Coletta, al secolo Nicolette Boylet, nasce a Corbie (nell’odierno Belgio) il 13 gennaio 1381 quando ormai i genitori, il carpentiere Roberto Boylet e sua moglie Caterina, non speravano più di avere figli. L’hanno chiamata Nicolette (familiarmente Colette) in onore di Nicola di Bari, alla cui intercessione si attribuiva la sua nascita.
Colette intraprende la sua complicata esperienza religiosa a 18 anni, dopo la morte dei genitori. Pare che non le vada bene nulla. Cambia di continuo monastero e Ordine: dalle Beghine e poi dalle Benedettine della nativa Corbie alle Clarisse, e da queste alle Terziarie francescane; poi si isola come “reclusa” in una cella, ancora a Corbie.
A 25 anni, su consiglio del francescano Enrico di Baume, torna fra le Clarisse, perché si sente chiamata alla riforma degli Ordini istituiti da S. Francesco.
Nel 1406, a Nizza, riceve il velo da Benedetto XIII (Pedro de Luna - antipapa), che l’autorizza a riformare i monasteri dell’Ordine e a fondarne di nuovi.
Siamo ai tempi dello scisma d’Occidente, con papi e antipapi eletti da gruppi diversi di cardinali e ciascuno riconosciuto da una parte degli Stati europei.
Dopo la morte di Pp Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort, 1370-1378), a Roma si sono succeduti Urbano VI (Bartolomeo Prignano, 1378-1389)), Bonifacio IX (Pietro Tomacelli, 1389-1404), Innocenzo VII (Cosma Migliorati, 1404-1406) e infine Gregorio XII (Angelo Correr, 1406-1415). E a lui si oppone da Avignone lo spagnolo Pedro de Luna (Benedetto XIII), successore dell’altro antipapa avignonese, Roberto di Ginevra, chiamato Clemente VI. (In qualche momento saranno addirittura in tre a chiamarsi papa, finché al Concilio di Costanza, grazie alla rinuncia di Gregorio XII, verrà eletto unico pontefice Martino V (Oddone Colonna, 1417-1431).
E ci sono futuri santi da una parte e dall’altra: Caterina da Siena e Caterina di Svezia stanno col papa di Roma, mentre ai due avignonesi aderiscono Vincenzo Ferreri e appunto Colette.
Per alcuni anni, lei vede fallire gli sforzi di riforma, e solo nel 1410 ha il suo primo monastero rinnovato a Besançon, seguìto poi da altri 16.
Accolgono la sua riforma anche alcuni conventi maschili, sempre sotto i loro superiori. Povertà senza attenuazioni, tenore di vita restituito all’originaria austerità, vita di preghiera personale e comunitaria, molta penitenza per l’unità della Chiesa.
La riforma è tutta qui, animata, però, dal suo esempio che entusiasma nei monasteri e fuori. Acquista fama di scrutatrice delle coscienze, capace di profezie e di clamorosi miracoli: addirittura risurrezioni, si afferma. La validità di questa riforma, approvata nel 1434 dal Ministro generale francescano e nel 1458 da Pp Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1458-1464), è testimoniata dalla sua tenuta nel tempo.
Coletta muore nel 1447 presso il monastero di Gand, uno dei diciassette che aveva fondato.
Venne proclamata beata il 23 gennaio 1740 da Pp Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1730-1740) e canonizzata il 24 maggio 1807 da Pp Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823).
I monasteri “collettini” continueranno a vivere sulla linea tracciata da S. Coletta: il XX secolo ne vedrà sempre attivi circa 140, per la maggior parte in Europa, ma anche in America, in Asia e in Africa.
Significato del nome Nicola, Nicoletta, Coletta : “vincitore del popolo” (greco).
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martedì 6 marzo 2012
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