1166 - Commento al Vangelo del 9/11/2011

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Fin dai tempi di Gesù crescevano interessi economici attorno alla religione. Un errore grave, una perdita di interesse spirituale verso Dio. Ma l’uomo nasce già con la forte inclinazione ai vizi, nasce molto debole nello spirito e senza la pratica delle virtù e la lotta interiore contro i tiranni delle intemperanze, non potrà mai intraprendere un serio cammino spirituale.
Gesù quanto entrò nel Tempio e vide quei mercanti che commerciavano, ebbe una reazione forte per esprimere che la Casa di Dio non può diventare la casa del commercio. E ancora non aveva fondata la sua Chiesa, non c’era la presenza dell’Eucaristia.
Possiamo immaginare il suo sdegno nel vedere oggi molte Chiese senza Dio.
Voglio chiarire che Gesù non è contro il commercio in se stesso, anzi attorno ai Santuari sono opportuni i negozi di oggetti religiosi, il problema nasce quando all’interno della Chiesa si cura di più il denaro che le anime. Quando il cuore cerca il denaro perché diventato avido, tradisce Gesù e Lo dimentica completamente. Si riveste di materialismo che soffoca e disintegra la vita spirituale.
Il commercio indica vitalità in ogni luogo, tranne che all’interno della Chiesa.
Non è ammissibile che un luogo di culto a Dio come la Chiesa diventi un luogo di profanazione, un mercato, una possibilità per arricchirsi addirittura. In alcuni libri sono citati alcuni Cardinali morti negli anni ’90 che hanno lasciato ai nipoti ricchezze per diversi miliardi di lire. Da dove arrivava tutto quel denaro?
Lo scandalo del denaro cercato dai Consacrati colpisce violentemente i fedeli.
Alla debolezza del denaro si contrappone la purezza del cuore, la ricerca profonda di Dio, la vita dedicata interamente a Dio. Così devono vivere Vescovi e Sacerdoti. Il vero culto a Dio è possibile donarlo solo se il cuore non è schiacciato da mille interessi materiali.
La Chiesa è la Casa Santa dove dimora in Corpo, Sangue, Anima e Divinità lo stesso Dio. Fare prevalere interessi economici deturpa la santità e la bellezza del messaggio di Gesù Cristo.
Forse noi amiamo poco la Chiesa come istituzione divina, non ne siamo attratti come veri difensori, ed è necessario meditare letture attinenti. 
Nel mio libro “La corruzione nella Chiesa”, che è un inno alla santità della Chiesa Cattolica, c’è un capitolo importante da meditare intitolato “La Chiesa è Santa” http://www.gesuemaria.it/files/libro%206-ottobre-2011.pdf
Vi invito ad amare la Chiesa come una Madre, dobbiamo sempre difenderla e pregare per i suoi bisogni.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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