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venerdì 24 luglio 2009

364 - Ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta

Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi, 101

Il seme fu sparso dagli Apostoli e dai Profeti; fu sparso dal Signore in persona - egli infatti era nei suoi Apostoli, poiché anch'egli prese parte alla mietitura, dato che quelli non potevano far nulla senza di lui, mentre egli era perfetto senza di loro; egli infatti disse loro: «Senza di me voi non potete far nulla» (Gv 15,5).
Cristo dunque mentre spargeva il seme tra i pagani, che cosa dice? «Ecco, un contadino andò a seminare» (Mt 13,3). Da una parte i mietitori sono mandati a mietere, dall'altra un contadino andò sollecito a seminare. Che gliene importa se una parte del seme cade sulla strada, un'altra in terreno sassoso e un'altra in mezzo alle spine? Se avesse esitato a seminare in questi terreni poco adatti, non sarebbe arrivato al terreno fecondo...
Badiamo a noi stessi; facciamo sì che il seme non cada sulla strada o sui sassi o tra le spine ma su terreno buono, in modo che il seme produca il trenta, il sessanta e il cento per uno; una percentuale è maggiore e un'altra è minore, ma tutto è frumento.
Il nostro cuore non sia come una strada ove il seme verrebbe calpestato e il nemico, come un uccello, lo porterebbe via.
Non sia come un luogo sassoso, ove il terreno troppo scarso farebbe germogliare subito il seme, ma il germoglio non potrebbe sopportare il calore del sole.
Non vi siano spine, cioè le passioni mondane, le preoccupazioni derivanti da una vita viziosa.
Che c'è infatti di peggio delle preoccupazioni per la vita, che non ci permettono d'arrivare alla vita?
Che c'è di più miserando che perder la vita volendoci preoccupare della vita? Che c'è di più infelice che andare a finire nella morte per timore della morte?
Siano dunque estirpate le spine, si prepari il campo, siano accolti i semi, si arrivi alla messe, si desideri il granaio.
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