gli insegnamenti del Vangelo, ma non si è mai stancato né si è occupato di altro: tutta la sua adorazione la riservava per il Signore.
Il suo è stato un amore irresistibile che si può raggiungere solamente se è rivolto a Dio, un amore che non porta al successo umano, porta ad incontrare anche sofferenze e dolorose prove. Questa è stata la vita di Gesù, Egli non fu compreso dai cattivi, non fu amato da quanti non vollero rinunciare alla loro mentalità umana.
Quando si ama Gesù la vita cambia, si diventa una nuova creatura e gli interessi umani vengono purificati, i pensieri diventano spirituali.
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