+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,18-26)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua Fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E Lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, Egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Abbiamo meditato questa Parola domenica 1 luglio scorso, il Vangelo era quello di San Marco e si prolungava su questi due miracoli per la finalità seguita dall’Evangelista ispirata dallo Spirito Santo, quella di offrire una sintesi di tutte le grandi opere di Gesù per evangelizzare i romani.
Il Vangelo di San Matteo riassume i due miracoli in soli otto versetti, mentre quello di San Marco li racconta in ben ventidue versetti. Incontriamo la Parola dei due miracoli dei due Evangelisti in un raggio di pochi giorni, seguono la divisione dell’anno liturgico.
L’anno liturgico scandisce anche la sequenza delle letture bibliche nelle celebrazioni eucaristiche. Nella Chiesa il percorso è strutturato, per le messe festive, su un ciclo triennale (anni A, B e C). Ogni anno ha come tema conduttore uno dei Vangeli sinottici: Matteo per l’anno A, Marco per il B e Luca per il C, mentre il Vangelo secondo Giovanni viene letto in determinati periodi di ogni anno.
Per le celebrazioni feriali il ciclo è invece biennale (I per gli anni dispari, II per i pari).
Il Vangelo di domenica 1 luglio 2018 quindi era quello di Marco perché siamo nell’anno liturgico B, mentre le letture feriali sono stabilite secondo l’importanza e ci troviamo nel ciclo II. È abbastanza semplice comprendere questa divisione.
Per la meditazione più approfondita dei due miracoli presenti nel Vangelo di oggi vi rimando al commento dell’1 luglio 2018.
Voglio chiedervi una grande preghiera giornaliera per la nostra amata Madre Chiesa. Solo chi non vuol vedere non riesce a cogliere la gravità della crisi in un momento di attacco trasversale, pianificato anche da organizzazioni ostili tra di loro ma alleati nell’attacco definitivo all’unica Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Il primo attacco è quello di demolire la Persona di Gesù, presentandolo come un Uomo bonario che perdona tutto anche senza il pentimento.
Faccio un paragone con un figlio o una figlia che dilapida i beni della famiglia, distrugge tutto ciò che di valore appartiene alla famiglia e gli altri familiari fanno finta di non vedere, di non capire la gravità dei gesti e l’imminente povertà in cui si troveranno.
Nella Santa Chiesa molti stanno dilapidando sia la loro fede che quella dei buoni cattolici, fiduciosi in un tizio che predica chissà cosa… ma è una persona accogliente… sempre sorridente… che aiuta i poveri… non rimprovera mai… lascia fare tutte le iniziative personali dei parrocchiani collaboratori… e pazienza se non si preoccupa delle anime… organizza incontri festaioli e tutti cantano e ballano.
Sentite cosa dice Gesù Cristo proprio su questi atteggiamenti.
“In verità vi dico: non vi conosco” (Mt 25,12).
Comprendo che è anche impegnativo predicare la Fede autentica della Chiesa, spiegare autenticamente il Vangelo e stare insieme ai parrocchiani sia in molti incontri spirituali fuori la Santa Messa, sia per condividere con tutti loro momenti di fraternità, di allegria ma negli oratori o nei luoghi preposti per fare agape, che era un convito fraterno presso gli antichi cristiani.
È molto importante la presenza del Sacerdote quando si organizzano momenti distensivi e fraterni, così la parrocchia diventa famiglia e ci si conosce possibilmente nella verità, senza ipocrisie. Non si raggiunge immediatamente la spontaneità veritiera nelle parole e nei gesti amorevoli e disinteressati, questi fanno parte del cammino spirituale.
Non è facile il compito del parroco nel tenere testa a tutte le diverse richieste dei parrocchiani, ed è proprio il dialogo con loro e la spiegazione chiara e semplice delle sue decisioni a favore dell’intera comunità, a placare anche gli animi più ribelli.
Moltissime parrocchie sono lacerate spesso per l’intemperanza di alcune persone che destabilizzano tutta la comunità, così cresce la paura dell’altro, non c’è fiducia e l’amore muore. Molti cattolici non frequentano le parrocchie di appartenenza per la confusione e i sospetti che vi regnano.
Ogni parrocchia è chiamata a diventare una vera famiglia spirituale che è più importante di quella di sangue. Comunque non basta il legame di sangue per formare una famiglia, anche se il sangue rende parenti, è la lealtà a trasformare in famiglia.
Nella famiglia ci si ama senza sforzi, si abita insieme nonostante le avversità e le varie problematiche che nascono quasi ogni giorno.
Nella famiglia parrocchiale invece è una conquista andare d’accordo, è uno sforzo solenne rinnegarsi per non dire parole arroganti e fuori luogo, occorre una disposizione d’animo benevola e gonfia d’amore per sancire il dialogo e mettere d’accordo tutti gli animi.
Gesù ci spiega che non sono certe opere esteriori a santificare i cristiani, ma è quello che portiamo interiormente. Non serve a nulla ostentare la presenza in Chiesa o restarvi per ore se poi si commettono tanti peccati intenzionali.
Nel discorso della porta stretta, Gesù spiega il valore di ciò che si è interiormente e non quello che appare all’esterno. Conta la vera spiritualità.
«Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici”. Ma egli vi risponderà: “Non vi conosco, non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli dichiarerà: “Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!”» (Lc 13,25-27).
Tutti voi parrocchiani virtuali di questa Parrocchia consacrata al Cuore Immacolato di Maria state compiendo un cammino nella verità. Perseverate!
Preghiamo con grande impegno per la Santa Chiesa, nessuno riuscirà a distruggerla e quanti si sono organizzati e portano le maschere, si sfracelleranno!
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