+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,18-26)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E Lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, Egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La descrizione fatta da San Marco è più dettagliata riguardo il capo della sinagoga, infatti indica anche il suo nome, Giairo, mentre questo Vangelo vuole andare più all'essenza degli avvenimenti. L’episodio è senz'altro molto interessante, Gesù risuscita una fanciulla nonostante l’incredulità di molti presenti. San Matteo vuole mettere in evidenza questa risurrezione e riesce al pari degli altri Evangelisti a creare una forte attrazione.
Il miracolo è sbalorditivo perché una persona era realmente morta, tutti i presenti avevano accertato il decesso e non c’era umanamente più nulla da fare. Mancava solo il pianto dei genitori e dei parenti, forse la disperazione per la morte di una figlia ancora adolescente. Deve essere tremendo per un genitore provare la morte di un figlio/a soprattutto se è giovane.
Non riesco a capire quei genitori che dopo la morte di un giovane figlio causata da una disgrazia, si lasciano intervistare e spiegano cosa è avvenuto. Alle volte è uno sfogo, altre volte è la mancata elaborazione del dramma e si rallenta la cognizione quasi per respingerlo se fosse possibile. Spesso però rimangono scombussolati e storditi per mancanza di amore soprannaturale, inoltre l’amore carnale è anch’esso svigorito.
Dei genitori colpiti da una simile disgrazia ognuno vive il dramma provocato dallo spirito che possiede, la reazione è sempre soggettiva, però vedere intervistare un genitore subito dopo la morte di un figlio/a non depone a suo favore. Non tanto per mancanza di amore, quello c’è ed è passionale, si mostra la mancanza di un dolore intimo, personale, amorevole.
Non c’è amore spirituale che va oltre quello umano e che si esprime nel dolore raccolto ed interiore, nella preghiera concentrata di chi si rivolge con fede a Dio Padre e parla con grande apertura e fiducia del bisogno di misericordia del figlio/a.
Invito tutti i genitori a pregare molto per i figli, a consacrarli ogni mattina alla Madonna, a chiedere la protezione ai loro Angeli Custodi.
Siamo nelle mani di Dio, e non è la frase che si ripete come uno sfogo, è una convinzione che ognuno di noi deve assimilare benissimo, perché tutto dipende dalla volontà dell’Eterno. I genitori che pregano per i loro figli, ottengono molte Grazie per essi, magari non conosceranno in questa vita quante volte è intervenuta la Madonna per scansarli da pericoli gravi e da guai spiacevoli.
La preghiera è l’unica arma di salvezza, essa ci dà la sicurezza della protezione di Dio, la guarigione da ogni forma di male e la liberazione dalle negatività. Nella famiglia che prega, la Grazia di Dio aiuta e protegge.
Dall’episodio descritto nel Vangelo vediamo che il capo della sinagoga era disperato per la morte della figlia. Non si è abbattuto ma ha cercato quella che considerava la più sicura possibilità di salvarla e senza tentennare andò alla ricerca di Gesù. Questo genitore ha compreso che solo Dio poteva guarirla definitivamente, lo affermò con molta fede: “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà”.
Queste parole dette a un uomo qualsiasi indicherebbero una evidente pazzia, se una persona è morta bisogna solo fare il funerale. Se invece le stesse parole si rivolgono con fede a Gesù tutto cambia. Sono parole che sorprendono e che manifestano la certezza del miracolo, l’uomo era convinto del potere di Gesù e che anche la natura obbediva a Lui. Inoltre Giairo apparteneva alla sinagoga, se avesse espresso questo ad essi, lo avrebbero lapidato.
Giairo ha avuto il coraggio di sfidare i farisei e gli altri della sinagoga pur di avvicinare Gesù, è stata senz’altro la morte della figlia a spingerlo ad andare dove non sarebbe forse mai andato. La ricerca di Gesù indica anche che si è schierato con il Maestro perché credeva pienamente in Lui. Solo chi credeva con piena convinzione poteva esprimere quelle parole. La sua fede ha toccato il Cuore di Gesù e la risurrezione è avvenuta senza indugi.
Gesù è sempre pronto a compiere grandi miracoli, però dipende dalla fede di chi prega, Giairo ne aveva molta.
Non fu da meno neanche la donna che soffriva da dodici anni per la perdita di sangue, ella poteva essere considerata immonda proprio per la sua malattia, considerando che a quel tempo si equiparava la malattia ai peccati, quindi la malattia indicava il compimento di molti peccati. La donna spinta dalla fede e da una situazione dolorosa, cercò in tutti i modi di toccare Gesù o qualcosa di suo. Anche qui troviamo la presenza di una fede sicura, ella era convinta della guarigione toccando il Signore.
La risposta di Gesù alla fede della donna è rivolta a quanti Lo invocano con fiducia: “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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