+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Giovedì scorso il Vangelo spiegava il valore della missione degli Apostoli, mentre venerdì ne tratteggiava le difficoltà a causa delle persecuzioni e dei nemici che agiscono subdolamente, oggi Gesù ci spiega nel Vangelo che i suoi discepoli devono mostrare un coraggio non umano e di non avere paura. Non solo perché valiamo più dei passeri… Siamo protetti dal Signore Gesù.
Come ci viene detto nella Cresima, diventiamo soldati di Cristo, cristiani e soldati chiamati a difendere e a diffondere il Vangelo storico. Ogni discepolo di Gesù si deve rivestire della corazza spirituale per sapere reagire con amore nelle prove e nelle persecuzioni. È un’armatura che si crea attraverso la Grazia sacramentale, i Sacramenti portatori dello Spirito Santo.
Un cristiano non può restare anonimo per paura o per averne dei vantaggi. La codardia o pusillanimità alberga in tutti i cuori ambigui, quelli che vogliono stare con un piede in due scarpe, per mantenere vantaggi o amicizie senza scoprire la propria Fede cattolica.
Quelli che ascoltano diffamazioni gravissime contro la Chiesa e non aprono bocca per paura di ricevere accuse e ritorsioni.
Gesù non ci vuole così impauriti, con questo atteggiamento mostriamo di non credere in Lui, di non conoscerlo e non volerlo imitare. E gli altri sospettando magari che siamo credenti ci attaccano con più malizia. Invece occorre mostrare apertamente che crediamo in Gesù Cristo e gli altri ci rispetteranno, prima o poi, ma arriveranno a comprendere la nostra scelta. Ci apprezzeranno per il nostro coraggio e la solidità dei valori morali che invece essi disprezzano.
Non ci diranno mai parole di condivisione, ma ci temono, intuiscono che abbiamo qualcosa in più.
La paura di mostrarsi cristiani è la manifestazione del vuoto interiore. Chi ha lo Spirito di Dio, raggiunge una certa prudenza e comprende quando è utile parlare delle cose sante, riesce a gestire l’opportunità del dialogo trovando i momenti migliori. Ma non ha paura di nulla.
Il nostro modello è Gesù, Egli ha attraversato prove e persecuzioni molto difficili. Ma ha vinto, la Croce è il suo trofeo perché l’ha scelta Lui, nessuno poteva imporgliela.
Gesù con il suo coraggio ha vinto l’odio, l’invidia, la cattiveria. Anche noi dobbiamo riuscirci.
Ha vinto non solo perché Dio, Egli ha affrontato gli uomini con la mitezza e la forza della sua Parola invincibile. Non ha alzato la voce o minacciato reazioni, ha predicato “sui tetti”, ha parlato senza alcun timore davanti a tutti, ha insegnato il suo Vangelo sapendo bene di annullare la fede ebraica. Il coraggio di Gesù bisogna saperlo meditare lungamente… e nessuno ci farà più paura.
Non si tratta di agire scriteriatamente e di parlare avventatamente, magari quando non è opportuno, o di sfidare altri sulla difesa della nostra dottrina. Non possiamo decidere noi cosa fare, è lo Spirito Santo a spingerci e a parlare con moderazione. L’agitazione e l’insistenza di volere ragione, non vengono da Dio.
Noi dobbiamo esporre la sana dottrina, fare esempi, citare il Vangelo e rispettare le opinioni degli altri. Dobbiamo rimarcare con forza che se affermano tesi diverse dal Vangelo, sono fuori strada, lontani dalla Verità, non conoscono Gesù il Salvatore del mondo. Ma successivamente, nelle nostre preghiere, ci ricorderemo senz’altro di quelle persone.
“Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
Non si riconosce Gesù pubblicamente, quando per paura o per timore si tace la propria Fede.
Chi rinnega Gesù con il silenzio o la mancata difesa, si distacca dal Cuore di Dio.
È vero che in molte parrocchie non si predica più la sana dottrina e che si ignora quasi sempre la Persona di Gesù, infatti, non si vedono frutti di santità. “Dai frutti si conosce l’albero”. Dal linguaggio, dalle opere, dalle scelte di vita, dalla preghiera…
Nostro compito è di mostrare la Fede e di testimoniarla con la vita integerrima.
Vogliamo diventare cristiani autentici (credibili, puri, veritieri).
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
Proposito
Troverò la maniera di compiere un gesto generoso di servizio per qualcuno che mi è vicino, senza farlo notare.
Pensiero
Il giusto non è spezzato dall’avversità, né gonfiato dalla prosperità. (Sant’Antonio)
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