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giovedì 2 agosto 2018

SC 220 Commento al Vangelo di giovedì 02.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola - Perdono d’Assisi

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,26-33)
In quel tempo, l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, Sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei, disse: «Ti saluto, o piena di Grazia, il Signore è con Te». A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’Angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato Grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, Lo darai alla luce e Lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo Regno non avrà fine».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questa di oggi è una solennità vissuta con particolare intensità nel mondo francescano ma non è una festa francescana. È una ricorrenza meravigliosa rivolta all’umanità, riguarda tutti, soprattutto i peccatori ostinati e quanti, pur pregando, non riescono a rimanere sempre fedeli al Vangelo.
Gesù anche in questa circostanza non si è dimenticato dei peccatori, di tutti i lontani da Lui, dei cristiani che trovano molta difficoltà nell’osservare i Comandamenti. Il Signore mostra il suo Volto mite e amabile, dice a tutti di non temerlo ma di amarlo, perché Egli è buono.
Dice a tutti di cercarlo come se fosse il più importante tesoro, una perla unica e speciale. D’altronde, cosa non si fa per ottenere quello che piace? Il punto iniziale è questo: Gesù fa parte dei nostri pensieri? È presente nella giornata che trascorriamo tra impegni e preoccupazioni? È davvero il Signore della nostra vita e la Persona più prestigiosa?
Dio ha creato l’uomo e la donna e non vuole perderli eternamente, non vuole lasciarli in balia del male e della corruzione dilagante, così ha concesso a San Francesco d’Assisi una indulgenza che dimostra il suo infinito Amore anche per i più ribelli peccatori.
Per tutti c’è speranza, questo è il messaggio del «Perdono d’Assisi».
Innanzitutto, vediamo cos’è l’indulgenza.
«I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l’equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche una riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere.
In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei Santi giova anche a lui. Dio gli comunica le Grazie da altri meritate con l’immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
Nella Chiesa progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei Santi, in modo da ottenere la Grazia di una fervente carità.
I Pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell’indulgenza»(Catechismo degli adulti, 710).
La storia del «Perdono d’Assisi» è commovente e la sintetizzo.
Nella piccola Chiesa che si trova all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, Frate Francesco in una notte del luglio 1216, mentre se ne stava in ginocchio innanzi al piccolo altare della Porziuncola, immerso in preghiera, vide all’improvviso uno sfolgorante chiarore rischiarare le pareti dell’umile Chiesa.
Gli apparvero Gesù e Maria Santissima seduti in trono, circondati da uno stuolo di Angeli. Il Signore conosceva già i pensieri di Frate Francesco ma lo stesso chiese al suo Servo quale Grazia desiderasse per il bene degli uomini. Il Santo manifestò il suo grande interesse per la salvezza eterna di tutti i peccatori e fece una richiesta davvero insolita.
«Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da Te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse».
Chiedeva una speciale indulgenza per tutti i peccatori che si fossero recati in quella Chiesa, chiedeva un perdono straordinario.
«Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande -gli disse il Signore-, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza».
Si trattava dell’indulgenza del Perdono. Una richiesta audace di Frate Francesco e una risposta misericordiosa di Gesù buono.
Dalle parole di Frate Francesco si comprende che pregava giorno e notte per la conversione dei peccatori e questa sete di salvare le anime è un dono dello Spirito Santo. Come lo hanno ricevuto altri Santi, uno dei più grandi che conosciamo bene è stato Padre Pio.
Gesù chiese a Frate Francesco la Grazia speciale che desiderava, ma conosceva il cuore del Poverello e accolse la potentissima richiesta per l’intercessione della Madonna, con la condizione di rivolgersi al Papa Onorio III come Vicario di Cristo in terra, per richiedere l’istituzione di tale indulgenza.
Anche se diversi cardinali trovarono eccessiva la richiesta di Frate Francesco, il vero uomo di Dio Papa Onorio III si commosse e per obbedire a Gesù e per la salvezza delle anime, concesse l’indulgenza perché essa liberasse «dalla colpa e dalla pena in cielo e in terra, dal giorno del Battesimo al giorno e all’ora dell’entrata in questa Chiesa».
Nelle parole di Gesù troviamo il suo infinito Amore per ognuno di noi, per tutti i peccatori, perché ricordiamolo: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12).
Con la concessione di questa meravigliosa indulgenza, il Signore dice a tutti i peccatori di non temerlo, di recarsi ad Assisi in qualsiasi periodo dell’anno oppure da mezzogiorno dell’1 agosto fino alla mezzanotte del 2 agosto in una Chiesa e, pentiti, chiedere perdono nella Confessione, compiendo alcuni atti.
Secondo il Manuale delle indulgenze della Chiesa, per ottenere l’indulgenza plenaria un fedele, completamente distaccato dal peccato anche veniale, deve:
- confessarsi, per ottenere il perdono dei peccati;
- fare la Comunione eucaristica, per essere spiritualmente unito a Cristo;
- pregare secondo le intenzioni del Papa, per rafforzare il legame con la Chiesa, recitando un Padre nostro, Ave Maria e Gloria al Padre;
- recitare il Credo e il Padre nostro;
- visitare una Chiesa o oratorio francescano o, in alternativa, una qualsiasi Chiesa parrocchiale.
La Confessione e la Comunione possono essere fatte anche alcuni giorni prima o dopo le date previste (nell’arco di una settimana). La visita e la preghiera vanno fatte lo stesso giorno, il 2 agosto. L’indulgenza plenaria può essere richiesta, una volta al giorno, per sé o per i defunti.
Oggi è la più grande occasione per preoccuparsi della propria anima, liberarla dalle cose che opprimono e iniziare un vero cammino spirituale!
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