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martedì 13 marzo 2012

1375 - San Leandro di Siviglia

Vescovo


Leandro nacque attorno all’anno 534. Apparteneva ad un'antica famiglia romana di Cartagena; il padre Saveriano, morì in giovane età e fu il primo dei cinque figli, appunto Leandro, a prendersi la responsabilità dell'educazione e della crescita dei quattro fratelli, Isidoro, Fulgenzio, Fiorentina e Teodosia.Tutti tranne Teodosia si dedicarono alla vita religiosa e sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica. I tre fratelli maschi divennero tutti prelati, Leandro e Isidoro divennero vescovi di Siviglia mentre Fulgenzio, famosissimo nel medioevo per la sua grande opera enciclopedica “Etimologie”, divenne vescovo di Écija (a 80 km da Siviglia). La sorella si fece monaca e fondò il convento di Santa Maria de Valle presso Écija. 
 Questo è il tempo dei Visigoti. Entrati in Spagna dalla Gallia, nel 415, col consenso di Roma, dopo il crollo dell’Impero d’Occidente hanno combattuto a lungo contro resistenze locali, insediamenti di altri popoli nordici, contro spedizioni bizantine, arrivando poi a unificare, sotto il loro dominio, la maggior parte del territorio, Portogallo incluso, al tempo del re Leovigildo (morto nel 586). Il suo regno è grande, ma diviso tra spagnoli cattolici e visigoti (con altri gruppi) ariani, cioè contrari come Ario alla dottrina della perfetta uguaglianza del Cristo con il Padre in divinità ed eternità. Leovigildo vuole arrivare all’unità religiosa, che per lui significa “tutti ariani”, tutti cioè a dire “Gloria Patri per Filium in Spiritu Sancto”, invece del “Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto” dei cattolici. Leandro vuole convertire gli ariani, con gli scritti e con la predicazione, e ottiene un successo risonante quando si fa cattolico addirittura Ermenegildo, figlio del re. Ma questa conversione ha poi un sanguinoso risvolto politico-familiare: Ermenegildo capeggia una ribellione contro suo padre che lo sconfigge e lo fa uccidere. Espelle poi dalla Spagna i suoi sostenitori, tra cui Leandro che resterà per qualche tempo a Costantinopoli. 
Quel soggiorno gli consentirà, tuttavia, di stringere amicizia con il futuro Pp Gregorio Magno, allora inviato pontificio in Oriente, al quale suggerirà di scrivere le famose omelie su Giobbe, “Moralia in Job”. L’esilio non dura molto. Attento alla pace interna, il re Leovigildo richiama in patria tutti gli espulsi, compreso Leandro, del quale deve avere grande stima, perché lo nomina vescovo di Siviglia e addirittura lo mette come consigliere accanto al proprio figlio Recaredo. Morto Leovigildo, Recaredo sale al trono: incomincia in Spagna una fase nuova. Nel 589 Leandro convoca il III Concilio di Toledo, dove si sanziona ufficialmente il passaggio di re Recaredo al cattolicesimo. Il fatto imprime una decisiva accelerazione al processo di unità spirituale in Spagna, favorito anche dalla liturgia detta mozarabica o visigotica, di cui proprio il vescovo Leandro (seguito poi dal fratello Isidoro) è promotore e maestro, componendo anche preghiere cantate per la Messa. Leandro manterrà inoltre fino alla morte, avvenuta il 13 marzo dell’anno 600 o 601, un’importante corrispondenza, con S. Gregorio I (detto Magno, 590-604), della quale parlano i contemporanei, ma che purtroppo è andata quasi tutta perduta. Oltre a frammenti della corrispondenza con il suddetto Papa, ci sono pervenute “De institutione virginum et contemptu mundi” (BAC 321, 21-76), la regola monastica per la comunità religiosa della sorella Fiorentina e “Homilia de triumpho ecclesiæ ob conversionem Gothorum” (P.L, LXXII). 
 Significato del nome Leandro : “uomo del popolo” (greco). 
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