+ Dal Vangelo secondo Marco (16,15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La festa liturgica di oggi non viene considerata in molti ambiti cattolici come un grande evento, ovviamente riguardante la vita spirituale dell’uomo. San Paolo è poco conosciuto nella Chiesa, quasi tutti i fedeli ascoltano le letture della Messa e ricordano poche citazioni, trascurando di approfondire importanti scritti che Dio ha rivelato attraverso l’Apostolo delle genti.
Proviamo a conoscerlo meglio, a voi affido l’impegno di leggere i capitoli 21 e 22 degli Atti degli Apostoli e così rendervi conto della grande Fede e delle atroci persecuzioni che subì San Paolo. In sintesi, avvenne che dopo avere navigato per annunciare Gesù Cristo, dopo la visita in Siria a Tiro, poi salpò per Cesarea e da lì raggiunse Gerusalemme pur sapendo che lo cercavano per ucciderlo.
A quanti lo dissuadevano dall’entrare nella città santa, rispondeva: «Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù» (At 21,13).
Dopo l’ingresso dell’Apostolo nel Tempio, “tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono chiuse le porte. Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta. Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse fatto. Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra. Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza” (At 21,30-34).
Prima di metterlo in carcere, San Paolo dalla gradinata riuscì a dare questa testimonianza:
«“Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi”. Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio ancora di più. Ed egli continuò: “Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi.
Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti.
Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti.
Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava.
Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.
Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista.
Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito.
E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il Battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo Nome. Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me.
E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. Allora mi disse: Và, perché io ti manderò lontano, tra i pagani”.
Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono la voce gridando: “Toglilo di mezzo; non deve più vivere!”» ( At 22,1-22).
Dalla bella e profonda testimonianza cogliamo alcuni aspetti importanti. Saulo non ancora convertito perseguitava i cristiani per ucciderli, ma mentre era in viaggio per soddisfare la sete di colpire i cristiani, la luce lo abbaglia e cade a terra, è costretto a fermarsi quindi viene fermato da Dio e Gesù gli dice che stava perseguitando Lui. Quindi, perseguitare i cristiani che professano la vera Fede in Gesù significa perseguitare il Signore.
Per comprendere questo, molti dovrebbero avere la Fede per accorgersi che lottano e ostacolo Gesù Cristo.
Molte sofferenze Gesù le utilizza per farsi conoscere da milioni di persone che Lo ignorano e che vogliono vivere senza alcuna Legge morale. San Paolo si ferma perché rimane cieco e cade a terra, non riesce a fare nulla ed è costretto a farsi accompagnare. Viene fermato non da Gesù, ma dalle parole che Gesù gli dice: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”.
Gesù non usa alcuna forza o violenza, gli dice che Egli può tutto e si fa conoscere: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti”. Ma Saulo per ricevere questa risposta, ha cercato veramente Dio dicendo: “Chi sei, o Signore?”. E Gesù si è rivelato e ha usato misericordia verso un uomo che perseguitava i cristiani perché come Giudeo li considerava eretici. Non era prevenuto come i farisei o gli scribi, aveva una grande Fede in Jahvè.
Solo quando Saulo chiede a Gesù che deve fare, gli viene comunicata la volontà di Dio. “Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco”.
Se non ci rendiamo pienamente disponibili a Gesù, non ci trasmette la sua volontà.
Come conclusione vi dico che anche i più grandi peccatori possono convertirsi e per questo non dobbiamo mai giudicare la persona ma condannare i peccati. Non tralasciamo di pregare ogni giorno per la conversione dei peccatori e per quelli che perseguitano la Chiesa Cattolica, i Sacerdoti e i credenti.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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