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domenica 1 aprile 2012

1420 - Commento al Vangelo del 1/4/2012 Domenica della Palme

Il vangelo odierno è particolarmente lungo, lo potete trovare QUI


Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La rivelazione di Gesù a Maria Valtorta sui momenti che precedettero la sua morte, descrive in maniera agghiacciante il comportamento e il tradimento di Giuda, uomo oramai posseduto da satana, anche se la piena possessione avvenne quando mangiò l’Eucaristia: «E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”» (Gv 13,27).
Non è però il tradimento di Guida che mi ha lasciato questa mattina a riflettere lungamente sul Vangelo, mi sono soffermato sull’Amore che Gesù dona all’uomo che non meritava nulla. Gesù ama anche chi Lo disprezza e Lo tradisce, ma tutte le colpe del peccatore ricadranno sulla sua testa nel Giudizio.
Gesù conosceva perfettamente il cuore di Giuda e dopo la lettura della rivelazione di ieri della Valtorta, diventa chiaro per tutti che Giuda non decise quella sera di tradire il Signore, Lo tradiva da molto tempo pur rimanendo nel gruppo degli Apostoli.
Deve essere chiaro che quando Giuda lascia la casa dove avevano mangiato per andare a trovare i suoi amici ma nemici di Gesù e viene chiamato dal Signore non tanto per impedire la sua morte, quello era l’ultimo tentativo di salvare l’anima di Giuda. Questo passaggio mi colpisce molto e penso a Gesù che tenta l’impossibile per salvare i più ostinati peccatori.

Rileggiamo i tentativi compiuti da Gesù per evitare che Giuda andasse dai nemici a tradirlo e così condannarlo a morte.
«Dove vai?».
«Fuori...», risponde evasivamente Giuda.
«Fuori da questa stanza, o fuori da questa casa?».
«Fuori... Così... A camminare un poco».
«Non andare, Giuda. Resta con Me, con noi...».
«Sono andati via i tuoi fratelli e Giovanni con Andrea. Perché non devo andare io?».
«Tu non vai a riposare come loro...».
Giuda non risponde, ma esce caparbio.

Nelle parole di Gesù non c’è la paura della sua imminente morte, c’è l’ansia di salvare l’anima di Giuda. Oramai la morte di Gesù era stata voluta dalla Santissima Trinità, era prestabilita dall’eternità ma non doveva necessariamente esserci un traditore, anche se l’Antico Testamento ne delinea la presenza.
Il Vangelo di oggi ci dice che i nemici di Gesù cercavano un pretesto per arrestarlo e ucciderlo: “Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire”. Questo lo scrive San Marco e dobbiamo accettare la possibilità che potevano arrestare e uccidere Gesù senza il tradimento di Giuda. Anche se esisteva la profezia sul traditore, Gesù tenta l’ultimo aggancio su Giuda per salvargli l’anima.
Gesù addirittura lo implora: «Non andare, Giuda. Resta con Me, con noi...», lo implora di non commettere il deicidio. È allora chiaro che Gesù non voleva evitare la sua morte con i ripetuti inviti a Giuda di non andare dai nemici, il suo Cuore è triste per un uomo che commette intenzionalmente e lucidamente il deicidio.
Commuove smisuratamente la bontà di Gesù nel cercare di salvare l’anima di uno che Lo tradiva da molto tempo!
Quando Giuda si allontana dalla casa dove avevano cenato tutti insieme, con un gesto di Amore che oserei dire supera lo stesso Dio… Gesù lo chiama per parlargli ancora. Vi invito a meditare sull’infinita amorevolezza e benevolenza di Gesù su un uomo che l’aveva ridicolizzato molte volte accusandolo davanti ai suoi nemici di non essere Figlio di Dio.
Gesù dimentica chi è stato Giuda e lo chiama per l’ultimo tentativo. Riprendiamo dalla Valtorta.

«Giuda! Attendimi. Ti devo dire una cosa», ed esce dalla sala, raggiungendo Giuda che ha continuato a camminare sebbene più lentamente.
Sempre tenendogli la mano stretta sull’avambraccio, Gesù gli torna a chiedere:
«Dove vai, Giuda? Te ne prego, resta qui!».
«Tu che sai tutto perché me lo chiedi? Che bisogno hai di chiedere, Tu che leggi nel cuore degli uomini? Lo sai che vado dai miei amici. Non mi concedi di andarvi. Essi mi sollecitano. Vado».
«I tuoi amici! La tua rovina, devi dire! Tu vai a quella. Vai ai tuoi veri assassini. Non andare, Giuda! Non andare! Tu vai a commettere un delitto... Tu...».

Ecco le parole di Gesù che svelano l’unico interesse che aveva nel supplicare Giuda: cerca di illuminarlo che sta andando incontro alla sua rovina eterna, và ad incontrare gli assassini che manderanno la sua anima all’inferno, si sta avviando a commettere un delitto inimmaginabile, perché ne è stato pienamente complice.
Le parole di Gesù sono come quelle ispirazioni che arrivano dallo Spirito Santo e intendono fermare qualcuno che è intenzionato a commettere un peccato gravissimo, una trasgressione dei Comandamenti. La sua ispirazione rimane però inascoltata, la persona che si lascia vincere dall’istinto ed è sotto il dominio dei diavoli non riesce più a ragionare e a fermare il suo piano omicida. Commette l’omicidio spirituale di uccidere la sua anima e forse altri omicidi materiali o di giudizi.
E dinanzi all’implorazione di Gesù di non commettere il deicidio, finalmente Giuda tira fuori tutti i serpenti che teneva dentro. Di seguito c’è la manifestazione di tutto ciò che i diavoli hanno trasmesso a Giuda, tutta la dottrina ispirata viene fuori con queste parole irrazionali per uno che aveva compiuto miracoli nel Nome di Gesù Cristo.

«Ah! hai paura?! Hai finalmente paura?! Ti senti uomo, finalmente! Sei un uomo! Nulla più di un uomo! Perché solo l’uomo ha paura della morte. Dio sa che non può morire. Se ti sentissi Dio, sapresti che non potresti morire e non avresti paura. Perché Tu, ora, ora che ti senti vicina la morte, l’hai questa paura comune a tutti gli uomini, e cerchi, con tutti i mezzi, di allontanarla, e vedi da per tutto e in ogni cosa un pericolo. Dove sono le tue belle audacie? Dove le proteste sicure di esser contento, di essere sitibondo di compiere il Sacrificio? Non ne hai più neppure un’eco in cuore! Credevi che non venisse mai quest’ora, e allora facevi il forte, il generoso, dicevi le frasi solenni. Va’! Non sei da meno di quelli che Tu rimproveri come ipocriti! Ci hai lusingati e traditi. E noi che avevamo per Te lasciato ogni cosa! Noi che per causa tua siamo odiati! Tu sei la causa della nostra rovina...».

Giuda non riflette sulla realtà, sui miracoli di Gesù e sulle opere grandiose compiute da Lui, non pensa più come un essere umano, i suoi pensieri sono tutti dei diavoli, trasmessi a Giuda con molta facilità per il suo grandissimo orgoglio. Giuda è fuori dalla realtà, si illude di vivere normalmente ma la sua mente è occupata dai diavoli, è nel mondo tenebroso di satana e non se ne accorge. Si incontrano la Luce Divina e le tenebre fitte presenti in Giuda. I suoi pensieri trasmessi dai diavoli lo dominano e gli fanno compiere l’omicidio che Dio non voleva.
Occorreva un po’ di umiltà per riconoscere il Cristo e adorarlo prostrandosi a terra. Ma non aveva neanche quel poco di umiltà. La sua mente vagava tra l’orgoglio e la superbia, accecata totalmente e non più sensibile alla voce di Gesù che lo ha implorato più volte.
Come Giuda non credeva nella Divinità di Gesù, così molti uomini di Chiesa e persone che avvicinavano Padre Pio e poi lo disprezzavano, non credevano nella sua santità. Non credevano nella santità di Padre Pio neanche diversi suoi confratelli che registravano le confessioni e le passavano ad altri per trovare materiali ed accusarlo alla Santa Sede. Persone che non erano libere di riflettere con la Luce di Dio e non lasciavano agire lo Spirito Santo. I loro contorti ragionamenti li portavano a considerare negative anche le opere sante di Padre Pio, erano sottoposti ad un continuo influsso negativo che impediva una lucida verifica dei fatti.
Come disse Giuda a Gesù così dicevano che Padre Pio non era un Santo. E gliene combinavano di ogni tipo.
Due Sacerdoti molti vicini a Padre Pio hanno raccontato episodi assurdi che avvenivano contro il Santo, ed era chiara la manifestazione dei diavoli per allontanare i fedeli da lui. Una volta un uomo disse a Padre Pio che era andato da un mago perché glielo aveva detto proprio il Santo, ma Padre Pio si arrabbiò e gli disse che aveva perduto la testa. Non è inverosimile pensare che Padre Pio indichi a qualcuno di andare dal mago? Intanto quello lo diceva ad altri ed era un’azione istigata dai diavoli per mettere in cattiva luce il Santo.
Probabilmente era un desiderio di quell’uomo andare da un mago, ma cercava l’avallo o la giustificazione di Padre Pio, sostituendo il suo desiderio come se fosse stato Padre Pio a volerlo. Mentre Giuda è arrivato al deliberato tradimento dopo una lunga riflessione e risponde a Gesù con molta decisione: «Non ho bisogno di riflettere, perché da tempo non ho che questa volontà». Da tempo pensava a tradire Gesù, è il culmine dell’insensatezza, egli che era stato chiamato a diventare un grande Santo, rinuncia al piano di Dio e sceglie la sua dannazione eterna.
Gesù che voleva convertire anche il più criminale dei peccatori, non poté dire altro a Giuda che scegliere come voleva: «E allora va’. Dio non violenta la volontà dell’uomo», e Gesù gli volge le spalle tornando lentamente verso la casa.
Se la prescienza Divina già sapeva tutto, perché Gesù tenta di salvarlo? Il suo Amore non fa calcoli, ama sempre e sempre vuole salvare. Gesù poteva richiamare Giuda più volte e lo fece, senza risparmiarsi e pensando sempre alla sua salvezza eterna.
Ma quando il peccatore decide di persistere nel peccato mortale, Gesù lo lascia libero e rimane addolorato. Da quel momento il peccatore è in balia dei diavoli e solamente una preghiera forte e di quantità potrà salvarlo dalla dannazione eterna.
A tutti noi Gesù chiede di pregare sempre per tutti coloro che Lo tradiscono e corrono seri rischi della dannazione eterna.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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