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martedì 13 novembre 2018

SC 282 Commento al Vangelo di martedì 13.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La moralità di una persona non si misura solo su alcuni aspetti della sua vita, il requisito essenziale si trova nell'onestà intellettuale, disposizione integrale verso il bene e potente motore che alimenta tutte le opere che si compiono.
La moralità viaggia nell'imparzialità, ed è quella dignità che prorompe puntigliosamente dalla persona che ne è provvista.
L’onore e il prestigio sociale si percepiscono in modo differente da tanti che hanno formazioni diverse. C’è il corrotto e chi ama l’incorruttibilità.
«Tutto il mondo è paese», ogni popolo e ogni Nazione hanno dei difetti, che fanno semplicemente parte della natura umana, motivo per cui è inutile lamentarsi sempre del paese in cui abitiamo, poiché determinate cose, soprattutto scandali politici, casi di malasanità, casi di corruzione o altro, accadono in ogni parte de mondo e fanno semplicemente parte della natura umana.
Diversamente da altre Nazioni, in Italia si è perduto da decenni la concezione della politica come missione, intesa come servizio per il bene comune, praticata come l’arte del buon governo, con abilità, prudenza e accortezza.
Nel mondo c’è forse più corruzione dell’Italia, ma forse non c’è una improvvisazione e molti interessi personali come da noi, ed è un virus che maledettamente si trasmette da decenni nella politica italiana. Abbiamo sentito storie in passato che ci hanno arrecato amarezze e delusioni, e questo batterio nocivo presente nella mente di chi fa politica in Italia, non sarà vinto fino a quando non comprenderanno il significato della moralità.
Non si improvvisa l’integrità morale, né si materializza solo quando si pronunciano parole che appaiono come magiche perché in grado di rallegrare e tranquillizzare per qualche mese chi ascolta. L’arte del buon governo anche in un piccolo paesino, produce solo frutti buoni e concreti, mentre le ipocrite parole si volatilizzano e gli ingannati scoprono di non avere alcun discernimento.
Oggi Gesù ci dice che la moralità è in queste parole: «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Ovviamente di buono, di utile e di onesto.
Queste parole di Gesù non possono ripeterle sinceramente quanti non fanno ciò che indica la morale, sono dimentichi che l’uomo è creato a imitazione di Dio e indirizzato da Lui verso grandi opere di solidarietà. Senza questa convinzione nessun politico vive il suo impegno come una missione e non si impegna senza un tornaconto.
Dopo avere visto un servizio su Report (Rai3) di ieri sera, molti avranno perduto ogni speranza non solo nei politici, nella stessa vita umana.
Nell’eccellente reportage che sembra un maestoso thriller americano, viene rappresentata la corruzione nella sua massima espressione, e vede coinvolti centinaia di personaggi di ogni settore, soprattutto delle istituzioni politiche.
L’inchiesta gira attorno a un uomo, chiamato «apostolo dell’antimafia», ed essendo apostolo aveva molti seguaci, e sono nomi famosi.
Dal minuto 11 del video, il bravo conduttore e il giornalista che intervista molti appartenenti a questa vasta rete, spiegano la presenza di corrotti collegamenti trasversali tra uomini delle istituzioni e molti altri in una Sicilia mai così tradita dai suoi amministratori.
Il reportage descrive una «serena» alleanza tra personalità che dovrebbero stare su fronti opposti, comunque a lottare per il bene comune. Nel video si conosce una tragedia immane, una rete di relazioni che fanno crollare la fiducia verso ciò che rappresentano tutti quelli coinvolti.
Migliaia di voi ricorderanno cosa scrissi subito dopo l’elezione di Crocetta a presidente della Regione Siciliana, la mia immensa delusione non tanto per le sue scelte di vita che non approviamo, era grande la negatività che avvertivo in me riguardo tutto il suo cerchio magico che non conoscevo.
Non indicavo solamente questo politico come una ulteriore disgrazia per la Sicilia, già altri avevano compromesso le speranze dei siciliani.
Altri politici con le loro scelte avevano voluto per i siciliani un inferno per le mancate promesse e per le ampie concessioni alla selezionata compagnia.
Nel versetto 9 del III Canto dell’inferno, Dante ha scritto: «Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate». Da quanto si conosce adesso hanno perduto ogni speranza quanti sono entrati nel cerchio magico dell’ex antimafia, ma chissà… forse la loro speranza rinascerà per la sussistenza della famigerata rete che si è lacerata ma non spezzata?
La meravigliosa isola siciliana da decenni attende politici liberi e armonizzati con la verità per formare un coro intonato e rivalutare il territorio. Per dire le parole di Gesù. «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Da un anno sembra che il presidente e alcuni suoi collaboratori siano impegnati per dare alla Sicilia quello che merita. Ogni Regione italiana merita il meglio.
Dopo decenni di disgrazie politiche, oggi in Sicilia c’è un governo che appare impegnato per il bene comune ma che non cura l’aspetto comunicativo e non mi pare che rilascino interviste ai quotidiani e ai telegiornali per far conoscere le buone iniziative.
Il presidente siciliano e altri sono in un governo del silenzio, meno male che hanno scelto la direzione della legalità e non dell’omertà.
La Sicilia ha tutte le potenzialità per divenire uno dei luoghi più frequentati del mondo e dare lavoro a decine di migliaia di giovani e disoccupati. Ovunque bisogna lavorare sinceramente per spezzare alleanze ambigue, per emarginare gradualmente quei politici che si servono della politica per i loro fini e sono garanti esclusivi dei loro amici.
«Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Possano ripeterlo tanti politici del mondo, ma senza Gesù non avranno mai il desiderio del bene comune!
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