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domenica 18 settembre 2011

1103 - Commento al Vangelo di oggi 18/9/2010, domenica 25^ t.ord.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nelle ultime parole del Vangelo di oggi sono racchiuse due spiegazioni di questa Parola: “Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. L’uomo è invidioso mentre Gesù è buono. Questa è la vera spiegazione di questa parabola, anche se contiene altre spiegazioni altrettanto importanti da verificare.
Gesù ci fa conoscere che la sua mentalità è diversa dalla nostra, è molto alto il suo modo di agire, e dobbiamo dire che meno male Lui è Dio e noi siamo solamente misere creature. Il nostro modo di spiegare i fatti e di vedere la realtà si discosta infinitamente dalla logica di Dio.
La sua Vigna è il suo Regno, tutti siamo invitati a farne parte, nessuno si deve considerare escluso. Chi rifiuta di entrarvi dimostra di non voler prendere parte al Regno di Dio, non vuole seguire la legge morale.
La Vigna è affidata a tutti noi che accettiamo di andare a lavorare, contribuendo alla coltivazione e ai frutti che si devono produrre. Non si può rimanere ai margini di questa mistica Vigna e illudersi di compiere la volontà di Dio o di vivere nel Cuore di Gesù.
Non dobbiamo interrogarci se lavoriamo più degli altri, questo manifesta che siamo ancora molto carnali e poco spirituali. Dove c’è l’amore non c’è il giudizio o l’invidia. Proprio dell’invidia tratterò più avanti, un vizio pericoloso che spesso degenera fino a causare reazioni spropositate e cattive.
Chi lavora nella Vigna del Signore non si pone domande e non si lamenta sull’impegno degli altri lavoratori, gli basta lavorare per la causa del Vangelo e rallegrarsi per gli interventi di Gesù a dimostrazione che Egli è sempre presente quando le opere vengono compiute nel suo Nome.
Siamo tutti operai nella Vigna di Gesù, dobbiamo diventare umili operai. Le Grazie saranno molte.
La prima lettura della Messa del Profeta Isaia ci spiega la differenza dei pensieri di Dio: “L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Il Vangelo descrive meglio con la parabola l’agire diverso di Dio. Il contesto avviene durante la vendemmia, il proprietario non invita gli operai alla stessa ora dell’alba, alle 6 di mattina, ma ben cinque volte nella giornata esce a cercare nuovi operai. Solitamente un proprietario non fa così, nessuno và a chiamare operai a metà giornata o addirittura un’ora prima della fine della giornata lavorativa. Certo, se li pagasse in base alle ore lavorative non ci sarebbe da scandalizzarsi, invece li paga tutti allo stesso modo. Qui è il vero inconveniente.
Di sicuro il padrone è libero di dare a tutti il denaro stabilito e nessuno può recriminare!
Si consideri che dinanzi alle lamentele degli operai della prima ora, il padrone risponde con argomentazioni indiscutibili: 1) il padrone non sottrae loro nulla, i primi operai ricevono quanto era stato pattuito; 2) il padrone è libero di pagare come vuole e di essere generoso quanto vuole; 3) il vero motivo è l’invidia. “Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Nessun proprietario si comporta in questo modo, nessuno condivide la scelta di questo padrone. Il punto sta proprio, nessun uomo si comporta così, ma non Dio, Lui ha un altro criterio fondato sull’Amore. Dio paga tutti allo stesso modo perché ama tutti indistintamente. E gli operai dell’ultima ora sono quei peccatori che si convertono per un soffio, proprio all’ultimo momento. E possono a buon diritto entrare nel Regno dei Cieli.
Voglio precisare che il pagamento di un denaro a tutti gli operai, la stessa paga nonostante le diverse quantità lavorative, indica la salvezza eterna uguale per tutti, ma Dio darà maggiore gloria in Paradiso a quanti hanno lavorato di più e con più amore durante la vita terrena.
Questo sia chiaro altrimenti appiattiamo questa parabola. L’identica paga di un denaro indica l’Amore universale di Dio e che non c’è distinzione nel suo Cuore verso tutti noi, ma chi ha più amato, lavorato nella sua Vigna, più gloria merita in Cielo e si troverà in una posizione più vicina a Dio in Paradiso.
Non dobbiamo risolvere questa parabola con superficialità, ingannandoci che Dio dà a tutti la stessa paga e che basterà confessarsi all’ultima ora per salvarsi l’anima. Questo può accadere, ma quanta gloria si godrà in Paradiso? In quale angolo del Paradiso resterà chi ha amato poco in vita e ha lavorato ancora meno nella Vigna, per poi convertirsi all’ultima ora? Certo, meglio trovare posto in un angolino di Paradiso che nel cuore di satana. Quanti non frequentano la Messa sono gli operai dell’ultima ora!
L’Amore di Dio è talmente grande da accogliere ogni persona, anche gli ultimi, quanti oggi non Lo cercano.
Il padrone dà la stessa paga di un denaro, che era la paga media di un bracciante, con un denaro si potevano pagare le spese di una giornata. Dio provvede ai bisogni di ogni uomo che và a lavorare nella sua Vigna, non può dare per giustizia nulla a coloro che rimangono ai margini, indecisi per tutta la vita se entrare o uscire definitivamente.
Il padrone/Gesù della Vigna usa misericordia agli operai che lavorano con amore, non guarda il resto.
Invece gli operai della prima ora provano grande invidia verso quanti sono arrivati per ultimi, l’invidia che corrode i cuori e qualcos’altro. Sono operai ancora molto umani, non c’è una elevazione spirituale. Gli operai dell’ultima ora mostrano quantomeno più disponibilità, forse più amore, accettando di andare a lavorare per una sola ora e scomodarsi. Il loro sacrificio è sincero non abitudinario, quelli della prima ora lavorano con impegno e spesso in modo meccanico.
Il Vangelo consiglia agli operai della prima ora di lavorare sempre con grande amore e agli operai dell’ultima ora di anticipare la loro disponibilità, di farsi trovare pronti e gioiosi la mattina all’alba per la Vigna del Signore.
Leggendo la parabola di questa domenica molti si lamentano verso quanti si salvano l’anima all’ultimo momento dopo una vita corrotta, si lamentano anche con Dio per la sua eccessiva misericordia. È una reazione priva di amore umano e Amore Divino. Chi ama è contento della salvezza di tutti.
Inoltre, chi ha sempre servito Dio e ha lavorato nella Vigna come ha potuto, è rimasto in comunione con Dio per tutta la vita ed è la cosa più grande per una persona. Ha pregato e ha ottenuto, è stato protetto da molti pericoli e ha superato molte prove dolorose.
Perché poi non gioire se molti peccatori si convertono all’ultima ora?
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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