+ Dal Vangelo secondo Marco (10,13-16)
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La newsletter di ieri è stata accolta con serenità anche da molti divorziati e con la consapevolezza che Gesù li ama infinitamente. Mi sono stati rivolti vari interrogativi su casi diversi e che chiedono una risposta appropriata, ma non ho molto tempo per rispondere subito, cercherò di farlo quanto prima perché voglio aiutare tutti, soprattutto quelli che vivono nel dubbio.
Sono indietro di almeno 6 mila messaggi, come media mi propongo di rispondere da 50 a 100 al giorno ed è veramente impegnativo, non tutte le mail richiedono risposte semplici, la maggior parte sono casi che richiedono tempo. Consideriamo che ogni giorno arrivano molte altre mail piene di Fede, devozione per Gesù e Maria, sincere e desiderose di ricevere quanto prima un consiglio. Succede di rispondere presto a qualcuna quando è urgente la risposta.
Vorrei accontentare tutti oggi stesso, sono addolorato per questa impossibilità, però prego molto ogni giorno per tutti gli iscritti alla newsletter, i parrocchiani virtuali, prego per quanti mi scrivono e aspettano la risposta.
Ritornando alla newsletter di ieri, in alcune mail mi chiedono un po’ preoccupati se possono accedere alla Comunione quanti hanno subito il divorzio e non hanno un’altra relazione. L’ho scritto implicitamente che la parte innocente non commette peccato, ma voglio ribadire il pensiero in modo completo.
I divorziati si trovano in stato di peccato mortale e non possono accedere ai Sacramenti, tranne coloro che sono pentiti o lo hanno subito e comunque vivono in stato di Grazia, non hanno un’altra relazione sentimentale né si sono risposati.
Questo è l’insegnamento della Chiesa, rimangono da stabilire molti casi particolari ed è bene rivolgersi al parroco o ad un confessore ben preparato in morale. Rimane sicuro che Gesù non abbandona nessuno e vuole aiutare tutti, i divorziati risposati devono pregare e chiedere a Gesù la sua Grazia, perché Lui può donare quello che vuole.
Quindi, chi colpevolmente ha chiesto e ottenuto il divorzio non può ricevere i Sacramenti, questo fino a quando non si pente, ma non deve contrarre un altro matrimonio. Il pentimento comunque non significa che deve tornare a vivere insieme, pur essendo una cosa lodevole. Nella realtà questo non sempre è possibile e opportuno. Mentre una persona che ha subito il divorzio non ha alcun impedimento ad accedere ai Sacramenti, a condizione che abbia accettato la nuova condizione senza intraprendere una nuova relazione.
Qui viene un altro quesito: e se un divorziato con un compagno/a non sposato oppure due divorziati vivono come fratello e sorella? Questa risposta è più articolata ma l’abbrevio. Non è facile vivere in coppia come fratello e sorella, nondimeno ci sono persone che ci riescono ed è lodevole, devono avvisare il parroco ed essi possono accedere ai Sacramenti. Ma di per sé la loro vita di coppia suscita qualche mormorazione se frequentano la loro parrocchia e prendono la Comunione. In una città possono recarsi dove non sono conosciuti ma in un paese è diverso, tutti si conoscono. Se non possono andare fuori, devono avvisare il parroco e manifestare ai conoscenti che pur abitando insieme si rispettano davanti a Dio come fratello e sorella.
Rifletto sulla condizione dei divorziati e sono dispiaciuto per loro, non solo per quanti subiscono il divorzio e l’abbandono del coniuge, anche per chi sceglie il divorzio per motivi che non si possono riassumere qui. Sono tanti i motivi come i casi diversi, devo ripetere che se la coppia avesse pregato prima di arrivare al divorzio, la Grazia di Dio avrebbe portato la serenità e la pace nei cuori. Forse il coniuge mosso dal desiderio della rottura non si sarebbe calmato subito, quantomeno sarebbe rimasto in famiglia.
Però, dove non c’è possibilità di ritrovare l’unione della coppia, deve esserci la preghiera e la richiesta a Gesù del suo aiuto.
Oggi Gesù contrappone l’innocenza dei bambini ed avvisa che per fare parte del Regno di Dio bisogna diventare come loro. Una richiesta niente male, soprattutto per tutti i cristiani che non conoscono la vera spiritualità e rimangono sempre ai margini del cammino di Fede. La condizione posta da Gesù è impegnativa, diventare interiormente bambini essendo persone adulte è difficoltoso.
Richiede costanza e fortezza nella volontà, un grande abbandono in Dio. L’infanzia spirituale non è semplicioneria o mollezza, è eroismo.
Il cammino autentico che hanno compiuto i Santi, animati dagli insegnamenti del Vangelo, conduce per una Via angusta, è la Via del rinnegamento e dell’infanzia spirituale. Gesù avvisa che “stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,14). Non la trovano perché non conoscono i mezzi e per la mancanza di volontà, non è facile lasciare i piaceri mondani per prendere la via della vera spiritualità.
Quasi tutti considerano questa vita come il fine dell’esistenza, non hanno idea del Paradiso e cosa chiede Gesù per diventare forti nello spirito. Chi segue i piaceri del mondo vive nell’agitazione, esaltazione, confusione, istintività, tristezza, insoddisfazione perenne, sfiducia e scoraggiamento. Mentre chi si rinnega e segue il Vangelo anche con sforzi e cadute, vive nella gioia e pace interiore, ha il dominio di sé, è felice anche se è povero, è pieno di speranza ed è sicuro dell’aiuto di Gesù.
Chi cammina in questa Via del Vangelo non conserva rancore, né conosce la doppiezza, né ha cuore di ingannare. Il bambino dimentica.
L’infanzia spirituale si manifesta soprattutto nella semplicità, quando si vive senza complicarsi la vita con ragionamenti misteriosi ed inutili, perché un bambino si abbandona nelle braccia della madre, noi ci dobbiamo abbandonare nelle braccia della Vergine Madre.
Questa infanzia spirituale spinge a fare bene le cose, a parlare con carità e senza dire mezze verità, né si agisce con riserve mentali. Chi compie questo cammino evangelico non vive di ingenuità ma neanche è sospettoso, è prudente ma non diffidente. Non elabora pensieri contorti e strategie che sono l’opposto della semplicità del Vangelo.
“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il Regno di Dio”. Noi vogliamo essere come loro, è impegnativo ma con l’aiuto della Madonna abbiamo una grande speranza.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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