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lunedì 2 luglio 2018

SC 204 Commento al Vangelo di lunedì 02.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (8,18-22)
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque Tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La vita scivola via e in moltissimi casi si sbriciola dinanzi a circostanze che non erano state previste e queste rovinose cadute invece di far riflettere saggiamente, induce (sempre moltissimi) a continuare sulla strada sbagliata, dove non c’è affatto Gesù Cristo e i valori che ci ha insegnato Lui.
La notizia dell’altro ieri arrivata dalla Procura di Caltanissetta non ha sorpreso molti italiani, almeno quelli che aspettano con serena trepidazione il ripristino della legalità quantomeno in Italia. Un’utopia che vagheggia chi vive nella legalità, cosa costa tanto sognare?
Rimarrà comunque un sogno irrealizzabile senza la centralità di Cristo nella società. Gesù invita alla giustizia, alla legalità in ogni circostanza.
Un uomo buono credette nella giustizia e la praticò fino a rimanere colpito perché sapeva troppo. Non un curioso, ma un eroe che cercava la verità.
Le motivazioni della sentenza del quarto processo per la strage in cui morì un eroe italiano, il giudice Borsellino, effettivamente non ci dicono nulla di nuovo, ma questa volta vengono scritte nella sentenza e qui troviamo la novità di un sistema che si sta sgretolando al suo interno, perché il buono che c’è non accetta il male che rinasce.
La Procura di Caltanissetta, all’indomani delle motivazioni della sentenza sull’attentato al giudice Paolo Borsellino, ha chiesto il processo per tre dei quattro indagati, il quarto era il capo della squadra mobile di Palermo quando venne ucciso Borsellino, ed è morto nel 2000 per un tumore al cervello.
Per la Corte di Assise di Caltanissetta i fatti di via d’Amelio rappresentano «“uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana con protagonisti uomini delle Istituzioni. Nelle 1865 pagine depositate nel tardo pomeriggio di sabato 30 giugno 2018, i giudici puntano il dito contro i servitori infedeli dello Stato che, mossi da “un proposito criminoso”, “esercitarono in modo distorto i poteri”».  
Per quello che era avvenuto in questi decenni, si sapeva che tre pentiti furono costretti ad accusare sette uomini poi condannati all’ergastolo ma nel successivo processo di revisione furono considerati innocenti, e la loro accusa era mirata ad allontanare qualsiasi sospetto sui mandanti, sui corrotti e gli esecutori che stavano dentro le Istituzioni e che temevano le indagini di Borsellino.
Gli italiani onesti si rallegrano per la svolta nelle indagini dell’omicidio di un cattolico molto coerente come Borsellino, anche se rimane ancora un senso di sconfitta per la mancata conoscenza dei veri mandanti e che la Corte d’Assise di Caltanissetta mette sul gradino più alto del “più grave depistaggio della storia giudiziaria”.
I giudici si sono chiesti: quali erano le finalità di uno dei più clamorosi depistaggi della storia giudiziaria dell’Italia? La Corte avanza delle ipotesi, come la copertura della presenza di fonti rimaste occulte, “che viene evidenziata -scrivono i magistrati- dalla trasmissione ai finti collaboratori di giustizia di informazioni estranee al loro patrimonio conoscitivo ed in seguito rivelatesi oggettivamente rispondenti alla realtà”.
Inoltre, sospetto ancor più inquietante, “l’occultamento della responsabilità di altri soggetti per la strage, nel quadro di una convergenza di interessi tra Cosa Nostra e altri centri di potere che percepivano come un pericolo l’opera del magistrato”.
Non avevano fatto lo stesso contro Gesù Cristo? La sua opera non era considerata pericolosa dai corrotti del Tempio?
La storia è corso e ricorso, anche se cambiano i personaggi la scena è sempre la stessa. La storia la scriviamo noi e i nostri nemici che non sopportano la verità, non sono onesti, non hanno pace interiore e i loro “passatempi” sono le persecuzioni contro i buoni e gli onesti.
“Maestro, ti seguirò dovunque Tu vada”.
Questo ha fatto Borsellino, ha seguito Gesù nella verità e nella giustizia, scegliendo la dignità come distintivo e non il tradimento o la carriera. Borsellino ha molto da insegnare a tanti cattolici senza coraggio, anche a quei prelati che tramano nuovamente contro Gesù e complottano segretamente per “uccidere” la Fede nei cristiani.
Un paradosso che diviene reale quando questi protagonisti diventano ciò che avevano promesso nell’ordinazione di non diventare mai!
Borsellino chiamò il suo confessore pochi giorni prima dell’attentato, non era solo come si potrebbe credere dalla morte, Gesù e la Madonna non lo abbandonarono mai, fu lui a scegliere con grande coraggio di restare dove si trovava, forse perché sentiva il fiato di numerosi insospettabili che vivevano da criminali, oppure per una forma di sfida ai suoi nemici, qualcuno era anche (stato) suo amico…
Restò a Palermo invece di allontanarsi con la famiglia in un luogo sicuro, fuori dall’Italia. Non era però nella logica di Borsellino.
Gesù fu sempre vicino a Paolo Borsellino, lo lasciò scegliere, lo sollevò sicuramente con molte Grazie in quei giorni di confusione e raccapriccio, perché questo eroe aveva saputo dal pentito Mutolo che in numerosi posti dello Stato sedevano suoi nemici, nemici del bene, della verità e della giustizia e, inconcepibile, alleati della mafia!
Quei nomi li scrisse nell’agenda rossa e per questo fu subito prelevata e fatta scomparire.
È sempre un incoraggiamento e un dispiacere ricordare Falcone e Borsellino, uomini che la storia civile dell’Italia e forse del mondo, non aveva avuto e forse non avrà mai. Preghiamo perché nelle Istituzioni i buoni rimangano sempre buoni e contribuiscano con coraggio al cambiamento dell’Italia.
Insieme a Gesù e alla Madonna sarà possibile e noi crediamo nei Loro prossimi interventi di purificazione. Gesù solo all’onesto dice: “Seguimi”.
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