+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e Lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia Io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Continuano a verificarsi mancate ricezioni della newsletter, il problema come ho già scritto è del server e non possiamo fare nulla, forse dovremo utilizzare una piattaforma web e tempo fa un nostro parrocchiano di Cesena che lavora in questo settore si mise a disposizione gratuitamente. Cercheremo di trovare una migliore soluzione per superare questi problemi.
Nel sito si può leggere la newsletter, devo trovare il tempo anche per inserire quella del giorno.
Quando non vi arriva, controllate la cartella spam o la posta indesiderata, qualche volta è avvenuto di trovarla stranamente lì.
Nei giorni passati diversi parrocchiani hanno scritto per la mancata ricezione, sono dispiaciuto per questi problemi, però ho anche notato con quale spirito di Fede attendono la newsletter e si impegnano a vivere i consigli contenuti. Questo mi riempie di gioia, ma praticamente tutti leggete la newsletter con molto interesse. Dedico il mio tempo anche alla newsletter e la mia vita all'apostolato perché desidero la vostra santificazione.
«Reverendo Padre Giulio, mi scuso se l’importuno ma, poiché non ho ricevuto le newsletter del 02/07 e del 03/07, le chiedo se non l’ha spedite per suoi personali motivi o... potrebbe avere avuto il mio pc dei problemi di ricezione. Quando non ricevo è come se fossi a digiuno coatto. I suoi commenti illuminati sono per me il nutrimento necessario alla mia anima. Colgo l’occasione per ringraziarla del bene che mi arreca e dell’alimento che offre al mio spirito assetato. Grazie. Il Signore la benedica e la protegga e la Madonnina le allontani i “codini” dannosi e maligni. Grazie ancora per tutto. Uniti nella preghiera quotidiana, fraternamente in Gesù, la saluto. Angela».
“Gentilissimo Padre Giulio. Sono preoccupata perchè sono due giorni che non ricevo il Vangelo del giorno con il suo commento che tanto mi è prezioso per il mio cammino di fede.
Per favore non mi lasci senza, è come se sentissi la voce di nostro Signore Gesù e senza ormai mi sentirei persa. Spero che non sia nulla e prego per Lei e l’Associazione. Pace e gioia. Grazie. Frangelli Karina”.
Per favore non mi lasci senza, è come se sentissi la voce di nostro Signore Gesù e senza ormai mi sentirei persa. Spero che non sia nulla e prego per Lei e l’Associazione. Pace e gioia. Grazie. Frangelli Karina”.
“Ave Maria. Carissimo p. Giulio Maria, è dal 30/06/che non ricevo più la sua newsletter e ci manca molto. Dico ci manca perché la leggo anche a quelli che pregano con me e non posseggono internet. Penso che sia stato proprio questo il disguido perché ci sono venute a mancare. I suoi insegnamenti ci arricchiscono spiritualmente e ne sentiamo fortemente la mancanza quando non ci pervengono. La prego gentilmente di riattivare l’invio affinché si possa crescere sempre di più su quella scala di spiritualità che ci porta sempre più vicino a Gesù e Maria. Le sono assicurate le nostre preghiere giornaliere voglia il Signore accettarle ed esaudirle. Grazie per le Sue preghiere per tutti noi, un carissimo saluto. Antonietta Izzo Picciuto”.
«Gentilissimo Padre, volevo segnalarle che nei giorni 3 e 4 luglio non ho ricevuto l’invio del suo graditissimo commento al Vangelo dove è contenuto un brano dell’apparizione di Gesù alla Beata Caterina Emmerik. Se è possibile gradirei riceverlo e nel frattempo la ringrazio molto per la bella e “illuminante” iniziativa della newsletter che rende molto più comprensibile e vicina a noi la lettura del Vangelo e del suo significato nel nostro quotidiano. La saluto cordialmente e la ricordo nelle preghiere quotidiane affinché sia sempre protetto nella sua missione. Grazie, Enza Lo Tito».
Vorrei avere ogni giorno almeno dieci ore per rispondere a tutti i messaggi che mi arrivano, purtroppo il tempo vola quando si compie apostolato con amore. Ma prego ogni giorno per quanti mi scrivono, ricordo sempre alla Madonna tutti gli iscritti, arrivati attualmente a 12.029 ed è un numero rilevante. Le iscrizioni arrivano da tantissime Nazioni del mondo, per esempio un messaggio molto bello per la Fede mostrata arrivava dal Messico, è una cittadina messicana che legge bene l’italiano.
“Muy estimado en Cristo, Padre Giulio.
Le escribo en español más puedo comprender perfectamente el italiano por lo que si es posible espero su respuesta. Tengo una pregunta, acerca del uso del velo en la Iglesia, yo lo llevo siempre al templo, pero noto que esto inquieta a algunas personas, incluso a sacerdotes, no les gusta, lo manifiestan por su actitud de desconfianza hacia mí, me ven rara, ¿Debería seguir usándolo? Gracias por su respuesta. Atentamente, Maria Cristina. (Mexico)”.
La richiesta di Maria Cristina trattava di un consiglio, come si può leggere riguarda il velo in Chiesa. Ho pubblicato lo scritto per evidenziare la Fede matura della nostra parrocchiana lontana ma vicinissima spiritualmente. Ella considera giustamente il velo come atto di rispetto e devozione a Gesù. Infatti, teologicamente è un segno della sottomissione a Cristo.
Una donna con il capo coperto dal velo, ricorda a tutti coloro che sono in Chiesa che la natura umana è sposa di Cristo: perciò la donna, in quanto rappresenta la natura umana, deve avere un segno della sua dipendenza sul suo capo (1 Cor 11,10).
Questo segno della dipendenza è il segno dell’autorità di Cristo nei confronti della sua sposa, la natura umana. Perciò il Concilio Gangrense chiama il velo memoriale, ricordo della sottomissione. San Giovanni Crisostomo lo chiama insegna della sottomissione; Tertulliano giogo della sua umiltà (cf. Cornelius a Lapide, ad loc.).
Portare il velo in Chiesa è un segno naturale di umiltà. Nella Sacra Scrittura troviamo queste parole di San Paolo, dirette ai credenti di Corinto: “Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo” (1 Cor 11,14-15).
Oggi non è più obbligatorio per le donne portare il velo in Chiesa, lo era in precedenza. San Paolo spiega i validi motivi di convenienza, ma ogni donna decide liberamente.
Oggi il Vangelo riporta una frase di Gesù poco chiara per chi non segue la sana dottrina e spesso viene utilizzata per dare un messaggio sbagliato: “Misericordia Io voglio e non sacrifici”. I cattolici modernisti presumono di trovare in questa frase l’appiglio del rifiuto del sacrificio inteso come penitenza. Queste due parole sono pressoché sinonimi, c’è però qualche sfumatura che voglio evidenziare.
Sacrificio indica una privazione, una rinuncia, un atto di rinnegamento.
Penitenza è una espiazione, una mortificazione che si fa per espiare i peccati e per progredire verso la perfezione spirituale.
Nel Vangelo Gesù non intende assolutamente questi significati per sacrificio, ma l’offerta di una cosa materiale fatta alla divinità per riconoscerne il dominio, per ringraziarla, per placarla. Gli ebrei offrivano nel Tempio gli animali a Dio per i motivi citati, ma Gesù avvisa che tale offerta non era sufficiente, era indispensabile soprattutto l’amore. In pratica, Gesù dice che l’offerta di questi sacrifici sono inutili se manca l’amore, la misericordia verso gli altri, il perdono reciproco.
Gesù ha portato l’Amore nel mondo, senza la retta intenzione anche le opere buone perdono di autenticità e valore.
Lui mangiava insieme ai pubblicani considerati pubblici peccatori e rifiutati dai farisei, lo faceva per salvare le loro anime. Mentre i farisei privi di amore e misericordia non riuscivano a comprendere tanta bontà di Gesù. Ecco il motivo delle parole: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”.
Vedendo quanta superbia colava dalla fronte dei farisei, li mandò via: “Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia Io voglio e non sacrifici”. Un invito improrogabile di allontanarsi dalla sua presenza perché i loro cuori erano covo di odio e disprezzo. Gesù aveva cercato in tutti i modi di illuminarli ma essi non avevano mai accettato la sua predicazione. Erano fermi alla Legge antica, erano bravi a condannare gli altri senza fare l’esame di coscienza per vedere i loro peccati.
“Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Per giusti non si intendono i farisei o quelli che presumono di possedere la perfezione perché non si conoscono intimamente, i giusti sono i puri di cuori, quanti si sforzano ogni giorno di piacere a Gesù e di imitare la Madonna. Il Signore chiama i peccatori alla conversione, invia sua Madre nel mondo per ricordare a tutti il Vangelo e i Comandamenti.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
--------
Nessun commento:
Posta un commento
Comunque tu sia arrivato fino qui, un tuo commento è gradito, si può dissentire ma non aggredire, la costruzione è preferita alla distruzione..