+ Dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-16)
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri in poche famiglie si è festeggiato il papà, era la sua festa, come in un altro giorno si festeggia la mamma, ma ogni giorno dell’anno deve essere festa per il papa e la mamma. Il loro ruolo delicato e sempre più difficile in questa società condiscendente verso tutti i capricci dei figli e rammollita nella pratica delle virtù, i genitori rimangono il fermo riferimento dei giovani, soprattutto dei bambini.
Alcuni scienziati hanno detto che già a due anni si può comprendere l’attitudine che avrà il bambino da adulto, ma loro escludono l’intervento di Dio capace di trasformare un ramo secco in un maestoso albero. Certo, se viene a mancare il buon esempio dei genitori e il bambino si ritrova a frequentare amici con una forte tendenza alla disonestà, crescerà male.
Le ricorrenze del papà e della mamma possono aiutare i coniugi a riappropriarsi dei loro ruoli e di ricominciare ad essere di buon esempio. Ci sono quelli che non perdono mai la responsabilità di educatori dei propri figli ed ogni giorno per loro è una festa, anche se piena di preoccupazioni e qualche sofferenza. I genitori che pregano il Rosario e consacrano i loro figli al Cuore della Madonna, compiono il più grande atto di amore per essi.
Ieri è stata la festa del papà, c’è anche la figura del Padre spirituale che dedica tutta la sua vita ai molti figli generati nella più cruda sofferenza e attraverso mille tribolazioni.
Il Padre spirituale non ha bisogno di ricevere particolari auguri, tutto l’anno è una festa per lui per la sua comunione con Gesù e il ricordo giornaliero nella Messa e nella sua vita di tutti i figli spirituali affidati a lui. Ieri è arrivata una mail particolare, che trovo giusto per chi mi vuole bene, farla leggere.
“Padre Rev.mo, oggi, la Festa del Papà, mi permetto di inviarle i miei affettuosissimi auguri perché lei è padre stimato, apprezzato e amato da tutti noi suoi figli. Sono tanti i modi di generare alla vita, lei ha scelto il più difficile e impegnativo, dato che ci ha generato alla Grazia e continua pazientemente, ogni giorno, a nutrirci con la santa Parola di Dio. Sono certa che tanti di noi la consideriamo davvero un papà, soprattutto chi, come nel mio caso, non ha goduto dell'affetto e delle attenzioni di un padre.
Grazie per la sua pazienza;
grazie per la sua abnegazione;
grazie per la sua coerenza;
grazie per il suo coraggio;
grazie per la sua fede che tanto illumina le nostre giornate.
....e un GRAZIE a Nostro Signore per averci permesso di incontrarla nel nostro cammino.
Con filiale devozione. Luciana”.
Vi ho trovato una maturità spirituale notevole, perché afferma che il Padre spirituale genera nuovi figli a Gesù nel modo più difficile e impegnativo. I genitori naturali gioiscono quando vedono nascere un nuovo figlio, il Padre spirituale gioisce e soffre, perché le anime si strappano dalle grinfie di satana solo attraverso una lotta, non solamente con le preghiere e con le penitenze, occorre un amore sincero per le anime e una profonda Fede.
Voglio ringraziare tutti voi che mi scrivete messaggi ricolmi di vero amore e di stima sincera.
Tutti i vostri ringraziamenti e le manifestazioni di affetto le accolgo come autentici attestati della vostra nuova vita in Gesù e Maria. Tutto quello che io ricevo, lo rivolgo al Signore e alla Madre di Dio, perché grazie a Loro io ho questa spiritualità e una assoluta fedeltà al Vangelo e al Magistero della Chiesa. Tutto è dono di Gesù, è opera della consacrazione alla Madonna, per questo non ho alcun motivo di vantarmi o di compiacermi.
Mi considero un asino che si sfianca con testardaggine, lavora con impegno e fedeltà al padrone. Il mio padrone è Gesù.
Ogni conversione o un miglioramento spirituale in chi era tiepido è un miracolo e tutti i miracoli si comprano, donando a Gesù in cambio preghiere, penitenze, ogni forma di sofferenza. Gesù richiede soprattutto un grande amore per Lui e una fiducia completa.
Nel miracolo che leggiamo oggi nel Vangelo, non è l’uomo a cercare Gesù, avviene proprio il contrario, Gesù cerca questo povero uomo e lo guarisce. Nessuno aveva pregato per questo uomo malato e abbandonato, erano state le sue sofferenze lunghe trentotto anni a pregare in lui e per lui. Gesù conosceva molto bene la vita sconfortata e sofferente di quest’uomo, “vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così”, si commosse e si avvicinò.
Gesù rivolse la domanda a un uomo disprezzato, spogliato della dignità per le umiliazioni che subiva da una vita. Da ben trentotto anni cercava di gettarsi nell’acqua prima degli altri ma non gli era mai stato possibile per l’evidente incapacità di camminare. Non una settimana di persecuzioni o emarginazione, da diversi decenni era un meschino oggetto alla mercé di tutti.
Gesù lo conosceva profondamente, sapeva tutto di lui e delle ingiustizie subite, così trovandosi per la seconda volta a Gerusalemme per una festa ebraica gli chiese se voleva guarire. Domanda ovvia per qualcuno, invece Gesù vuole suscitare la fede del malato, vuole svegliare la sua anima. Sono tre i passaggi importanti:
“Vuoi guarire?”.
“Àlzati, prendi la tua barella e cammina”.
“All’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare”.
All’inizio c’è sempre la misericordia di Gesù che ci cerca e vuole donarci la guarigione interiore e fisica. Alla risposta affermativa dell’uomo, che si manifesta con la sua conversione, con una nuova vita e una rinascita morale, Gesù comanda la guarigione. Il terzo passo è l’immediata realizzazione della volontà di Gesù.
A tutti coloro che camminano nella vita incespicando spesso... Gesù dice: “Prendi e cammina”. Dobbiamo prendere o accogliere la volontà di Gesù per camminare nella Via del Vangelo, l’unica Verità credibile.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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