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lunedì 15 luglio 2013

2465 - Commento al Vangelo del 15/7/2013

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,34-11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il brano di oggi completa le istruzioni date da Gesù agli Apostoli e contenute nel capitolo 10 di San Matteo. Sabato scorso abbiamo letto la prima parte della terza serie di istruzioni, il Vangelo di oggi completa con la seconda parte arrivando a toccare il primo versetto del capitolo 11, con questo finale che indica l’avviò della predicazione del Signore nelle città dei Dodici discepoli.
Il capitolo 10 che completiamo oggi è molto ricco di istruzioni valide anche per i cristiani che con amore e disponibilità vogliono fare qualcosa per Gesù. È un dovere morale ringraziare il Signore per gli aiuti e le Grazie che ci dona ma è pure un impegno riconoscente ricambiare lavorando per il suo Vangelo. Come ho scritto non tutti siete chiamati ad andare anche in altre città per parlare di Gesù ai lontani e a quanti corrono il rischio della dannazione eterna, ma è un dovere lavorare per il Vangelo dove si vive.
La condizione spirituale delle persone che conosciamo tocca anche la nostra responsabilità, non possiamo rimanere inattivi dinanzi ai conoscenti che non pregano e si avviano verso il fallimento finale. Non dobbiamo insistere quasi con violenza verbale nel parlare di Gesù e del Vangelo, non vogliamo assillare nessuno, ma è compito di ognuno di noi agire come apostoli di Gesù e fare apostolato.
Per fare chiarezza sul compito dei cristiani, riprendo una frase contenuta nella prima serie delle istruzioni: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele” (10,5-6). Qui Gesù non dà un comando definitivo, è un impegno apostolico momentaneo rivolgersi solo agli ebrei, ma dopo la Pentecoste essi andranno in tutto il mondo a predicare il Vangelo di salvezza.
Dopo la Risurrezione di Gesù e la Pentecoste, gli Apostoli infatti iniziarono a predicare il Vangelo in ogni angolo della Terra.
Il raggio d’azione degli Apostoli si è esteso al mondo intero, varcarono i confini della Palestina e fronteggiarono nemici sfrontati e rapaci ma nessuno potè vincerli se non dopo il completamento della loro missione. Anche in Israele incontrarono ostilità e persecuzioni, come oggi i buoni cristiani incontrano avversione e contrarietà dove vivono, anche da persone vicine.
La spiegazione completa del brano citato sopra và compreso nella sua completezza, non fermatevi mai a considerare una parola o una frase distaccata dal contesto. Per esempio, sempre nel capitolo 10 un’altra frase và compresa meglio. “Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (10,16). I lupi per forza sbranano le pecore ma non avvenne questo agli Apostoli, nessuno divorò queste pecore senza la permissione di Dio.
La vita terrena potrà essere loro tolta solo quando il Padre lo permetterà, fino a quel momento nessuno farà loro del male.
Sentirsi dire di essere come pecore in mezzo ai lupi non è piacevole, si pensa subito ad una fine violenta ma questo non poteva accadere ai Dodici perché la potenza del Padre li ha difesi e resi invincibili nella loro missione. Dovevano imitare l’unica cosa buona del serpente, la sua prudenza. Inoltre, la predicazione và unita all’accortezza, quindi si annuncia il Vangelo con la semplicità propria delle colombe.
La parte finale di queste istruzioni la troviamo nel Vangelo di oggi, Gesù ripete per ben 10 volte il pronome indefinito chi, indica in modo vago la qualità che deve avere il suo seguace. Anche il brano di oggi richiede una sistematica Lectio Divina, una lezione per spiegare quasi parola per parola i versetti che meditiamo del Vangelo odierno, comunque siamo in attesa delle strutture per iniziare le conferenze e i ritiri spirituali guidati da me.
Dei versetti introdotti dal pronome chi, prendo la prima e l’ultima per approfondirle. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me”. La fedeltà a Gesù comporterà necessariamente divisioni anche fra coloro che hanno strettissimi legami di sangue, e il cristiano non deve diventare complice delle ingiustizie, delle menzogne, dell’odio, della vita corrotta dei suoi familiari. Non può. Deve quindi dissentire e opporsi, da qui nasce la divisione fra loro.
Gesù non vuole alcuna divisione né contrarietà fra i familiari, diventa però un obbligo dissentire dal familiare che agisce con disonestà. Non si può amare un padre, una madre o i figli più di Gesù, solo Lui è Verità, Amore, Santità.
Infine, Gesù promette molte ricompense anche a coloro che sostengono, aiutano, i suoi discepoli. “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità Io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
In una apparizione Gesù disse a Santa Faustina Kowalska che donava Grazie a tutti quelli che aiutavano lei, anche se fossero stati atei, quindi non credenti. Lo faceva per amore della umile Suora, infatti lei corrispondeva ai disegni di Dio. Era sufficiente aiutare la Santa per ricevere molte Grazie dal Signore, ma i benefattori non lo sapevano, vedevano però i miracoli frutti.
Con mia sorpresa, nella mia vita ho visto sempre che i benefattori, tutte le persone che in qualche modo mi hanno aiutato, sono stati abbondantemente aiutati da Dio e oggi nonostante la crisi lavorano e soprattutto incrementano le loro attività. E le famiglie dei benefattori vivono nella vera felicità, sono unite come mai prima, superano sofferenze dolorose e malattie gravi, ritrovano il coniuge che si era smarrito… o i figli che vivevano nell’immoralità e stavano per perdersi definitivamente.
Questi fatti meravigliosi sono avvenuti a centinaia e centinaia di famiglie e persone, io non so proprio come ringraziare Gesù per l’ascolto e la sua premura! Ha aiutato incalcolabili persone che mi hanno sostenuto, ha mostrato ad essi che hanno compiuto buone opere e che in realtà hanno aiutato un apostolo benedetto da Lui. Ha sempre dato a tutti loro la prova che io vivo ed agisco nel suo Santissimo Nome.
Bacio idealmente i piedi di Gesù per ringraziarlo.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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