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giovedì 9 agosto 2018

SC 227 Commento al Vangelo di giovedì 09.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il Regno dei Cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Per comprendere questa parabola bisogna conoscere le usanze ebraiche riguardo alle nozze. Il contratto matrimoniale veniva stipulato un anno prima del matrimonio effettivo e quando gli sposi venivano a stare insieme, celebravano le nozze.
Allora lo sposo, con un piccolo corteo di amici si recava alla casa della sposa che lo attendeva insieme ad alcune amiche sue, vergini anch'esse. Gesù ne indica dieci. Poi, i due cortei si recavano nella sala del banchetto dove si celebrava una grande festa. Entrati lo sposo con i suoi amici e la sposa con le sue amiche, la sala veniva chiusa e non era più possibile ad alcuno di entrarvi.
Gesù qui immagina che, in casa della sposa, l’attesa dello sposo sia eccessivamente lunga, così che l’olio delle lampade si sia consumato quasi del tutto. Le vergini sagge che avevano previsto quel ritardo avevano portato olio di scorta, le stolte no.
Quando viene lo sposo le cinque vergini stolte sono fuori della casa della sposa. E si suppone che, proprio mentre esse sono assenti, i due cortei, dello sposo e della sposa, si uniscano e che insieme tutti entrino nella sala del banchetto «e la porta fu chiusa», dice Gesù.
Quello che ci stupisce e che ci fa molto pensare è che l’atteggiamento dello sposo, che è figura di Gesù, sia irremovibile nei confronti delle vergini stolte, al punto che egli dichiara di non conoscerle.
Sono proprio quelle parole: «In verità io vi dico: non vi conosco», che ci fanno tremare.
L’olio delle lampade è la Grazia di Dio nelle anime.
Trascurare di mettersi in Grazia di Dio è pericoloso: il Signore può richiederci in ogni momento conto della nostra vita e quando Egli dice: «Il Regno dei Cieli è simile a dieci vergini…», vuol dire ancora una volta che nel Regno dei Cieli le cose vanno così.
Le trascuratezze, le negligenze, la superficialità nel pensare e nell’agire, che Gesù definisce stoltezza, possono essere fatali.
Soffermiamoci sul «non vi conosco», di Gesù per capire che le esclude per sempre dalla sua presenza, dalla salvezza!
In un altro brano del Vangelo, Gesù è ancora più determinato nella parabola di quanti sono adesso convinti di compiere opere nel suo Nome, mentre Lui non li conosce, sa molto bene che quelle opere non vengono compiute con amore e per amore suo!
«Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la Volontà del Padre mio che è nei Cieli.
Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo Nome e cacciato demoni nel tuo Nome e compiuto molti miracoli nel tuo Nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da Me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,21-23).
Il grave problema che colpisce molti cristiani è la mancata conoscenza personale.
Non vengono aiutati dalla società sbandata né dai mass-media programmati per distruggere i valori morali. Poi ci sono moltissimi personaggi pubblici completamente assoggettati al soddisfacimento di ogni capriccio, pieni di vizi, esempi disgraziati per questa generazione che considera lecita ogni immoralità.
Ho molta comprensione verso i più deboli che non riescono a superare le tentazioni che i diavoli inviano di continuo. Non hanno la capacità di frenare il ripetersi di pensieri ossessivi che spingono a compiere scelte sbagliate, a commettere peccati che deformano sempre più l’immagine e la somiglianza con Dio.
Prego per tutti voi, prego per i più deboli, gli ammalati e anche per quelli intrappolati nella falsa convinzione di fare tutto bene, senza conoscersi.
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