I suoi sono contadini agiati e la mandano anche alle scuole superiori, dalle Benedettine. Pare che debba farsi monaca anche lei. Ma Giulia Francesca Caterina (questi i nomi di battesimo) Postel non punta all'abbazia. Pensa alla quantità scandalosa di ragazze che la povertà condanna all'ignoranza e all'inferiorità. Crea in paese una scuola per loro: studi elementari, catechesi, economia domestica, "per allevare madri e donne cristiane atte a creare dei focolari dove fosse piacevole vivere" (M. Odile Garrigou). Sì, piacevole. E, per cominciare, la sua scuola non prevede castighi.
Ecco la Rivoluzione francese: guerra alla Chiesa, clero disperso, e lei a Barfleur, chiusa la scuola, custodisce arredi liturgici e libri dei sacerdoti fuggiti. Il vescovo la incarica di tenere in casa l’Eucaristia, dando lei stessa la comunione nelle urgenze. Organizza messe clandestine, istruisce gruppi di catechisti per il dopo-rivoluzione.
Tornata la calma, eccola aprire una scuola a Cherbourg, con due compagne e con l’aiuto di padre Cabart. Il vescovo, nel 1806-07, accoglie i loro voti religiosi dando origine alla Congregazione delle Figlie della Misericordia. Che al principio sono quattro, guidate da lei che ha preso il nome di Madre Maria Maddalena. L’insegnamento si ispira ai princìpi dei Fratelli delle Scuole cristiane, e la domanda di istruzione è enorme. Man mano che crescono di numero, le suore sono chiamate in tutta la Normandia. Dopo molte peregrinazioni, la congregazione troverà sede stabile a Tamerville, dove accanto alla “scuola senza castighi” c’è un laboratorio femminile con regolare paga.
Roma chiede che l’Istituto abbia una sua casa-madre, e Maria Maddalena lavora a rendere abitabile un’abbazia diroccata, avuta in dono a Saint-Sauveur-le-Vicomte. Roma vuole che le suore-maestre siano anche infermiere: e lei risponde di sì. Restaura conventi e chiese, ne costruisce di nuove, ma il suo capolavoro restano le suore formate da lei con la pedagogia del sorriso anche quando era esausta per i digiuni e per il dormire poco. Le suore sono chiamate da tutti, in Normandia e in altre regioni.
Neanche in morte, a 90 anni, lei perde il sorriso, e subito la chiamano santa. Pio XI la canonizzerà nel 1925, e i suoi resti riposano a Saint-Sauveur.
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