+ Dal Vangelo secondo Marco (9,2-13)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Una notizia in questi giorni ha fatto riflettere molti, ha commosso milioni di persone, ha scavato in molte coscienze sporche per tirarne fuori qualche pentimento sulle cattiverie che commettono ogni giorno. Leggiamo da un quotidiano:
«Giuseppe Gulotta, in carcere 21 anni da innocente. Tutto ebbe inizio il 27 gennaio 1976, quando vicino Trapani in un agguato morirono due carabinieri. Gulotta all’epoca appena maggiorenne fu arrestato ingiustamente, dopo che Giuseppe Vesco, già in stato di fermo per gli omicidi, trovato in possesso di una pistola, fece il suo nome. Vesco morirà in carcere pochi mesi dopo impiccato, nonostante avesse una sola mano e quindi impossibilitato a fare il nodo. Gulotta fu torturato in carcere per potergli estorcere una dichiarazione di colpevolezza. Finirà per cedere alla confessione, anche se innocente, venendo condannato all’ergastolo nel 1990 dopo 9 processi. Determinante nel 2010 la confessione di un maresciallo in pensione, Renato Olino, che spinto dal rimorso, ha testimoniato le torture inflitte a Gulotta per costringerlo a confessare, e Gulotta fu costretto ad ammettere con la tortura fatti mai commessi. Giuseppe Gulotta, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel processo di revisione. Ha poi detto: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, nonostante tutto. È un giorno meraviglioso, oggi finisce un incubo e sono felice, la verità ha trionfato”».
Anche questo è un messaggio di speranza per quanti vivono situazioni pesanti in famiglia o al lavoro, per quanti pensano di non avere speranze nelle situazioni dolorose, per chi si abbatte facilmente a causa di una prova o di una sofferenza. È facile abbattersi quando si subiscono cattiverie o si ricevono diffamazioni pesanti. Quell’uomo ha invece gridato: “La verità ha trionfato”.
In carcere avrà certamente pregato, si leggono molte testimonianze di persone dedite alla criminalità che in carcere ripetono alcune preghiere e cercano a modo loro di rivedersi dentro per trovare il coraggio di pentirsi davanti a Dio dai crimini commessi. Ma quell’uomo non aveva commesso nulla, era un normale cittadino che lavorava, l’accusa fu inventata da un malavitoso.
Oltre il trionfo della giustizia, è opportuno evidenziare che si è arrivati all’assoluzione solo perché dopo molti anni un maresciallo dei carabinieri in pensione, angosciato dal rimorso ha raccontato al giudice le torture inflitte al povero Gulotta per costringerlo a confessare due delitti mai commessi. E chi ha scosso quella coscienza che per quasi 35 anni era stata ermeticamente chiusa?
Gesù è sempre presente nelle vicende di quanti Lo invocano, mai ci lascia soli né ci abbandona, al contrario vuole risolvere i nostri guai come neanche noi desideriamo. Ma molto spesso è ostacolato dai peccati che commettono quanti hanno bisogno di aiuto, non può intervenire perché non viene invocato con vera Fede, non si corrisponde al suo Amore e non si compie la sua Volontà.
Quando quell’uomo afferma “la verità ha trionfato”, forse sottintende che ha pregato per arrivare a questa giustizia.
È un discorso valido per tutti noi, dopo pochi o molti anni di sofferenze e prove, sostenute da una preghiera forte e umile, arriva sempre la fine dell’incubo. Come Gulotta si potrà dire: “È un giorno meraviglioso, oggi finisce un incubo e sono felice, la verità ha trionfato”.
Il conforto Gesù ce lo dà sempre, nelle prove dobbiamo ripetere le sue parole: “Coraggio, sono io, non abbiate paura” (Mt 14,27). E al capo della sinagoga disse: “Non temere, continua solo ad aver fede!” (Mc 5,36). San Luca riporta una frase simile: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata” (Lc 8,50). Gesù è sempre vicino a chi Lo invoca: “Io sono la luce del mondo; chi segue Me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Il Vangelo oggi parla della Trasfigurazione di Gesù, una manifestazione gloriosa della sua Divinità ai tre benedetti Apostoli. Oltre a contemplare questa Trasfigurazione, è opportuno meditare sull’importanza che vale per noi, in pratica cosa ci dice Gesù? Gesù ha cambiato l’aspetto e si è mostrato nella forma gloriosa, come sono le Anime Sante in Cielo, ma a noi ci chiede un impegno importante: ci invita a cambiare mentalità.
La Trasfigurazione di Gesù è l’invito a chi Lo incontra a cambiare mentalità, anche noi dobbiamo trasfigurarci interiormente, altrimenti è inutile il cammino spirituale intrapreso. Mi vengono in mente le immagini di persone che da oltre 20 anni frequentano gruppi di preghiera e invocano Gesù con balli e salti, con una preghiera tutta esteriore senza mai rientrare dentro e pregare intimamente il Signore. Queste persone nella loro vita non mostrano di avere incontrato Gesù, non testimoniano l’Amore di Dio.
Chi incontra veramente Gesù, nel tempo si trasforma interiormente e all’esterno appaiono le sue buone opere.
La Trasfigurazione di Gesù è l’invito che fa ad ognuno di noi a cambiare stile di vita e pensieri irrequieti, ad agire con amore e verità, a praticare le virtù in ogni circostanza. Ciò che contraddistingue un vero discepolo di Gesù è la mentalità nuova, come quella di Gesù, quindi distaccata da quella umana e che si pratica con facilità.
La mentalità nuova che ci chiede Gesù, necessita uno sforzo continuo da parte nostra in ogni circostanza della vita.
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Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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