+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Se il tesoro prezioso citato da Gesù viene addirittura fatto scomparire, quell'uomo che lo aveva trovato e lo aveva nascosto, dopo avere venduto tutti i suoi averi ritorna e non lo trova più, rimane deluso e raggirato. E si pone delle domande sul perché, rivede la strada percorsa e amareggiato potrebbe arrivare a perdere la Fede.
Chi è causa della perdita della Fede dei più deboli, Gesù lo condanna con queste parole: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6). Condanna tremenda, ma chi può essere causa della perdita della Fede? Vediamo.
In questi giorni è venuta fuori la notizia della rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli) da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. Quindi la Santa Sede ha deposto da Generale Padre Manelli e certamente ci saranno stati motivi gravissimi. Non si arriva mai ad una decisione del genere senza una lunghissima indagine e senza prove schiaccianti.
Alcuni cattolici autori di articoli che inviano sul web e che difendono a spada tratta Padre Stefano Manelli e altri Frati, lamentano questo provvedimento come un attacco alla Messa in latino e arrivano ad immaginare un complotto. Nella Chiesa oggi tutto è possibile, ne conosciamo troppe situazioni scandalose ma siamo certi che il Signore interverrà perché non potrà lasciare la sua Barca ancora alla deriva.
Siamo sereni e fiduciosi nel sicurissimo intervento di Gesù. Nel frattempo dobbiamo verificare se il Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli è fondato, veritiero, convincente, oppure c’è qualcos’altro come per esempio la Messa in latino.
Questi autori degli articoli fiammeggianti di collera sono in buonafede, essi scrivono per amore della dottrina tradizionale e di questo mi compiaccio assai, ma non conoscono cosa è avvenuto di gravissimo e di penalmente rilevante nelle comunità guidate da Padre Stefano Manelli. Come altre persone non conoscono cosa avviene nelle case di questi autori, ma sicuramente vi si conduce una vita integerrima e improntata sul Vangelo. Ne sono certo avendo letto qualche loro articolo.
Qui non ho nulla da condannare a questi autori cattolici, se non richiamare la prudenza e l’accortezza prima di lanciarsi in difese assolutamente fuori luogo. Devono anzi ringraziare la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata se non ha inserito (stranamente!) nel Decreto di rimozione di Padre Stefano Manelli le gravi motivazioni di un provvedimento così radicale. Anche se così non è stato fatto un servizio alla verità e alla giustizia.
Si parla di deriva morale quando si discute dei comportamenti condannati dalla Congregazione a Padre Manelli, mi è stato rivelato da una fonte sicura che esistono centinaia di testimoni e prove documentate, infatti la condanna impartita riguarda sia Padre Stefano Manelli sia quanti lo hanno protetto in questi anni, insabbiando scandali ed eccessi pienamente opposti al Vangelo predicato da Gesù, ossia tutto il Consiglio Generale dei Francescani dell’Immacolata.
Se qualcuno si fosse dissociato dai comportamenti dittatoriali e crudeli di Padre Manelli, la Congregazione lo avrebbe sicuramente incaricato a guidare e riportare l’Istituto all’originario carisma, eliminando le vessazioni, i ricatti, le oppressioni, il fanatismo e l’adorazione di Padre Manelli, una degenerata vita religiosa simile ad un lager.
È una esaltazione che la Chiesa condanna perché è una anomalia, una vessazione che causa alterazioni mentali e cardiache non cristiane e non rispecchia assolutamente la vita religiosa come viene insegnata dalla stessa Chiesa. È opposta allo spirito del Vangelo.
Come vedete il motivo della rimozione di Padre Stefano Manelli non è la Messa in latino o un attacco alla sana Tradizione della Chiesa, qui ci sono aspetti di intensa gravità, le accuse a Padre Manelli comprendono una documentazione ampia di fatti gravissimi.
È allora opportuno fare alcune precisazioni dopo avere letto che circolano articoli contro il Papa e la Chiesa diffusi dai sostenitori di Padre Stefano Manelli e dei Francescani dell’Immacolata. Nessuno accusi la Chiesa per avere preso provvedimenti improrogabili, per motivi oggettivamente gravissimi, lo dicono anche un buon numero di Frati e Sacerdoti che vivono nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolati.
Affermano che finalmente le amicizie che insabbiavano le accuse a Padre Manelli sono state abbattute.
Sono stati usati due pesi e due misure con due fondatori spietati: per Padre Maciel Degollato dei Legionari di Cristo dopo diversi decenni di protezione da parte di alcuni Prelati, hanno scritto nel Decreto diverse motivazioni gravissime, mentre per Padre Stefano Manelli non è stato scritto nulla, lasciando nelle persone a lui vicine una sorpresa notevole e per questo hanno reagito con rabbia. È comprensibile la reazione di quanti non conoscono i fatti gravissimi ed immaginano tale provvedimento riferito alla Messa in latino. Non è così.
Sicuramente la Messa in latino è stata abrogata per l’abuso, per una concezione falsa creata da Padre Manelli come ha fatto per tutto il resto. Come faceva dire da quanti a lui vicini che chi non era Frate del suo Istituto andava all’inferno, così poteva affermare che i Sacerdoti che non celebrano la Messa in latino sono dannati. È nelle sue corde ricorrere a questi metodi.
“Non agisce da cristiano”. Questo lo diceva nel 1998 di Padre Stefano Manelli l’ex Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, Padre Torres, ai Religiosi che denunciavano le irrazionali oppressioni di Padre Manelli. Questo Sotto-Segretario disse che occorreva urgentemente una accertamento con l’invio di un Visitatore apostolico, ma aggiunse che Padre Manelli era protetto da chi “non ama né la verità né la giustizia”. Chi sono quelli che non amano né la verità né la giustizia?
Se questi cattolici che scrivono a difesa di Padre Manelli andassero alla suddetta Congregazione a chiedere informazioni (quanto è possibile sapere), resterebbero scioccati, perché sotto un abito elegante indossato da un riccone e del valore di miliardi di euro, può nascondersi un uomo crudele. Se qualcuno degli autori volesse telefonarmi per sapere qualcosa delle vere e provate ingiustizie e corruzioni testimoniate da centinaia di persone, soprattutto di quelle coinvolte in situazioni strane, non reagirebbero più con disgusto al corretto provvedimento della Chiesa.
Moltissimi Frati e Suore per i comportamenti dittatoriali e vessatori di Padre Stefano Manelli hanno subito esaurimenti nervosi e ricoveri negli ospedali, centinaia di Frati sono fuggiti dall’Istituto per passare in altri Ordini, nelle diocesi o restare in famiglia, altri hanno patito vendette abominevoli perché veniva messo in discussione il suo comportamento tirannico.
Molti ex Religiosi dopo essere fuggiti dagli Istituti di Padre Stefano Manelli hanno avuto una violenta repulsione per il sacro e non vanno più a Messa, non pregano più e si sono schierati contro la Chiesa. Come si spiega questo comportamento? Sono passati da un eccesso ad un altro, tutti loro sono state vittime di maltrattamenti morali e di un plagio schiacciante, arrivando a odiare la Chiesa perché non è intervenuta per fermare Manelli.
Bisogna documentarsi prima di prendere le difese. Non basta vedere l’abito esteriore che vale miliardi di euro (la fedeltà al Magistero) se poi chi si maschera sotto questa fedeltà commette incalcolabili scandali, ingiustizie e degenerazioni.
Ci saranno conseguenze importanti perché ci sono ammanchi di molti soldi, i Frati raccontano di cinque Religiosi morti a causa di malattie non chiare, di situazioni sconcertanti che effettivamente possono disorientare quanti conoscevano una realtà dall’aspetto puro e molto spirituale.
Per questa ragione nella lettera del nuovo Commissario che ha preso il posto di Padre Stefano Manelli, inviata il 27 luglio 2013 alle comunità dei Francescani dell’Immacolata, è scritto che bisogna sentire con la Chiesa, cioè, devono ritornare ad una vita religiosa regolare, come voleva San Francesco e non come l’ha travisata l’ex Generale per ricevere una venerazione spropositata e che si offre evidentemente alla Madonna!
Il Commissario è lì per aiutare i Francescani dell’Immacolata a riscoprire la vita religiosa insegnata dalla Chiesa, continuando a pregare con intensità e a fare le penitenze che si desiderano. Ma senza fanatismo né una esaltazione di sé fuorviante che deformano ogni buon proposito e da virtuoso lo trasformano in estremismo e idolatria. I Frati seguano la corretta vita religiosa e preghino per poter celebrare presto anche la Messa in latino come l’intende Dio e non la vanagloria di qualcuno.
Sono a conoscenza che fin dal 1998 (15 anni fa) Frati e Suore si erano rivolti alla Congregazione denunciando scandali e la vita spirituale opprimente ed opposta alle indicazioni della Chiesa, in quanto Padre Stefano Manelli ignorando le indicazioni della Chiesa aveva creato una nuova religiosità settaria improntata sulle minacce e prepotenze morali, sui ricatti di finire all’inferno, sull’emarginazione e dalla paura che incuteva di spedire come un pacco postale nelle Nazioni lontane e povere, chi non si sottometteva a qualsiasi sua imposizione.
E continuava a disprezzare il Vangelo, il Codice di Diritto Canonico, la carità, l’amore, quindi il buon senso…
La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata è stata costretta ad agire dopo che a febbraio 2012 cinque Sacerdoti, tuttora tra i Frati Francescani dell'Immacolata e che hanno avuto ruoli importanti, come il Segretario Generale, il Procuratore Generale, un Consigliere Generale, inoltre un famoso teologo americano ancorato alla sana dottrina, comunque Frati vicini a Padre Stefano Manelli e innamorati della Messa in latino, i quali non sono più riusciti a contenere le deviazioni sotto ogni aspetto di Padre Manelli e per non arrivare a danni più gravi e a reati penali ancora più pesanti, hanno chiesto l’intervento della Congregazione.
Non si tratta di Religiosi che si opponevano liturgicamente alla Messa in latino, è falso affermare questo, mi risulta che questi cinque Sacerdoti condividevano pienamente la spiritualità originaria dell’Istituto, hanno agito perché era diventato urgente intervenire, dopo incalcolabili casi che offendevano il Vangelo. Hanno compreso che era irrecuperabile e degenerata la situazione e che bisognava fermare Padre Stefano Manelli.
Questa è la vera storia del provvedimento della Congregazione sui Frati Francescani dell’Immacolata, non aggiungo altro ma c’è la mia disponibilità a chiarire con chi condanna il Decreto della Congregazione come un atto spropositato. La Congregazione non ha voluto assolutamente condannare la Messa in latino, le motivazioni sono altre e gravissime, avvalorate dalle testimonianze di Religiosi che conoscono perfettamente la deriva morale.
Perché inizialmente l’Istituto era partito con una ottima spiritualità mariana e kolbiana, poi Padre Stefano Manelli si è messo sul piedistallo e tutto è degenerato. Una delle tante accuse riportate è il suo delirio di onnipotenza, innalzava solamente se stesso e non più Dio, la Madonna, la Chiesa.
Molti Frati con notevoli carismi e molto spirituali, non appena facevano notare a Padre Manelli il perduto originario carisma francescano, venivano spediti immediatamente in Russia, in Africa, in Brasile, comunque lontani e diffamati nelle comunità per far perdere ogni credibilità. Come si deve valutare questo operato del Generale di un Istituto cattolico?
Chi affrontava con carità il Generale Padre Stefano Manelli ed evidenziava che la vita religiosa insegnata dalla Chiesa era sparita dall’Istituto e che era evidente l’allontanamento dalla vera fedeltà alla Chiesa, Padre Manelli reagiva con una crudeltà agghiacciante, facendo il vuoto attorno al Frate fino ad inventare pretesti per allontanarlo dall’Istituto.
Padre Stefano Manelli così mostrava che non considerava più la Chiesa come Madre, il Codice di Diritto Canonico come regola da osservare, la volontà di Dio da seguire come una bussola, né esisteva più la vera devozione alla Madonna.
Queste sono solamente poche cose di quanto è stato denunciato dai Religiosi, essi hanno costretto la Congregazione ad intervenire, ma da quanto si conosce in giro, ci sono genitori di ex Frati e Suore ridotti a larve umane a causa di esaurimenti nervosi e di ricoveri in psichiatria, che vogliono presentare esposti e richieste di indagini alle Procure dei luoghi dove sono avvenuti imposizioni contro la salute fisica e che calpestano tutto il Vangelo di Gesù Cristo.
C’è chi parla di induzione al suicidio per le mancate cure mediche e il fanatismo esagerato, volevano le guarigioni senza l’uso delle medicine ma con le solo preghiere… Non voglio esprimermi su queste accuse, eventualmente sarà la Magistratura ad indagare e a fare chiarezza. Non voglio rilasciare qui cosa ne penso, se c’è stato qualcosa saranno altri a evidenziarli.
Voglio augurarmi che i Francescani dell’Immacolata riprendano a vivere la vera vita religiosa come insegna la Chiesa e che possano al più presto ottenere il permesso della Messa in latino. Con la rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli), è stato eliminato un modo opprimente e doloroso che non trova spazio nel Vangelo di Gesù Cristo, metodo crudele e cattivo utilizzato per obbligare i Frati, sottometterli a qualsiasi comando, minacciarli con l’emarginazione o addirittura con l’inferno.
Abbiamo visto che non è la Messa in latino la ragione dell’intervento della Santa Sede, non c’entra nulla questo, sono altri scandali gravissimi e penalmente rilevanti ad avere fatto intervenire la Congregazione.
Di questo scritto mi assumo ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile. È un dovere morale porre queste precisazioni e i credenti vanno informati nella verità.
Non bisogna lasciarsi guidare dall’emotività o dall’amicizia con qualche conoscente, la verità provata ed evidente và riconosciuta, anche quando addolora e purtroppo deturpa l’immagine della Chiesa. Il male minore è fare conoscere la verità anche se dolorosa per orientare i credenti e dare le corrette indicazioni spirituali! Lasciare agire ancora chi distrugge la vita spirituale e la psiche di molti Religiosi non è onesto!
Non vorrei scrivere quanto segue, sono costretto però a dare questa precisazione trattandosi di un argomento molto delicato e che tocca aspetti che vanno trattati con assoluta correttezza, senza ottusità. L’onestà intellettuale deve essere sempre presente nei cristiani, purtroppo si incontra di tutto. Non si deve pretendere di avere capito tutto quando invece non si conosce nulla dell’ampia documentazione.
Quindi, per definire questo mio scritto rivelato apertamente e senza paure di confronti e chiarimenti, chi volesse manipolare, travisare o dileggiare questo scritto ne risponderà nelle sedi competenti.
È sufficiente quanto scritto per precisare che non c’è nulla contro la Messa in latino e che le motivazioni sono gravissime e provate!
Per il mio sconfinato amore alla Chiesa non ho voluto qui fare conoscere fatti gravissimi e documentati. Non parliamo di aria fritta o di supposizioni, perché moltissimi testimoni, prove e documentazioni attestano indubitabilmente, senza alcun dubbio, in modo incontrovertibile, comportamenti vessatori, ricattatori e opposti al Vangelo di Gesù Cristo. Durati per oltre venti anni! Ma all’esterno appariva un’altra verità!
Questo scritto era doveroso per amore della verità e della giustizia, per chiarire la vicenda a quanti non conoscono la motivazione del Decreto della Congregazione.
Se è vero che ci sono situazioni gravissime nella Chiesa e un malizioso attacco alla sana dottrina tradizionale da moltissime parti interne, bisogna avere buon discernimento per capire che il marcio può trovarsi anche dove c’è una maschera di fedeltà al Magistero.
Non è sufficiente considerarsi fedele alla Tradizione per poter dare frutti buoni. I frutti buoni non sono quelli che nascono dalle parole che possono essere ipocrite, sono le incessanti opere oneste e la vita irreprensibile condotta soprattutto nelle case o comunità dove si vive a testimoniare l’autenticità della persona.
L’albero si riconosce sempre dai frutti, ma i frutti bisogna pure controllarli all’interno se nascondono vermi e sono sepolcri imbiancati.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Ma sapete chi è questo sedicente Padre Giulio Maria Scozzaro (al secolo Giambattista Scozzaro), che in questo modo infanga i Francescani dell'Immacolata?
RispondiEliminaEcco qualche informazione tratta dal sito della Conferenza Episcopale Siciliana (http://www.chiesedisicilia.org/cesi/allegati/1108/Scozzaro.pdf):
P. Giulio Maria Scozzaro, già professo perpetuo dell’Istituto dei Frati Francescani
dell’Immacolata, con decreto del Superiore Generale del 4 ottobre 2007, è stato dimesso dal
suo Istituto religioso per motivo “di disobbedienza ostinata alle legittime disposizioni dei
superiori in materia grave”. Il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica con rescritto dell’8 aprile 2008 ha confermato il decreto di dimissione e con
decreto del 21 luglio 2008, ha respinto il ricorso presentato dallo stesso Scozzaro.
Pertanto, la posizione canonica dello Scozzaro è quella definita dal Codice di Diritto
Canonico: con la legittima dimissione di un religioso, cessano i voti e gli obblighi derivanti
dalla professione. Se il religioso è chierico, come nel caso dello Scozzaro, non può esercitare
gli ordini sacri fino a quando non avrà trovato un vescovo benevolo, il quale, dopo un
conveniente periodo di prova nella Diocesi, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli
ordini sacri (cfr. can. 701).
Allo stato attuale lo Scozzaro non è stato accolto né incardinato in nessuna Diocesi, e
per conseguenza non può esercitare gli ordini sacri, poiché non è consentito che vi possano
essere chierici “vaganti o acefali”, privi cioè di incardinazione. Tra l’altro egli non può più
utilizzare il nome da religioso “Giulio Maria” ma quello anagrafico che è “Giambattista”, ne
vestire con l’abito da francescano.
I fatti evidenziati da Traditio sono ampiamente noti a chi cura il blog e lo stesso padre Scozzaro non ne fa mistero. Senza voler esprimere alcun giudizio (che non mi compete e per il quale non avrei alcuna autorità)mi limito ad osservare che non sarebbe la prima volta che un giudizio negativo su un esponente della Chiesa viene successivamente revocato e a dire che ognuno libero di leggere quanto Scozzaro dice e valutare nell'assoluta libertà del suo cuore (su cui nemmeno Dio interviene) se trarne spunti utili per sè oppure no.
RispondiEliminaApprofitto della Vostra disponibilità per presentare un mio ebook (amazon 2,68 euro). "Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo". Sinossi:
RispondiEliminaUn viaggio intorno al genio. Da Esopo a Lucio Fontana. Nessuno ha mai parlato come Gesù di Nazaret, disegnato come Leonardo da Vinci, scolpito come Michelangelo Buonarroti, scritto come Dante Alighieri, costruito come Filippo Brunelleschi, composto musiche come Johann Sebastian Bach. La principale tesi del libro è che l'elemento comune che li unisce è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell'immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che i geni, in vari modi, ricreano nelle loro opere. La ricorsività è legata all'intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni. Il Vangelo come non l'avete mai letto, le opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti come non le avete mai guardate. Gesù, Leonardo e Michelangelo ebbero un'intelligenza simile e simile fu anche il loro volto nella maturità. Le opere del Rinascimento viste come icone, la Sindone di Torino come un quadro rinascimentale. Nel disegno di copertina sulla sinistra il profilo di Leonardo, al centro il volto della Sindone di Torino, e a destra il profilo di Michelangelo. Grazie.
Ringrazio l'anonimo lettore per la segnalazione. Preciso solo che, a mio parere, la Sindone non è dipinto medioevale ma reliquia autentica.
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