Omelie sui vangeli, 17,1-3 ; PL 76,1139
Il nostro Signore e Salvatore, fratelli carissimi, ci istruisce a volte con le sue parole, a volte con le sue azioni. Le sue azioni sono comandamenti, perché, quando egli fa qualche cosa senza dire niente, ci mostra come dobbiamo agire. Ecco dunque che manda i suoi discepoli per la predicazione a due a due, perché i comandamenti della carità sono due: l'amore per Dio e per il prossimo. Il Signore manda a predicare i suoi discepoli a due a due per suggerirci, senza dirlo, che colui che non ha la carità per gli altri non deve assolutamente intraprendere il ministero della predicazione.
E' detto bene che «li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi» (Lc 10,1). Infatti il Signore viene dopo i suoi predicatori, perché la predicazione è un preliminare: il Signore viene ad abitare la nostra anima quando le parole di esortazione sono venute come precursori a fare sì che la verità sia accolta nell'anima. Per questo Isaia dice ai predicatori: «Preparate la via al Signore, appianate la strada per il nostro Dio» (40,3).
E il salmista dice: «Spianate la strada a chi sale al tramonto» (Sal 67,5 volg). Il Signore sale al tramonto perché, essendosi coricato nella sua passione, si è manifestato con maggior gloria nella sua risurrezione.
È salito al tramonto perché, risuscitando, ha calpestato la morte che aveva subìta. Noi spianiamo dunque la strada a colui che sale al tramonto quando predichiamo la sua gloria alle vostre anime affinché, venendo dietro, egli le illumini con la presenza del suo amore.
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