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lunedì 17 giugno 2013

2404 - Commento al Vangelo del 17/6/2013

+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma Io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ho già commentato questo passo, ritorno a rileggerlo per la sua evidente difficoltà nella comprensione da parte di molti. Come spesso accadeva durante gli insegnamenti, Gesù richiamava la Legge antica per ricordare cosa era stato indicato qualche millennio prima e poi mostrava la nuova Legge portata da Lui. Anche qui ricorda quanto era stato detto anticamente: “Occhio per occhio” e “dente per dente”.
La funzione di questa legge era di porre un limite alle vendette private, che spesso degeneravano in faide. Nelle popolazioni antiche era in uso la possibilità di infliggere all’offensore una pena uguale all’offesa ricevuta.
La Legge del taglione veniva riconosciuta per evitare ritorsioni più gravi dei danni ricevuti, ma era sempre un metodo privo di amore e di perdono. Gesù introdusse queste due prerogative, Lui stesso era Amore e Perdono. Ma non era facile sostituire nella mentalità ebraica la possibilità di rivalersi contro i nemici, per questo Gesù tira fuori un’esagerazione, infatti tale doveva sembrare a quanti ascoltavano.
“Tu porgigli anche l’altra guancia”, non è un consiglio semplice da accettare, è un po’ equivoco se non c’è una matura spiritualità. La spiegazione che scrivo è molto comprensibile e viene accettata perché in realtà non si tratta della guancia fisica, è un’altra guancia che bisogna presentare ai molestatori.
Loro si presentano con la faccia di bronzo… noi mostriamo la faccia dell’amore e del perdono, dell’amicizia e dell’accoglienza.
Porgere l’altra guancia è l’invito a non reagire con violenza o con vendetta, occorre trovare la calma mentre c’è agitazione, ragionare con la luce della Fede per perdonare chi è irrazionale, come noi veniamo sempre perdonati da Gesù.
Come cristiani siamo chiamati a mostrare la faccia della gioia e della pace, e già sono implicite l’amore e il perdono, la bontà che non desidera il male altrui, al contrario con spirito pacifico si cerca di diffondere la mansuetudine. Non è facile in questa società riuscire a controllare gli scatti che si manifestano nei momenti più imprevedibili, forse quando c’è maggiore stanchezza. Non è facile controllarsi se non c’è una volontà forte.
Bisogna valutare anche l’istigazione da parte degli altri, possono essere familiari o colleghi o altri conoscenti, avviene quando si rivolgono domande insignificanti e urtanti, proprio quelle che sorprendono anche i Santi sugli altari… e quasi scendono ma per spiegare da vicino che sono domande inopportune…
Magari non saranno domande strane ma banali, ed è una ripetizione continua di richieste importune. Ovviamente il cristiano chiamato a rispondere non impreca, non lancia insulti né bestemmia, può invece irritarsi o esasperarsi. Qui sta il suo errore, egli non deve irritarsi o esasperarsi, deve trovare la capacità di assorbire in silenzio quella provocazione e spiegare con calma che non era opportuna o non c’era bisogno di ripetere certe cose già dette o chiarite.
Bisogna pure valutare chi istiga senza rendersene conto e chi patisce quelle ripetute domande, c’è da valutare la parte dominante e quella più debole, ci sono da considerare più fattori ma a tutto questo l’unica soluzione è Gesù Cristo. Quando si prega diventa facile sopportare nel senso più buono ed evitare contrasti, magari cambiando discorso o spiegando nuovamente che è tutto chiaro o come stanno le cose.
La vita di preghiera ci porta al dominio della volontà e alla purificazione dell’intelletto, solo così non si agisce più con fare subdolo o mascherato, pensando una cosa e affermandone un’altra. Questo avviene a chi non ha incontrato la vera Fede e prega quando fa comodo, quando c’è una sofferenza e la preghiera diventa come un amuleto. Contrariamente al comportamento degli umani, Gesù segue anche la preghiera degli opportunisti e li ascolta se trova in essi un accenno di pentimento e di umiltà.
Nessuno si senta escluso dall’amore di Gesù e Lo chiami sempre, non solamente nella sofferenza.
Gesù ci invita a non sfidare il malvagio, non dobbiamo cercare la vittoria forzatamente almeno in ciò che riguarda l’aspetto marginale della vita. Si può ignorare un tradimento dell’amico o la diffamazione dei colleghi, l’invidia dei vicini di casa, l’invadenza dei parenti, la falsità di chi non ama. Si può sorvolare e porgere sempre la guancia dell’amore e del perdono.
Chi porge questa guancia espressione del Vangelo, non è debole o confuso, al contrario è molto forte nello spirito, riesce a dominare una naturale reazione. Spesso ci si arriva dopo anni di litigi ed incomprensioni, l’importante è arrivare al raggiungimento di un equilibrio interiore. Sopportare le persone fastidiose è una delle sette opere di misericordia spirituale, afferma infatti: Sopportare pazientemente le persone moleste”.
Non dovete indicare come fastidiosi quelli con cui avete qualche incomprensione, non è bene giudicare, si può cadere negli stessi errori.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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