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domenica 4 novembre 2018

SC 273 Commento al Vangelo di domenica 04.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

XXXI Domenica del Tempo Ordinario 

+ Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i Comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro Comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di Lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal Regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il verbo amare ha tantissime terminologie, riferimenti diversi e di grado variabile. Ci sono incalcolabili modi di amare una persona, un oggetto, un animale, se stesso. Senza la comprensione del vero significato di amare non si può spiegare la necessità di adorare Dio «con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza».
Innanzitutto, non è scontato neanche a molti cristiani il motivo dell’adorazione che dobbiamo portare a Dio. La conoscenza è determinante per tutto, anche la conoscenza degli ingredienti che contengono i cibi confezionati che comprate al supermercato.
Scriveva il filosofo britannico Francesco Bacone che «la conoscenza è potere».
È anche libertà di scegliere, mentre una conoscenza limitata obbliga a compiere sempre le stesse scelte, forse sbagliate. La conoscenza delle parabole e dei discorsi presenti nel Vangelo sono determinanti per vivere come chiede Gesù ed è la migliore condizione di vita. Lo testimoniano milioni di Santi e Sante.
La prima valutazione che deve fare il cristiano è l’amore che ha per sé, la propria vita e la cura dell’anima. Non si deve vivere per morire, cioè nell'attesa della morte. La vita è un bene supremo che và tutelata e necessitano gli attrezzi per aprire la scatola interiore, in caso contrario si vive proprio in attesa della morte.
Gesù non vuole questo comportamento indifferente e autolesionistico, che procura solo danni, anche permanenti, a tutta la persona.
Gesù ci insegna a scoprire la grandezza della sua imitazione, non c’è infatti altro modo per acquisire riferimenti vitali ed è questa la strada per giungere alla conoscenza personale, confrontandoci con il miglior originale mai esistito.
Rifiutare il confronto con Gesù, come viene fatto anche da moltissimi cristiani, comporta l’incapacità di conoscere anche il senso della nostra vita, si continua a vivere con la convinzione di possedere la verità senza mettersi dinanzi a Colui che incarna la Verità.
Continuare a vivere seguendo le proprie convinzioni che appaiono le uniche corrette, fa correre il rischio di perseguire strade sbagliate o di realizzare quello che piace ma che non è la cosa migliore.
Da soli si rimane sempre convinti di fare tutto bene, invece è indispensabile confrontarci con il Vangelo.
L’egoismo che oggi trionfa, causa molti danni alle persone, alle volte appaiono quasi intenzionali per la cecità delle scelte compiute anche da molti personaggi famosi ed eruditi. Degli altri si capisce l’incapacità di raggiungere il bene e si rotolano nelle loro insignificanti improvvisazioni.
Questa società oggi appare autolesionistica, è un concetto che ripeto per evidenziare la mancanza di conoscenza della Verità, e in molti c’è quasi la ricerca di atti che implicano il procurare, consciamente o meno, danni rivolti alla propria persona, sia in senso fisico che in senso astratto.
L’equilibrio si raggiunge seguendo Gesù, riempiendosi del suo Amore.
Nel Vangelo di oggi, Gesù si trova davanti uno scriba che sornione gli pone la domanda sul Comandamento ma che nutriva sommessamente molta stima verso il Signore. La risposta di Gesù è essenziale, solenne.
Gli spiega che amare Dio comporta l’impiego di tutte le proprie energie.
Glielo dice con molta compiacenza, vede nello scriba la sincera ricerca della Verità, intuisce che vuole conoscere. È un uomo che cerca veramente Dio, ma tutte le dottrine inventate dagli ebrei lo confondevano ancora di più. «Qual è il primo di tutti i Comandamenti?».
Ognuno di noi deve porsi questa domanda, deve capire cosa osserva nella vita, se la Legge di Dio o quella della mondanità corrotta.
Deve capire con quale amore ama Gesù Cristo. Non basta essere convinti di amare Gesù, solo le buone opere fatte per Lui lo testimoniano.
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