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venerdì 24 agosto 2018

SC 235 Commento al Vangelo di venerdì 24.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

San Bartolomeo Apostolo

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazaret». Natanaèle gli disse: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità Io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ho commentato numerose volte anche questo brano del Vangelo e ogni volta mi appassiona sempre più, come avviene d’altronde per tutto il Vangelo. In questi pochi versetti ognuno può trovare una vastità di spunti che possono tanto elevare l’intelletto e distaccare dalle cose materiali vanitose.
In questo commento vi guido a comprendere meglio la conoscenza perfetta di Gesù di ciascuno di noi. Ci ama ma dobbiamo meritare le Grazie!
«Come mi conosci?».
È la risposta immediata di Natanaèle che diventerà Bartolomeo, alle parole accoglienti di Gesù, quasi a difendersi e a ritrarsi dal dialogo che il Signore voleva imbastire, considerando che lo ha accolto con esplicita ammirazione: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».
L’affermazione di Gesù come sempre non è casuale, poteva dire anche altre parole ma per Natanaèle solo quelle parole potevano toccare il suo cuore per farlo ricredere sia sulla Persona di Gesù, sia sulla provenienza di Gesù, da quella Nazaret considerata insignificante dall’opinione pubblica.
Eppure Gesù arrivava da Nazaret, ma nato nel paese profetizzato dal Profeta Michea come luogo da cui sarebbe venuto il Messia: «E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà Colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti» (Mi 5,1).
Forse la conoscenza del luogo di nascita di Gesù sarebbe servito a poco a Natanaèle, egli considerava in perfetta buonafede Nazaret come città di provenienza. «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Lo disse a Filippo, Apostolo chiamato da Gesù, e Filippo aveva già la convinzione di trovarsi dinanzi al Messia atteso da Israele.
Le parole di Natanaèle anche se veritiere, appaiono un po’ irrispettose degli stessi abitanti di Nazaret, ma erano considerati di poca importanza.
Le stesse parole anche se non riferite alla città di Pietrelcina, ma a Padre Pio, non le rivolgevano anche su di Lui, a cominciare da certi prelati? Di Padre Pio hanno scritto e detto le accuse più infamanti e la poca spiritualità dei cristiani che le ascoltavano, favoriva la diffusione di diffamazioni inventate da satana.
Se nelle persecuzioni contro Padre Pio in tante persone era l’azione dei diavoli a renderle cattive e invidiose, oggi si è aggiunta la mancanza di Fede.
Tra Filippo e Natanaèle troviamo due diversi modi di approcciarsi al Signore: nel primo troviamo una Fede semplice come desidera Dio da ognuno di noi; nel secondo invece c’è la ragione che domina e questa può portare lontano da Dio se non è illuminata dalla Fede.
Per scardinare la razionalità, la logica, la ragionevolezza di Natanaèle, Gesù lo scuote dicendogli due frasi che nessun essere umano poteva conoscere perfettamente. Solo Dio poteva conoscere intimamente l’anima di Natanaèle. La prima l’abbiamo letta e la meditiamo: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».
Forse pochi cristiani si trovano nella condizione di Natanaèle, sempre sinceri e senza ipocrisia, che non ricorrono alle falsità per averne vantaggi!
Gesù ci conosce perfettamente e vede tutto quello che compiamo, questo «piccolo» dettaglio sfugge a molti cristiani e senza una vita spirituale curata e guidata, rimangono sempre impulsivi e inclini alle bugie, alle scappatoie inventate per non svelare i loro errori.
Ma è proprio l’umiltà a onorare e adornare il cristiano che prega bene ogni giorno, ha raggiunto la convinzione che Gesù è Onnipotente e, soprattutto, buono. Questa certezza non si raggiunge con la sola recita di preghiere conosciute, occorre meditare ogni giorno su Gesù e la Madonna. Bisogna conoscerli bene per far crescere la Fede e pregare bene.
La seconda frase detta da Gesù a Natanaèle è quella che lo sconvolse e in pochi istanti lo trasformò letteralmente, lo fece cambiare da diffidente ad adoratore di Colui che gli dice: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi».
Natanaèle pregava sotto l’albero, contemplava Dio e dove si trovava non poteva essere visto da nessuno. Solo Dio poteva vederlo e ascoltare le sue intense preghiere. In pochi istanti Natanaèle eliminò i suoi convincimenti e accolse subito, accettò la Volontà di Dio, fino a diventare un grande Apostolo e venerato come Santo.
«Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!».
Ecco cosa avviene a quanti lasciano cadere l’orgoglio e riconoscono Gesù come Dio Onnipotente. Lo riconoscono e obbediscono a tutto!
Le parole di Natanaèle dobbiamo ripeterle con l’amore che nutriamo verso Gesù, ma in Natanaèle l’effetto fu fortissimo perché era già un sant’uomo, meditava la Bibbia e, soprattutto, in Lui non c’era falsità.
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