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lunedì 27 agosto 2018

SC 238 Commento al Vangelo di lunedì 27.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Santa Monica

+ Dal Vangelo secondo Matteo (23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il Tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I guai lanciati da Gesù a scribi e farisei indicano l’irrimediabilità della loro condotta di vita. Eppure si consideravano i puri e perfetti di Israele, gli unici che potevano insegnare e addirittura anche correggere gli ebrei. Invece davanti a Dio erano solo dei disgraziati.
Una grande antitesi tra ciò che pensavano di essere e la realtà cruda, un inganno che commettevano contro tante persone in buonafede e convinte di seguire la vera religione. La domanda che pongo per darvi la risposta e farvi riflettere è la seguente: scribi e farisei erano consapevoli della loro corruzione e della manipolazione delle Scritture?
La risposta esatta su essi la conosce solo Dio, io indico lo stato d’animo dei grandi peccatori cristiani che seguono Gesù Cristo con le labbra mentre i loro cuori adorano tutt’altro. Molti cristiani abbandonano la preghiera e la Santa Messa perché l’aridità li svuota e non sanno cosa fare, così non sentono più alcun interesse verso Dio e non Lo adorano più.
Se considero i peccatori che in passato pregavano e hanno perduto il gusto della preghiera, quei cristiani che vivono senza più voler dare conto a Dio delle loro opere e scelte, essi si sono stabilizzati nella mentalità in cui trovano più appagamento ma è quella del peccato e sono convinti di fare bene. È solo un’illusione.
Sono come ciechi che non vedono più il Bene e conoscono solo la strada della corruzione.
«Guai a voi, guide cieche. (…) Ciechi! (…) Ipocriti».
Questo succede a tutti quei cristiani che hanno abbandonato l’osservanza dei Comandamenti e non si curano più della vita spirituale. Può, quindi, succedere ai laici ma anche ai cardinali, vescovi e sacerdoti. Nessuno è escluso, anzi, più si è ricevuto dal Signore più grande è la responsabilità davanti a Lui.
La carriera all’interno della Chiesa è uno dei punti centrali e decisivi per il traviamento di persone che in passato pregavano e magari facevano penitenze, poi, quando Dio chiede ad essi di camminare da «soli», non reagiscono alle difficoltà che non avevano ancora sperimentato e molti cadono rovinosamente. Non tutti si rialzano, non sono molti quelli che ricominciano una vita santa.
Per risvegliarsi dall’intontimento spirituale causato dalla vita irregolare, occorre la Grazia di Dio ed è un vero miracolo quando un peccatore rientra in sé e lascia la corruzione, ma è ancora più grande il miracolo se questo avviene in un sacerdote o un prelato.
Alle volte neanche i ritiri spirituali riescono a scuotere i grandi peccatori, quelli che si sono determinati a vivere nell’immoralità sotto ogni aspetto. Ascoltano catechesi e pregano nei ritiri organizzati dalle diocesi, ma sono presenti solo fisicamente, molti cuori sono rimasti altrove e molto spesso, nei luoghi di peccato e di complotti contro la stessa Chiesa.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare». 
È enorme la responsabilità di quanti sono chiamati a testimoniare Gesù Cristo nella Chiesa Cattolica e invece Lo tradiscono dopo avere perduto la Fede, o perdono la Fede perché iniziano a frequentare organizzazioni, dove non si obbedisce più a Dio né si osservano i suoi Comandamenti.
Ognuno di noi deve diventare come Santa Monica, la madre di Sant’Agostino, donna di intensa Fede e di continua preghiera. Dobbiamo pensare di avere anche noi non solo un figlio come avvenne a lei, ma tanti fratelli peccatori sparsi nel mondo, bisognosi anche di una sola Ave Maria per salvarsi eternamente.
Una sola Ave Maria recitata con amore e fiducia può far scaturire più conversioni: la Vergine Santa aggiunge le sue preghiere e le offre a suo Figlio.
Tutto è possibile quando si prega con amore, umiltà, di frequente e con grande fiducia.
L’assidua, fiduciosa e potente preghiera di Santa Monica ottenne una Grazia insperata umanamente, come la conversione del figlio filosofo e sempre alla ricerca della verità. Noi conosciamo la Verità, è Gesù Cristo. Testimoniamolo con la vita e preghiamo per la conversione di quanti non seguono più fedelmente il Signore.
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