+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dopo avere festeggiato un grande peccatore convertito diventato un Santo canonizzato, Sant’Ignazio di Loyola, e che ha dato molto alla Chiesa di quel tempo e grazie ai suoi scritti si sono formati schiere di anime sante, oggi la liturgia ci presenta un altro Santo di notevole spessore morale, Sant’Alfonso Maria dè Liguori.
«Nacque il 27 settembre 1696 a Marinella, nei pressi di Napoli, nel palazzo di villeggiatura della nobile famiglia: il padre Giuseppe era ufficiale di marina e la madre, Anna Cavalieri, apparteneva al casato dei marchesi d’Avenia. Egli fu il primo dei loro otto figli e crebbe all’insegna di una robusta educazione religiosa, negli anni la sua personalità si arricchiva o si modulava con tanta Fede in Gesù e con grande devozione a Maria e alle sue “glorie”.
Fino a ventisette anni prevalsero gli studi privati nel campo della musica, delle scienze, delle lingue e del diritto, seguiti da una iniziale brillante carriera forense. Questa si interruppe improvvisamente per una delusione provata in un processo giudiziario tormentato di falsità. Tra il 1723 e il 1732 si colloca il periodo ecclesiastico con l’ordinazione sacerdotale nel 1726 e l’esercizio ad ampio raggio del ministero. Nel 1732 fondò la Congregazione del SS. Salvatore, successivamente approvata dal Papa Benedetto XIV come Congregazione del SS. Redentore (Redenteristi).
L’intento era quello di imitare Cristo, cominciando dai redentoristi stessi, i quali andavano via via operando per la redenzione di tante anime con missioni, esercizi spirituali e varie forme di apostolato straordinario».
Di Sant’Alfonso Maria dè Liguori rimangono libri spirituali straordinari, principalmente ricordo il famoso e sconosciuto al 99% dei giovani Sacerdoti di oggi “Pratica del confessore”, un’opera considerata un classico più che celebre della Teologia morale ed è un testo pratico utilissimo, che ha istruito generazioni e generazioni di confessori fino ai nostri giorni.
Ai Sacerdoti, ai confessori, ai direttori spirituali, questo libro del Santo Dottore della Chiesa offre la sintesi organica di una dottrina morale chiara e certa, di una formazione della coscienza retta e solida, di una guida spirituale illuminata e forte.
Un altro scritto meraviglioso e strabiliante s’intitola “Le glorie di Maria”, poi ricordiamo “Il grande mezzo della preghiera”, e altre opere di morale interessantissime. Sant’Alfonso Maria dè Liguori è il Patrono dei moralisti. Se almeno questi tre libri che ho sopra indicato li meditassero quei Vescovi e Sacerdoti modernisti, intenti più a distruggerela Chiesa che ad edificarla, avrebbero molte possibilità di ricominciare una vita improntata sulla santità.
Il Vangelo di oggi cade nella festa di un Santo che abbandonò l’attività di avvocato, un uomo che “ha venduto tutti i suoi averi e ha comprato quel campo”, dove si trova il tesoro nascosto, il tesoro della Fede. Un tesoro nascosto che rimane invisibile a quanti non vogliono vedere, a quanti sono abbagliati dalle cose materiali e annebbiati da pensieri che si accavallano e succedono senza un controllo forte e spirituale.
Sono molti all’interno della Chiesa che si illudono di possedere il Regno di Dio senza sacrificio e senza rinnegare se stessi.
C’è più apparenza che sostanza, questo viene manifestato dalle opere che compiono quelle persone che rimangono in superficie e superficiali e non hanno alcuna voglia di scavare dentro se stessi per ritrovarsi, conoscersi, amarsi, accettarsi, e poi lasciare perdere tutte le cose inutile della vita per comprare, cioè possedere il tesoro più importante: il Regno di Dio che deve stabilirsi dentro ognuno di noi e che è anche il Paradiso eterno.
Il Regno dei Cieli o di Dio è prettamente spirituale, è presente nella persona quando l’avvolge con il suo Spirito Divino, vive al suo interno, si manifesta con le buone opere, con il linguaggio puro, il comportamento virtuoso, un senso di onestà totale. Per arrivare a tanto occorre la vera conversione, un cambiamento morale e una trasformazione dei pensieri, rifiutando tutto ciò che orienta al male (giudizio e corruzione) e compiendo le buone opere indicate da Gesù.
In molte parabole Gesù illustra le caratteristiche del Regno dei Cieli o di Dio. Vediamo un elenco di parabole di San Matteo in cui si illustra il Regno dei Cieli:
Parabola del seminatore: il Regno è paragonato al seminatore che sparge il grano e questo fruttifica dove più e dove meno - 13,1-9;
Parabola del granello di senape: il Regno è paragonato ad un piccolo seme che diventa una pianta grande - 13,31-32;
La parabola del lievito: il Regno è paragonato al lievito che fermenta tutta la pasta - 13,33-35;
Parabola del tesoro nascosto: il Regno è paragonato ad un tesoro nascosto in un campo; chi lo trova compra il campo per diventarne legittimo proprietario - 13,44;
Parabola della perla preziosa: il Regno è paragonato ad una perla preziosa; il mercante che la trova vende tutti i suoi averi per poterla comperare - 13,45-46;
Parabola della rete: il Regno è paragonata ad una rete che raccoglie pesci buoni e pesci cattivi; una volta a terra i pescatori dividono gli uni dagli altri - 13,47-50;
Parabola del servo senza pietà: il Regno è paragonato ad un padrone che fa i conti con i suoi servi e condona volentieri i debiti a chi è pronto lui stesso al condono - 18,23-25;
Parabola dei lavoratori della vigna: il Regno è paragonato ad un padrone che assolda a tutte le ore dei lavoratori per la sua vigna - 20,1-16;
Parabola del banchetto di nozze: il Regno è paragonato ad un re che organizza un banchetto per il suo figlio che si sposa ed invita tutti al banchetto stesso - 22,1-14;
Parabola delle dieci vergini: il Regno è paragonato a dieci vergini di cui cinque prudenti e cinque stolte - 25,1-13.
Oggi Gesù ci chiede di vendere gli attaccamenti idolatrici che si portano nel cuore e di cercare solo il suo Amore. Se non lasciamo le cose inutili e che assorbono tutto il nostro affetto, come potremo riempirci dello Spirito di Dio?
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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