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mercoledì 1 agosto 2018

SC 219 Commento al Vangelo di mercoledì 01.08.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Sant'Alfonso Maria de’ Liguori

+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il Regno dei Cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il Vangelo di oggi si applica perfettamente a questa figura ascetica che tanto bene ha fatto e continua a compiere con i suoi meravigliosi scritti. Oltre i libri devozionali che diffuse ovunque anche con l’aiuto dei missionari Redentoristi, scrisse importanti opere di scienze morali che ogni Sacerdote dovrebbe conoscere approfonditamente.
Questo grande missionario prima di abbracciare la vita ecclesiastica, fu un avvocato del foro di Napoli, toccato dalla Grazia lasciò la toga per dedicarsi totalmente a Dio. La vocazione è un valore immenso, una manifestazione molto particolare dell’Amore di Dio.
L’avvocato Alfonso quando trovò il tesoro più importante mai conosciuto e che lo rendeva ancora più buono e sereno, non ebbe dubbi nel lasciare tutto quello che possedeva per avere il vero tesoro che arricchisce l’anima, trasforma la vita e non trascura le necessità materiali.
Ognuno di noi è chiamato a cercare il tesoro che si trova nel campo del mondo, lì dove vive o lavora per possederlo ma deve prima lasciare i suoi averi, che sono essenzialmente i suoi pensieri umani, che indichiamo con l’orgoglio o l’inclinazione al male.
È impossibile ottenere il tesoro che vuole donare Gesù, rimanendo con la vecchia mentalità che spesso si oppone al Vangelo.
Oggi Gesù ci presenta due parabole e rivela il valore supremo del Regno di Dio e quale debba essere l’atteggiamento di ogni uomo per raggiungerlo. Il «tesoro» e la «perla» sono state le immagini tradizionalmente usate per esprimere la grandezza della vocazione personale, che è la via per stare vicino a Cristo in questa vita e poi, per sempre, in Cielo.
Il «tesoro» rappresenta l’abbondanza dei doni che si ricevono con la vocazione: Grazie per superare gli ostacoli, per accrescere la fedeltà giorno dopo giorno, per l’apostolato. La «perla» sta a indicare la bellezza stupefacente della chiamata: non solamente è di altissimo valore, ma è anche l’ideale più bello e perfetto che sia dato all’uomo di realizzare.
Nella seconda parabola è adombrata una novità rispetto a quella del tesoro: il ritrovamento della perla richiede una ricerca precisa, il tesoro compare all’improvviso. Così può accadere con Gesù e la sua chiamata: molti possono aver trovato la vocazione quasi senza averla cercata, come un tesoro che improvvisamente li abbaglia.
In altri Dio ha messo nel cuore un’intima inquietudine che li spinge a cercare perle più preziose, a dare tutto quel che possiedono quando le trovano. Dio ha messo nella loro anima un’insoddisfazione che le cose non riescono ad appagare, e che li spinge a continuare a cercare.
«Che mi manca ancora?», avranno chiesto a Gesù nell’intimità della loro anima.
In ogni caso, l’incontro improvviso o la lunga ricerca, ci si trova di fronte a una realtà di grandissimo valore, un onore immenso.
Chi ha scoperto la propria vocazione ha sempre dovuto impegnarsi per seguirla, poiché il Signore chiama, invita, ma non obbliga.
Gesù lascia liberi dopo avere illuminato la persona che chiama alla vita sacerdotale o religiosa, ma in moltissimi casi le sue ispirazioni non riescono a toccare l’intelletto dei chiamati per la loro incapacità di accogliere l’azione dello Spirito Santo. La vita dissipata o i continui comportamenti non spirituali, impediscono di «avvertire» l’attrazione dolce e soave di Dio.
Questo atteggiamento di libertà che permette Gesù, spiega la carenza di vocazioni negli ultimi anni, anche un crescendo allontanamento dalla Chiesa.
Chi scopre la vocazione «va, vende tutti i suoi averi» per accogliere la chiamata di Dio. La crisi presente nella Chiesa evidenzia che sono numerosi quelli che si sono pentiti del tesoro trovato e cercano di riottenere i loro averi. Non si spiega altrimenti il distacco spirituale da Gesù e dal Magistero della Chiesa.
Condizione indispensabile per ottenere il tesoro, la perla, è il distacco, la generosità.
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