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venerdì 30 novembre 2012

1981 - Commento al Vangelo del 30/11/2012


+ Dal Vangelo secondo Matteo (4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I primi due Apostoli che si abbandonarono a Gesù e poi abbandonarono tutto, furono Pietro e Andrea. La loro reazione al passaggio di Gesù e all'invito di lasciare tutto furono davvero sorprendenti. Non furono mossi dall'istinto ancora ben dominante in essi, la Persona del Signore li avvolse con lo Spirito che emanava e rimasero affascinati e conquistati. Senza ragionare oltre si abbandonarono a quell'Uomo buono e mite che parlava ai loro cuori e li trasformò.
Mi colpiscono molto queste poche parole: “Lasciarono la barca e il loro padre e Lo seguirono”.
In pratica lasciarono tutto, non si curarono della barca e della pesca, dei familiari e dei beni materiali, non pensarono a cosa andavano incontro. Gesù neanche a loro, anzi, soprattutto a loro non prometteva gloria umana né una vita facile, ma non svelava a quale altissima missione li stava portando. Da parte loro, i due fratelli non potevano minimamente immaginare a quali lotte spirituali li chiamava il Signore.
La prima lotta spirituale doveva avvenire interiormente, dovevano combattere contro i loro vizi e le passioni disordinate, era una lotta potente ma inefficiente se condotta da soli, però non erano più soli. Quando Gesù ci chiama a servirlo nello stato di vita in cui ci troviamo, ci accompagna sempre perché è impossibile compiere grandi opere cristiane senza la sua presenza.
Oltre la battaglia con i nemici interiori, erano chiamati ad affrontare maliziosi nemici visibili, determinati a tutto pur di farli tacere. Per tre anni insieme a Gesù non ebbero molti problemi diretti, era il Signore a risolvere con i suoi ammonimenti e le condanne ai suoi nemici, le persecuzioni e le diffamazioni che riversavano su di Lui. I due Apostoli fecero un buon tirocinio accanto a Gesù, umanamente si prepararono alle grandi battaglie che li attendevano ma che loro ancora non immaginavano.
Se avessero conosciuto subito a quale missione chiamava i grandi Apostoli in questi duemila anni, molti sarebbero morti di spavento!
Leggiamo con molta attenzione questa citazione di San Paolo: “E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la Grazia di Dio. Ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama.
Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri;
sconosciuti, eppure siamo notissimi;
moribondi, ed ecco viviamo;
puniti, ma non messi a morte;
afflitti, ma sempre lieti;
poveri, ma facciamo ricchi molti;
gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (2 Tess 6,1.4-10).
Se San Paolo e gli Apostoli furono ritenuti impostori e diffamati con un veleno micidiale, cosa ne sarà di noi?
C’è un prezzo da pagare quando si segue fedelmente Gesù, non sono sufficienti i Sacramenti e le preghiere, le rinunce e le virtù, bisogna dare di più se molto si è ricevuto da Lui. E tutti noi abbiamo ricevuto la Grazia della Fede che persiste e cresce, siamo suoi amici e mediatori, infatti, ogni volta che chiediamo qualcosa di spirituale o di guarigione fisica per gli altri, sempre Gesù risponde con la potenza del suo Spirito.
Noi subiamo diffamazioni e cattiverie, in cambio Gesù ci dà cento volte tanto in questa vita e poi la vita eterna.
La nostra fedeltà al suo Vangelo fa impazzire i diavoli e quelli che vivono in questa terra come diavoli. Sappiamo che nella Chiesa aumentano i gruppi di Sacerdoti che vogliono trasformare completamente il Vangelo e cambiare le leggi della Chiesa. Sacerdoti che purtroppo odiano letteralmente quanti rimangono fedeli al Vangelo storico e seguono la sana dottrina della Santa Chiesa. Si scatenano come matti, disprezzano e lanciano ogni forma di accusa contro tutti noi Sacerdoti che rimaniamo abbracciati al Vangelo storico.
E questo è solo l’inizio della passione che si appresta a vivere la Chiesa Cattolica
Come già abbiamo avuto modo di leggere, in Austria l’ex segretario del Cardinale di Vienna, Schönborn, da alcuni anni chiede con insistenza alla Santa Sede di modificare le leggi sul celibato per permettere ai Sacerdoti e ai Religiosi di sposarsi. Non è solo questa la ribellione di quasi duemila Sacerdoti dell’Austria, della Germania, degli Stati Uniti e di altre Nazioni contro il Papa e la sana dottrina della Chiesa, chiedono anche il ridimensionamento dell’Eucaristia, l’eliminazione della Confessione, una devozione minimalista (minima) alla Madonna, la trasformazione della Messa da Sacrificio a cena tra amici…
Che pena questi Sacerdoti! Tradire Gesù e la loro eccelsa vocazione per uno smisurato amor proprio.
Ma questo è il tempo del momentaneo trionfo di satana, anche la Chiesa è colpita dal paganesimo più radicale perché sono soprattutto i peccati e far sprofondare nell’abisso quanti non pregano più e chiedono una nuova chiesa a loro misura, secondo i loro desideri e tendenze. Leggiamo un articolo da un quotidiano:
«Preti e suore cattoliche di tutto il mondo si mobilitano contro il voto di castità e organizzano un meeting dei “dissidenti sessuali”, incontro da tenersi nel 2013 in Austria o in Germania. Ci sono le associazioni di Vescovi dei paesi di lingua tedesca, ma anche quelli irlandesi, statunitensi e indiani, che stanno tessendo sul web una rete di relazioni per portare in Vaticano una richiesta sentita, a loro dire, in tutto il mondo cattolico:dire basta al divieto al sesso.
A porsi alla testa di questo “movimento liquido” è l’associazione austriaca Pfarrer-Initiative (alla lettera, “Iniziativa dei sacerdoti”), che raccoglie circa 500 fra preti e diaconi. Il loro portavoce, padre Shuller, spiega: “Il celibato e il presbiterato femminile, non sono problemi tipicamente europei. Per questo è utile mettersi in rete. Con un convegno comune si vuole mostrare anche pubblicamente questa connessione”.
Principale interlocutore dell’associazione austriaca è un’omologa sigla irlandese, l’Association of catholic priests, alla quale sono iscritti circa 850 sacerdoti, mentre negli Stati Uniti l’interlocutore  è una sigla che raccoglie 750 sacerdoti. Il campo di battaglia dei dissidenti del XXI secolo sono i diritti civili: in testa c’è il voto di castità, ma nell’agenda c’è il matrimonio per i Religiosi».
Ho scritto sopra che Pietro e Andrea lasciarono tutto e seguirono Gesù, diventando grandi Santi, mentre i Vescovi e Sacerdoti ribelli al Papa e alla Chiesa non hanno lasciato la loro vecchia mentalità, vogliono la trasformazione della Chiesa.
I credenti che appoggiano questa ribellione convinti che anche i Sacerdoti hanno diritto a sposarsi, oltre a non conoscere il Vangelo e la sana dottrina della Chiesa, esprimono una falsa pietà nel difenderli frutto di inconsapevolezza.
C’è da porsi una domanda: è possibile per un Sacerdote o un Frate vivere castamente in questa società? È possibilissimo, basta mettere a tacere le passioni, fare molte rinunce per dominare la volontà, pregare molto, distaccarsi dalla mentalità e dalla vita mondana, controllare i sensi esterni con metodi che insegnano i Padri spirituali, controllare i sensi interni allontanando immediatamente i pensieri strani e fantasiosi, soprattutto le tentazioni che spingono prima dolcemente verso il peccato ma poi diventano violente.
La prima regola che deve osservare il cristiano è la fuga dalle occasioni di peccato.
Il Vescovo, il Sacerdote, il Frate o la Suora che non lottano in questo modo, non possono capire la straordinaria importanza della castità come purezza, non solo del corpo anche se è la più importante, anche della mente e del cuore. Vivere nella castità significa purificarsi di continuo, distruggere la carnalità presente nella persona e riempirsi dello Spirito Santo. Così divinizzati, si avverte con facilità l’ispirazione di Dio, si è capaci di intuire la realtà e si possiede un forte discernimento.
Invece oggi nei seminari la castità è un discorso non trattato, insegnano l’opposto con le nuove teorie moderniste. Un Vescovo anni fa nei colloqui con i penitenti esaltava la masturbazione, la favoriva perché non la considerava peccato. Il sesto Comandamento secondo lui è stato abolito: “Non commettere atti impuri”.
Il Catechismo afferma sulla castità: «La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana.
Il dominio di sé è un’opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l’infanzia e l’adolescenza.
La castità conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall’imperfezione e assai spesso dal peccato. L’uomo virtuoso e casto “si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita”.
La castità rappresenta un impegno eminentemente personale; implica anche uno sforzo culturale, poiché “il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società [sono] tra loro interdipendenti”. La castità suppone il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un’informazione ed un’educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana.
La castità è una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una Grazia, un frutto dello Spirito. Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo a colui che è stato rigenerato dall’acqua del Battesimo» (2341-2345).
Gesù parlava della castità agli Apostoli: “Vi sono eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il Regno dei Cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19,12). Gesù parla di tre categorie di eunuchi, ma evidenzia quelli “che si sono fatti eunuchi per il Regno dei Cieli”, è una terza categoria e certamente fa questa distinzione per rilevare ancor più il suo carattere volontario e soprannaturale. È una scelta personale vivere nella castità.
Volontario perché gli appartenenti a questa categoria “si sono fatti eunuchi”; soprannaturale, invece, perché l’hanno fatto “per il Regno dei Cieli”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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