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giovedì 9 agosto 2012

1722 - Commento al Vangelo del 9/8/2012


+ Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In questa bellissima parabola Gesù ritorna a ribadire il concetto della necessità di vigilare e di considerare questa vita come preparazione all’incontro eterno con Dio. Per spiegare con maggiore chiarezza l’importanza della vigilanza e di restare controllori di se stessi in ogni circostanza, ha utilizzato una consuetudine paesana quando avveniva un matrimonio. Ha narrato una scena di nozze.
Gli ebrei consideravano come cerimonia principale del matrimonio il corteo e la cena nuziale che lo seguiva. Immaginiamo con quale cura preparavano il corteo e prestavano attenzione al pasto che si consumava alla fine. A quel tempo c’era poco da scegliere, oggi invece quasi tutti i matrimoni sono traboccanti di cibi di ogni specie, si consuma e si sperpera una quantità sproporzionata di cibo.
Gli sposi possono accampare giustificazioni ed affermare che per loro è il giorno più importante e devono festeggiare con abbondante cibo, ed è veramente un giorno importante per loro, ma non per il cibo esagerato e sovrabbondante, è importante per il Sacramento del Matrimonio ricevuto nel rito della Santa Messa! Ma chi lo capisce questo?
Dai racconti di persone che hanno banchettato ai matrimoni, descrivono sprechi di cibi e incalcolabili piatti che vengono portati agli invitati. Mi hanno detto che già con l’antipasto una persona è già sazia, c’è il buffet libero ed invitante per tutti, anche per coloro che sono equilibrati a tavola e non sono abituati ad abbuffarsi. Effettivamente per loro è un po’ dura resistere a tutte quelle pietanze che allettano già per la composizione e i colori.
Ma è questo il matrimonio di due cattolici? Per la maggioranza dei cattolici è essenzialmente questo, pochi cercano il Sacramento.
Io non parteciperei ad un matrimonio neanche se tirato con le catene, perché non potrei vedere tutto lo spreco di smisurato cibo che non viene consumato, mentre nelle nostre città e nei nostri paesi molta gente è letteralmente povera, non ha stipendio, non ha pensione, non ha cibo e non ha nessun aiuto. Persone che conosciamo e che abitano vicino le nostre case spesso non hanno nulla da mangiare, quindi sarebbe intelligente per gli sposi cristiani, chiedere un menù secondo le loro possibilità economiche ma senza triplicare i primi e i secondi, senza sovrabbondare in cibi eccessivi, eccedenti, sovrabbondanti, che intasano l’intestino e poi l’apparato digerente non riesce a smaltire normalmente tutto il cibo mangiato, inoltre si tratta di molti cibi diversi e pesanti.
Il lungo tubo dell’intestino, che è la porzione principale dell’apparato digerente, viene stressato, la digestione rallenta e bisogna ricorrere ai farmaci, oppure si rimane per alcuni giorni incapaci di mangiare normalmente. Il senso di pesantezza schiaccia la persona e la rende meno lucida, può arrivare il mal di testa per l’impossibilità di digerire, la pressione arteriosa può avere sbalzi pericolosi, anche un senso di nausea assale quelle persone che hanno mangiato abbondantemente. Non colpevolizzo tutti quelli che partecipano ai matrimoni, ognuno sceglie come e cosa mangiare, io posso solamente mettere in risalto che è un grave peccato di gola, inoltre, offusca la mente e si perdono i freni inibitori. I freni inibitori sono meccanismi interiori che portano a controllare e dominare gli impulsi.
Forse qualcuno di voi stasera non mangerà per quanto sta leggendo o forse mangerà tristemente, io desidero farvi riflettere.
Non sono contrario alla festa del matrimonio in un ristorante, non sono contrario ai cibi costosi che si consumano se le famiglie hanno possibilità economiche, non sono contrario al clima di vera festa e divertimento che deve coinvolgere tutti, principalmente gli sposi e poi gli altri, nella misura della parentela e dell’affetto. Sono contrario solo allo spreco e a tutto il cibo che viene gettato via perché non consumato o consumato sovrabbondantemente, a pranzi abbondantissimi che vogliono indicare sfarzosamente la riuscita della festa e il benessere che si possiede. Sono contrario a questa mentalità opulenta e sfarzosa che pecca contro la povertà e calpesta il Vangelo del Signore.
Non sto qui a segnalare che magari con il ragù rimasto e riposto nel congelatore, si potranno condire molti piatti ai futuri clienti giornalieri… Ho letto nell’archivio che nostri parrocchiani ed iscritti a questa newsletter sono anche proprietari di famosi alberghi e ristoranti, anche impiegati che si registrano con l’account degli alberghi e ristoranti dove lavorano. Non tengano conto di questa mia ramanzina perché tutto sommato loro espletano quanto viene chiesto e pagato, non sono loro a costringere i clienti ad abbondare nelle portate dei cibi. Non possono dire ai futuri sposi: “Mi raccomando, fate pranzi moderati e spendete poco”. Danno quello che viene chiesto.
Ritorniamo alla parabola di Gesù, la cerimonia del matrimonio prevedeva il corteo come parte centrale, si andava a prendere la sposa per condurla a casa dello sposo. Il corteo era formato da amici dello sposo e da amiche della sposa, queste dovevano avere le lampade accese e seguivano gli uomini fino alla sala del banchetto. Ma arrivati a casa dello sposo non lo trovano e le donne si addormentano. Quindi, il banchetto non viene eseguito con tutti quelli che avevano partecipato al corteo, si farà dopo quando arriverà lo Sposo, il quale farà entrare esclusivamente gli invitati con le lampade accese.
La parabola si ferma qui, le dieci vergini che accompagnavano il corteo si ritrovano in una condizione diversa: cinque hanno ancora olio per tenere le candele accese mentre le altre cinque non hanno più olio e le loro lampade non emanano più luce.
Gesù nella parabola evidenzia il corteo delle donne e le identifica come vergini perché lo Sposo che attendevano era Lui, il Signore della storia. La lampada accesa è simbolo della Fede, è la luce che splende nelle tenebre, l’olio che alimenta sono le opere buone, quindi senza le opere la Fede è spenta. Lo afferma anche la Sacra Scrittura“Come il corpo senza lo spirito è  morto, così anche la fede senza le opere è morta” (Gc 2,26).
Vediamo il motivo intrinseco della parabola raccontata da Gesù. Essenzialmente riguarda la Chiesa e i credenti, soprattutto le anime consacrate e che vivono nelle parrocchie e nelle comunità religiose. Nella Chiesa ci sono anime che vigilano e attendono la venuta di Gesù, dello Sposo per fare festa. Ci sono anche altre anime che hanno perduto l’identità sacerdotale e religiosa, non attendono più Gesù e vivono come se Lui non esistesse.
Anime che tengono la lampada accesa per la Fede forte e vigorosa, altre anime invece sono spente e senza Fede, esse trasmettono oscurità.
Tutti gli esseri viventi arriveranno prima o poi davanti a Dio per il Giudizio sulle opere compiute nella loro vita. Molte anime però anche all’interno della Chiesa si assopiscono e si addormentano, dimenticano Gesù e il suo Vangelo. La luce della Fede così si spegne e le loro opere sono opere di morte spirituale. Anche gli atei e gli anticlericali dovranno dare conto della loro vita, nessuno può escludersi da questo Giudizio.
Ma i cattolici dovrebbero sempre tenere accesa la lampada della Fede, in caso contrario non sono più seguaci di Gesù. Quelli che curano la loro vita spirituale e vivono nella Luce Divina, nei momenti di sofferenza o di malattia si ritrovano questa Luce che li illumina e non li fa sbandare né abbattersi. Mentre quanti hanno intenzionalmente spento le lampade e sono senza Luce, nei momenti di difficoltà resteranno nelle tenebre e non ne usciranno. Tanto che Gesù nella parabola dice che alle vergini senza olio che bussavano per entrare, lo Sposo Divino rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
I cattolici che oggi vivono con la lampada della Fede spenta, oltre a non poter trasmettere nulla di buono e a non riuscire a compiere opere buone, si ritroveranno in un buio infernale e tragico per loro scelta. Oggi possono agire con cattiveria, diffamare, calpestare i diritti altrui, odiare e seminare zizzania, ma le loro lampade già ora sono spente… “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Tutti i cattolici si trovano nella notte dell’attesa del Signore, ognuno di noi poi sceglie liberamente se tenere la sua lampada accesa oppure spenta, ma se si determina nel tenerla spenta, non accusi Gesù quando arrivano tempeste e sfaceli interiori.
Ed è vero che tenere la lampada accesa richiede sacrifici, rinnegamenti, opere virtuose. Ma si rimane vicini a Gesù, Lui è sempre presente in tutte le circostanze, aiuta e guarisce, mai lascia soli i suoi seguaci, quelli che Lo amano veramente. E Lo amano per la loro Fede viva, che illumina anche le tenebre e rende la vita sempre gioiosa e piena di pace interiore.  

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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