+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a Lui tanta folla che Egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’infaticabile opera di Gesù non contemplava l’ozio o la sosta senza motivo. Il suo riposo era l’apostolato, la predicazione dell’Amore di Dio e della Via per fare parte del Regno di Dio. Un Regno che si deve scoprire ed attuare interiormente, nella propria vita, ed è più facile l’attuazione quando si scopre qualche forma di sofferenza. Se la vita scorre senza intoppi, è difficile pregare con Fede ed impegno.
Bisognerebbe riuscire ad unire i due aspetti, anche se è la vita di ogni persona a stabilirlo: una preghiera profonda e la vita serena.
Ma il riferimento alla vita serena ha più significati, anche chi è toccato da molteplici forme di sofferenze riesce a rimanere sereno se veramente prega ed è unito a Dio. Il riposo lo trova nella preghiera, in essa trova anche la forza per sopportare serenamente e amorevolmente ogni avversità.
Come vi ho mostrato negli ultimi giorni, la misericordia di Gesù è inenarrabile, Lui è l’Amore che vuole aiutare tutti e donare a tutti un cuore nuovo per vivere nella gioia e nella pace. Non può fare nulla verso quanti scelgono di non relazionarsi con Dio, non avere alcun legame, impedendogli di agire nella loro vita. È la persona insofferente alle cose di Dio a chiudere la porta alla misericordia e all’intervento di Gesù.
La Parola del Regno a quel tempo Gesù la rivolgeva a tutti ma pochi l’ascoltarono, oggi viene annunciata ovunque ma ancora meno l’accolgono e uniformano la vita agli insegnamenti Divini. Per questo, in molti casi è sempre la sofferenza a scuotere le coscienze, anche una semplice sofferenza può svegliare le coscienze sopite.
Chi non prega o prega pochissimo nella giornata è come se mangiasse un grissino in un giorno, il corpo dopo poco tempo perirà. Non entra mai nel vero cammino spirituale, rimane ai margini e non prova intimamente la gioia che dona Gesù né la pace che rasserena tutto. Chi non prega o prega male è come il terreno arido, duro, sterile perché privo di minerali necessari per la crescita dei frutti.
Se l’anima è priva di quelle disposizioni indispensabili per la crescita dei frutti spirituali, rimane sempre indurita, oziosa, avversa.
Gesù vuole guarire l’aridità del terreno dell’anima, questa guarigione è più importante di tutte le ricchezze perché quando l’anima trova veramente il suo Dio, trova la quiete spirituale, la vera gioia, l’impagabile pace interiore.
L’anima deve mettere le radici nel Cuore di Gesù, deve diventare sempre più spirituale per liberarsi della zavorra dell’aridità, dell’indifferenza, dell’autosufficienza. La persona che incontra veramente Gesù non è più attaccata alle cose del mondo, le utilizza certamente come vuole, ma non sono più idoli da glorificare. Se ne serve per le proprie necessità e della famiglia, senza dipendere più da esse. Questa è la libertà interiore.
L’anima deve diventare buon terreno per fare crescere frutti di santità, ed è una lotta spirituale giornaliera con tutto ciò che, al contrario è vizio, peccato, corruzione. Senza questa lotta/difesa, si lascia al diavolo ogni potere disgregativo, di conseguenza gli uccelli divorano il seme, ci sono i sassi che lo fanno seccare e non mette radici, le spine che lo soffocano.
La descrizione fatta da Gesù è precisa considerando le coltivazioni della zona, il grano si seminava a novembre e tutti quei campi erano percorsi da stradicciole per il passaggio dei contadini. Tutti vedevano la roccia che affiorava dal terreno o gli uccelli che mangiavano il seminato o i rovi presenti e duri che soffocavano quanto era stato seminato.
Questa è la spiegazione della parabola del seminatore. Il seme è la Parola di Dio.
I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.
Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la Parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.
Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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