GR 11 Commento Vangelo del 18.12.2017

(Mt 1,18-24)
Pur non avendo una laurea in Teologia, Gesù va nel tempio per insegnare le realtà del cielo e per manifestare l'amore misericordioso del Padre celeste. Lo studio della Teologia ti riempie la testa di nozioni e informazioni bibliche, ascetiche, mistiche ed ecclesiali, ma se non fai un cammino di fede non s'incontra mai Gesù Cristo e non si fa l'esperienza viva della vita eterna. 
L'autorità d'insegnare le realtà del cielo non ce la dà un foglio di carta, ma l'incontro personale con Cristo.
La cultura di Gesù non era libresca, ma era frutto dell'Unione intima che aveva con il Suo e nostro Padre celeste. I professori di Teologia erano diventati invidiosi di Gesù perchè la gente nel tempio ascoltava volentieri più Gesù che loro. L'invidia è una brutta bestia. Ho molta compassione di chi soffre d'invidia. L'invidioso vive senza la pace nel cuore. 
Girando per la predicazione il Signore mi dà la gioia di incontrare cristiani che parlano di Gesù non per sentito dire o per aver frequentato corsi di Teologia, ma perchè Gesù vive in loro e loro in Gesù. Quanta gioia mi danno questi fratelli e sorelle che amano veramente Gesù!
Quando ero parroco e ascoltavo i miei catechisti parlare di Gesù ai bambini o agli adulti, esultavo di gioia nel Signore. Una volta un vescovo, dopo aver sentito parlare uno dei miei catechisti sullo Spirito Santo, in privato mi chiese dove il catechista avesse studiato Teologia. Ed io risposi: "Qui in parrocchia!". Non è detto che gli studi teologici diano sempre l'autorità dall'alto per insegnare le VERITÀ di Dio. Senza una vera conversione a Cristo Gesù la voce di colui che insegna il Vangelo è come un cembalo che tintinna.
Una volta un Gesuita, avanti nell'età, professore di Teologia, mi disse: "Padre Lorenzo, ho fatto vera esperienza di Gesù Cristo più nel cammino neocatecumenale che come professore di Teologia".
Chi ha orecchi per intendere intenda. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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