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lunedì 16 luglio 2018

SC 218 Commento al Vangelo di lunedì 16.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,34-11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che Io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di Me, non è degno di Me; chi ama figlio o figlia più di Me, non è degno di Me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di Me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie Me, e chi accoglie Me accoglie Colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità Io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La spiegazione dell’amore che dobbiamo a Gesù è semplice, Lui è Dio mentre i familiari sono esseri umani. Il sangue non prevale su Dio. Non dice comunque di amarli poco o addirittura di non amarli, precisa che bisogna amarli con profondo e sincero affetto ma sempre dopo Dio.
La preghiera e il cammino spirituale vissuti intensamente, portano naturalmente ad amare i familiari con un amore diverso e superiore da quello naturale, è un amore spirituale e puro per la presenza di Gesù nell’anima.
Questo chiede il Signore a tutti, di amarlo più dei propri familiari, per amare poi i familiari possedendo lo Spirito di Gesù, quindi, si amano tutti i familiari con i sentimenti di Gesù. Diventa spontaneo amare e dimenticare presto le offese.
È meraviglioso questo passaggio, chi lo comprende scopre in sé una potentissima capacità di amare i familiari anche nelle incomprensioni.
La preghiera giornaliera e la Confessione frequente per rimanere in comunione con il Signore permettono di abbattere l’egoismo, l’orgoglio, le rivalse anche tra familiari e fa trionfare il perdono, la bontà e il massimo rispetto reciproco.
Gesù ci ha donato tutti i mezzi possibili per vincere soprattutto il nostro maggior nemico, l’amor proprio, e tutte quelle debolezze che si lasciano “accarezzare” dalla ricerca della vita dissipata, senza senso e incline verso la direzione che è opposta alla salvezza eterna.
Solo chi non vuole entrare in comunione con Dio rimane distaccato, il nostro è un Padre pieno di bontà ed esigente, come deve essere il Creatore di tutto, Egli ha donato la vita a miliardi di uomini, di cui solo una minima parte Lo riconosce come vero Creatore.
La grande maggioranza dell’umanità corre senza capire dove, è decisa solamente a voler soddisfare molti capricci.
Più che una proposta che arriva alla mente delle persone più deboli, esse avvertono come un obbligo attuare ogni pensiero senza capire che è una tentazione. Solo chi rientra in sé e scopre il silenzio interiore, accompagnato da quello esteriore, comincia a conoscersi e la sua preghiera balbettante si trasforma gradualmente in amore verso Gesù.
Amare anche un familiare a volte è difficile, non solo per i contrasti o le incomprensioni, ma perché si vive nella stessa casa. L’avversione si trasforma in odio e il male può scaturire in qualsiasi momento.
In certi casi anche gli atei sono in grado di contenersi e di evitare pesanti litigi, non lo fanno per amore di Dio e non perdonano perché lo ha detto Gesù, il loro è un amore tutto umano, passionale, e spesso è presente la convenienza. Se si esaurisce l’amore, termina anche l’unione.
Il cristiano conosce dal Vangelo i motivi per perdonare anche i suoi nemici, figuriamoci i familiari. Nel cristiano in comunione con Gesù è presente innanzitutto la pazienza, sembra poco ma è determinante per evitare contrasti peggiori. Non si limita solo ad avere pazienza dinanzi alle intemperanze del familiare, perché dialoga con amore e spiega serenamente la verità.
Gesù ci dice di amare Lui più dei familiari e i motivi sono diversi, quest’ultimo ci spiega che vivendo in comunione con Lui, è possibile amare anche i familiari più difficili e ottenere Grazie per tutti. Non più “occhio per occhio”, ma porgi la parte migliore di te davanti i cattivi. Dai buoni esempi, ama, perdona ed edifica tutti.
La vera pace in famiglia non arriva da compromessi talvolta incoerenti, la pace è una conquista che richiede lotta spirituale, un impegno giornaliero nella preghiera verso i più ostinati e di fronteggiare situazioni spesso difficili con la bontà e la misericordia di Gesù.
Gesù afferma anche che “chi avrà trovato la sua vita la perderà...”.
Solo i stolti spiegano queste parole come un rifiuto del Signore per la felicità umana, Lui spiega qual è la vera felicità e il metodo per raggiungerla. Infonde in ciascuno di noi nuove speranze di possedere la felicità in questa vita, nonostante le contrarietà e le sofferenze.
Gesù si rivolge solo agli ambiziosi che vogliono raggiungere determinati scopi nella vita anche a costo di commettere reati e tradire anche gli amici. Gli affamati di potere, successo e denaro, non guardano altro che loro stessi, esistono solo loro e la mente è sempre intenta al raggiungimento dei loro progetti.
Essi raggiungono forse la vita bramata, per mezzo di corruzioni e reati, ma davanti al Signore la perderanno. Il gioco non vale la candela.
Questi uomini si perderanno eternamente anche se qui godono alcuni decenni di notorietà o di effimero appagamento sociale. Hanno dimenticato Dio e l’eternità, altri hanno vissuto senza cercare il Volto di Gesù Cristo e ciò che ad essi appariva come realizzazione, apparirà nella sua oscura verità: le tenebre più nere del buio…
Al contrario, il cristiano che si dimentica per far crescere Gesù e ricevere di continuo il suo Amore e il suo Spirito, troverà la vita, ma già adesso porta dentro una felicità che non si spiega con le parole, si deve necessariamente sperimentare.
Solo il Signore Gesù dà vero compimento alla nostra vita, ci rende forti e sicuri in questo mondo traviato, dove Dio è stato rifiutato.
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