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giovedì 30 agosto 2018

SC 241 Commento al Vangelo di giovedì 30.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell’Uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero Io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I Santi hanno meditato lungamente che questa vita è un pellegrinaggio, ed esiste la vita eterna che anche a molti cristiani appare come qualcosa di insignificante. È la vera vita che dura per l’eternità ed ognuno vivrà le conseguenze di questa esistenza terrena.
Non deve incutere timore e non si deve esorcizzare la riflessione sulla morte, procura solo un grande bene spirituale e riporta coi piedi per terra.
Fa rientrare in sé anche la stessa malattia pur non essendo grave, e chi riflette sulla vita che conduce la riprende in mano e la veicola verso Dio, ovviamente se ha Fede, in caso contrario ricorre ad altri idoli o cerca un modo vizioso per «dimenticare» la sua sofferenza.
Molte persone soffrono a causa delle cattiverie procurate da altri privi di morale o malati psichici ignari del loro disturbo mentale. Si può essere schizofrenici, portare in sé una scissione nella mente senza capirci nulla e di conseguenza suscitare sofferenze ai familiari e ad altre persone incolpevoli delle «invenzioni» che nascono dalla mente in disaccordo.
Anche nelle persone apparentemente normali possono persistere sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell’affettività, da un tempo superiore ai sei mesi, con forte disadattamento e credono di fare bene anche le opere più cattive o corrotte.
Questa conoscenza deve farci pregare per chi non ci ama, potrebbe soffrire di disturbi di personalità, ma bisogna precisare che non sempre risultano incolpevoli. La persona colpita da questo disturbo difficilmente si rende conto di essere «affetta» da una malattia e più frequentemente considera i sintomi come tratti peculiari del proprio stile di vita e  tende a cambiare l’ambiente, non se stessa.
La persona disturbata accusa sempre gli altri e non riesce a rientrare in sé e conoscersi, per capire che deve curarsi e arrivare con la Grazia di Dio alla guarigione. Questo ci dice che se il cristiano deve pregare per i suoi nemici, deve anche riflettere che spesso i persecutori sono disturbati mentalmente e non comprendono la gravità delle loro parole e azioni.
Quasi tutti sono colpevoli davanti a Dio, non si arriva a vivere questa condizione senza la complicità del soggetto, a meno che non ci sia l’intervento dei diavoli, abilissimi a far stancare la mente, a creare illusioni, ad infondere pensieri insensati con molta insistenza, fino a convincere la persona.
Dio conosce i cuori e la mente di ognuno, Lui vede perfettamente la responsabilità o l’innocenza della persona disturbata, ma il disturbo molto spesso cresce in chi non prega o prega male, in chi non vuole guarire perché troppo legato al suo orgoglio.
Questo per dirvi che è necessario mantenere sempre desta la vita spirituale!
Per il cristiano che si è mantenuto vigilante, l’ultimo giorno non verrà «come un ladro di notte», non rimarrà sorpreso e confuso, perché ogni giorno sarà stato un incontro con Dio attraverso gli accadimenti più semplici e normali.
Il Signore ci mette in guardia in molti modi, con varie parabole, contro la trascuratezza, la pigrizia e la mancanza d’amore. Un cuore che ama è un cuore che vigila su se stesso e sugli altri. Dio ci raccomanda di vegliare su coloro ai quali ci legano particolari vincoli di Fede, di parentela, di amicizia.
Quando si riferisce al «ladro di notte», Gesù intende raccomandarci di non distrarre l’attenzione dal grande affare della salvezza, e vuole che non consideriamo questo stare all’erta come qualcosa di meramente negativo: vigilare non significa solamente evitare di cadere addormentati per timore che possa succedere qualcosa di sgradevole mentre dormiamo.
Vigilare vuol dire rimanere sempre in attesa, non lasciarci vincere dai pensieri infondati o devianti, molto spesso così ambigui e insoliti.
Noi restiamo vigilanti per far agire Gesù in ogni circostanza della vita, per lasciarlo operare in noi, per vivere da vivi e non succubi della mentalità corrente o dei suggerimenti non chiari o peccaminosi che spesso la mente ci propone.
Solo il Signore ci dona la Luce per discernere la provenienza dei pensieri e ci facilita la realizzazione di quelli che arrivano da Lui.
Ringraziamo di continuo Gesù e la Madonna, forse in questo istante qualcuno sta pregando per noi, e la nostra anima riprende vigore grazie alla generosità di persone che forse non conosciamo, o di qualcuno che ci è molto vicino.
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