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venerdì 2 novembre 2018

SC 271 Commento al Vangelo di venerdì 02.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Commemorazione di tutti i fedeli defunti

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a Me: colui che viene a Me, Io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal Cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che Io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; e Io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ognuno di noi ha almeno un familiare defunto o un parente stretto. Il ricordo dei momenti felici trascorsi insieme non deve alimentare la nostalgia spesso piena di dolore, questo è un dispiacere che non si vince, non c’è ancora la serena rassegnazione.
Questa vita è un pellegrinaggio, non è eterna e chi arriva a convincersi di questa cruda verità, inizia a vivere con grande dignità.
La persona non viene valutata da Dio secondo le sue capacità intellettuali o lavorative manuali o per la professione o le sue ricchezze. Dio guarda il cuore. È molto semplice questa verità ma difficile da comprendere per chi non vuole perdere i suoi amati beni, che considera eterni.
Però non ricorda di essere nato nudo, di non avere avuto necessità di lavorare quando era bambino perché i suoi genitori provvedevano a tutto. Quando questo bambino diventa adulto e inizia a lavorare, anche per i suoi meriti acquisiti nell'impegno scolastico e formativo, c’è un altro Padre che lo sostiene invisibilmente ma molto più fortemente del padre umano.
Il benessere o la ricchezza molto spesso sono dovute agli sforzi che si compiono, ai sacrifici giornalieri, alle rinunce per rispettare le regole, all’impegno intellettuale per studiare e prepararsi in modo permanente agli impegni che bisogna affrontare.
Tutto il bene che si ottiene nella vita è un dono di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questo neanche molti cattolici riescono a focalizzarlo e silenziosamente nella loro mente è presente la convinzione di una capacità produttiva quasi superiore allo stesso Creatore.
Senza il controllo della mente si creano tante fantasie e si insinuano false convinzioni che accrescono l’orgoglio e infondono l’autosufficienza.  
Tutto passa in questa vita, e l’aspetto più doloroso è il rammarico di non avere potuto dire ad un familiare defunto tante parole belle e sincere. Questo è il dolore che molti conservano dentro e lo dicono forse ai Sacerdoti per ricevere aiuti spirituali.
Il rimpianto è un dolore che non guarisce da solo, è una ferita ancora aperta che necessita dell’Amore di Gesù per sanare.
Invece i familiari defunti non sono contenti dei rimpianti e delle lacrime di quanti sono rimasti in questa terra, i defunti hanno bisogno di preghiere. Insieme alle opere buone, alle rinunce, le preghiere sono molto gradite a quanti non possono pregare per loro, ma sono potenti intercessori davanti a Dio.
Ogni defunto ha conosciuto nel Giudizio cosa non ha compiuto nella vita ed era tenuto a compiere. Questo è il grande dolore che accompagna il defunto nella sua purificazione nel Purgatorio prima dell’ingresso in Paradiso.
Ognuno di noi deve fermarsi e riflettere sulle opere che compie, se sono Volontà di Dio oppure sono sempre peccaminose. Ci sono anche le opere buone che non si compiono e che si conoscono, ma l’orgoglio, l’indifferenza e l’avidità trattengono dal compierle.
Nulla di quanto ottenuto e posseduto di materiale in questa vita si potrà portare nell’aldilà. Chi riflette su questo si distacca facilmente dal denaro in eccesso, da tante cose superflue a cui tiene saldamente attaccato il cuore.
Oggi è la commemorazione di tutti i defunti che in vita hanno creduto in Gesù Cristo, adesso non sono sulla terra ma l’anima è sempre viva senza il corpo, rimasto seppellito e che in poco tempo diventerà putrefatto.
L’ho scritto per evidenziare uno degli idoli di oggi, diventato incontrollato, sregolato, sfrenato: il corpo. Sono migliaia le storie che pubblicano i quotidiani online, di donne pentite del ricorso alla chirurgia estetica. Ne racconto uno pubblicato alcuni giorni fa.
Una modella voleva far eliminare piccole e quasi invisibili irregolarità del viso, si è rivolta a un chirurgo famoso e si è sottoposta a una quarantina di interventi pagando 93 mila euro. In una delle tante operazioni è avvenuto un inconveniente e il viso le è diventato deformato. Dopo un lungo processo penale il chirurgo è stato condannato a un anno di carcere e la modella (ex) ancora grida per l’ingiusta pena.
Se si vogliono eliminare anche micro imperfezioni non ci si sta con la testa.
Questa vita deve avere un senso e si trova nella Verità delle parole di Gesù. Chiare, coerenti e vera guida per vivere nella gioia e nella pace.
Chi riflette sulla morte è più vivo di quanti nella vita si ritengono realizzati, famosi, potenti, migliori e ricchi. Cosa ne sarà della loro ricchezza?
Preoccupiamoci dell’anima immortale e meditiamo sulla vita terrena che sfugge e prima o poi si arriverà al traguardo del pellegrinaggio.
Dopo la morte cosa pensa un defunto? Penserà alle occasioni di fare del bene che non ha compiuto; la preghiera recitata male o poca; la debolezza spirituale che non ha curato e i tanti peccati commessi; il tempo sprecato; il mancato rinnegamento dell’orgoglio; la ricercatezza della vita fin troppo comoda e senza rinunce; l’avere amato poco gli altri; ecc.
Tantissimi pensieri circolano nel defunto e quello più doloroso è il bene che non ha compiuto.
Rende molto contento il defunto perché abbrevia la purificazione, le preghiere dei familiari e le Sante Messe. Il defunto in Purgatorio ha sete di preghiere e di opere buone compiute dai familiari che ancora si trovano in questa vita. Riflettiamo molto su questo.
Preghiamo ogni giorno per le Anime del Purgatorio, occorrono pochi minuti per recitare cento volte l’«Eterno riposo», e chi prega per queste Anime Sante, riceve sempre aiuti speciali. Per esse non possono pregare ma per noi sì.
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