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martedì 6 novembre 2018

SC 275 Commento al Vangelo di martedì 06.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel Regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché Io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’ammonimento severo di Gesù, anche oggi viene letto con superficialità da molti che sono stati chiamati a pascere con il Vangelo il gregge del Signore, ma si sono rivolti altrove e hanno lasciato digiuno il gregge, tanto che in molti casi grande parte del gregge è fuggita dall’Ovile. Non c’è più e in quasi tutti i casi non ritornerà. Di chi è la responsabilità?
«Perché Io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena».
Non è una frase da sottovalutare, quantomeno il cristiano deve preoccuparsi e chiedersi se in questo momento sta accettando l’invito di Gesù o lo sta ignorando perché preoccupato in tante altre cose, sicuramente meno importanti.
Gesù desidera la salvezza eterna di tutti, è morto per redimere l’umanità e dare la gloria eterna ai buoni, a quanti pentiti dei loro peccati si sono avvicinati a Lui. Però oggi nella parabola fa dire all’uomo che diede una grande cena e fece molti inviti: «Venite, è pronto».
Inviò i suoi servi alla ricerca degli invitati, questo ci indica che all’inizio un popolo era chiamato a partecipare al grande banchetto. Leggiamo la frase completa: «All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”».
La parabola simile la troviamo in Matteo 22,1-14, in questa è un re che organizza un banchetto per le nozze del figlio e alla fine trova uno dei presenti senza la veste bianca, quella che permette di partecipare degnamente alla festa e di fare parte del Regno di Dio.
Teniamo presente che le due parabole hanno lo stesso significato, in quella di oggi è un uomo ricco che organizza un banchetto, in quella di Matteo è un re che festeggia le nozze del figlio. In tutte e due le parabole gli invitati sono gli stessi, ma essi si rifiutano di parteciparvi.
Gesù spiega che gli invitati alle nozze erano inizialmente gli ebrei ma essi trovarono pretesti banali e non vollero partecipare alle nozze o alla grande cena. Si rifiutarono di gioire insieme all’uomo ricco che nel Vangelo di oggi vuole festeggiare.
In queste due parabole che si intrecciano, il significato è uno solo: la condanna di Israele che non volle accogliere il Messia.
Nella parabola Gesù descrive con amarezza e con determinazione che Dio aprirà le porte a tutti quelli che Lo riconosceranno come Creatore e saranno felici di partecipare alla grande festa. Non saranno ebrei, saranno di ogni parte del mondo.
È il padrone a dire al servo di invitare tutti gli altri: «Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi».
Accettano i buoni, quelli che obbediscono all’invito e seguono docilmente Gesù Cristo, senza porsi domande né ricalcitrare come i muli.
L’invito dell’uomo ricco è esteso a tutti, possono però partecipare al banchetto del Cielo ed eternamente quelli che accettano il Signore in questa vita e seguono i suoi insegnamenti. Infine, devo constatare che dopo l’ingresso nel luogo della grande festa dei più emarginati della società, «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi», rimanevano ancora posti per altri.
Di chi sono questi posti liberi? Saranno occupati oppure rimarranno vuoti perché gli invitati nel momento definitivo della scelta si rifiuteranno?
«Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”».
Dio ha preparato un posto meraviglioso nel Paradiso per ognuno di noi, chi sceglierà diversamente dal progetto divino, lascerà vuoto quel posto riservato, forse sarà occupato da altri oppure resterà eternamente vuoto perché lassù non c’è uno spazio limitato, c’è l’infinito.
Un’infinità di posti da occupare nella gloria di Dio, in Paradiso, solo per gli invitati che metteranno il Vangelo come priorità nella loro vita!
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