Settimio Celio Gaudioso, vescovo di Abitinia (Africa settentrionale).
Durante l'episcopato di Nostriano, perseguitato da Genserico, re ariano capo dei vandali, Gaudioso (con un diacono di Cartagine, Quodvultdeus) arrivò esule a Napoli su una barca malridotta, privo di tutto. Ma ebbe prospera navigazione, raggiunse le coste napoletane nel 439.
Egli si stabilì sull'acropoli dell'antica Neapolis (Sant'Aniello a Caponapoli), dove nell'VIII sec. il vescovo Stefano II instituì un monastero di vergini, intitolandolo al santo vescovo.
Le sue spoglie mortali furono accolte nel 452 (morì all'età di settantanni) nella catocomba del VI sec. della valle della Sanità, che prese nome da lui.Probabilmente importò a Napoli la regola agostiniana, gli usi liturgici africani (rimane qualche traccia nella liturgia battesimale) e alcune reliquie. La più importante quella di S. Restituta.
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