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giovedì 8 novembre 2018

SC 277 Commento al Vangelo di giovedì 08.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed Egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, Io vi dico, vi è gioia davanti agli Angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’argomento conversione fa scattare in moltissime persone una veloce repressione, procura un blocco psichico come se dovessero compiere chissà quali sacrifici disumani. C’è paura di lasciare comportamenti riconosciuti come sbagliati e tante cose effimere di cui purtroppo ne sono dipendenti.
Nessuno le ha obbligate a fare quelle scelte, la verità è che l’uomo e la donna di oggi hanno perduto la libertà di scegliere ciò che è utile, non solo ciò che alletta perché lo posseggono gli altri o per avere visto la pubblicità che condiziona l’inconscio e si diventa come automi nel desiderare fortemente quanto si brama.
Tutta la pubblicità cerca di suggestionare e gli operatori studiano come influenzare l’inconscio e condizionare il comportamento.
Infatti, molto spesso l’uomo e la donna sono «costretti» a scegliere non ciò che piace ed è utile, ma quello che percepiscono come un obbligo.
Quando Gesù dice che è venuto per i malati, non intende la malattia del corpo, parla dei peccatori che si lasciano guidare dall'istinto e compiono quasi tutte le opere seguendo l’emotività del momento, e queste persone si lasciano scegliere dai «consigli» programmati.
Le spinte emotive vanno controllate e regolate, da soli rimane impossibile oppure non si compie qualcosa per mancanza di denaro o di mezzi. Le tendenze istintive diventano malattie spirituali e solo Gesù può guarire da questa inclinazione dannosissima.
Gesù è venuto a guarirci e tutti nel mondo abbiamo bisogno di Lui, nessuno può presumere di possedere quelle facoltà superiori alle umane.
Meditando la vita del Signore possiamo vedere con chiarezza come essa manifesti tutta la sua assoluta impeccabilità. Più ancora, Egli stesso domanderà a coloro che Lo accusano: «Chi di voi può convincermi di peccato?».
Gesù Cristo durante la sua vita è in lotta con il peccato e con tutto ciò che genera il peccato, a cominciare da satana, che è «padre della menzogna».
La battaglia che Gesù conduce contro il peccato e le sue più profonde radici non Lo allontana dal peccatore. Proprio al contrario, Lo avvicina agli uomini, a ogni uomo. Nella sua vita terrena Gesù era solito mostrarsi particolarmente vicino a chi, agli occhi degli altri, passava per peccatore o lo era davvero.
La meditazione di oggi deve portarci ad accrescere la nostra fiducia in Gesù tanto più quanto maggiori siano le nostre necessità; e in special modo se talvolta sentiamo tutto il peso della nostra debolezza: Cristo ci è vicino anche allora.
Allo stesso modo, pregheremo con fiducia per quelli che sono lontani dal Signore, che non rispondono alla nostra sollecitudine per avvicinarli a Dio e che sembrano perfino allontanarsi da Lui. La parabola di oggi ci fa comprendere quale atteggiamento dobbiamo utilizzare verso i peccatori.
È bellissima la parabola in cui Gesù descrive le cure che la misericordia divina riserva al peccatore: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”».
Dio nella sua misericordia non ci abbandona, anche se noi Lo abbandoniamo.
Con questa parabola Gesù ci dice che è immensa la sua gioia per la conversione di un solo peccatore.
I cristiani devono vigilare per evitare gli sbandamenti che, anche se non in modo grave, allontanano dal Signore. Quando si cade bisogna ricominciare ogni volta, ogni giorno, per colmare il cuore della gioia divina e rallegrare anche Gesù.
I peccati mortali indeboliscono la spiritualità del cristiano, anche dopo la Confessione permane sempre la ferita del peccato, ma ogni volta che permettiamo che Gesù ci ritrovi, siamo la gioia di Dio nel mondo.
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