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mercoledì 11 marzo 2009

30-Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato

Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Esposizioni sui salmi, Sal 126

«Vano è per voi levarvi prima della luce» dice un salmo (126,2).
Tali erano i figli di Zebedeo, i quali, prima di umiliarsi conformandosi alla passione del Signore, già si sceglievano il posto dove assidersi: uno alla sua destra, l'altro alla sua sinistra.
Volevano «levarsi prima della luce»...
Così anche Pietro.
Si levò prima della luce quando osò dare al Signore il suggerimento di non patire per noi.
Gesù aveva parlato della sua passione, causa della nostra salvezza, e delle umiliazioni che l'avrebbero accompagnata: difatti egli patì e fu umiliato.
Ascoltando le parole con cui il Signore prediceva la sua prossima passione, Pietro restò esterrefatto, tanto più che poco prima l'aveva definito Figlio di Dio.
Temette che avesse davvero a morire e gli disse: «Lungi da te questo, Signore! Sia a te propizio Iddio! Non ti accadrà una cosa del genere» (cfr Mt 16,22).
Voleva levarsi prima della luce e dare suggerimenti alla luce. Ma cosa fece il Signore? Lo costrinse a levarsi dopo la luce. «Va' dietro a me»... «Va' dietro a me, in modo che io preceda e tu segua. Passa per la strada dove son passato io; non pretendere di guidarmi là dove tu saresti contento d'andare»...
Con che senno volete dunque essere esaltati prima della luce, o figli di Zebedeo? Ci sia lecito parlare così e servirci del loro nome: tanto essi non si adireranno contro di noi!
Inoltre, se queste cose sono state scritte di loro, è perché gli altri evitassero la superbia della quale essi furono rimproverati. Con che criterio, quindi, volete levarvi prima della luce? È vano per voi. Volete essere glorificati prima di subire le umiliazioni?
Ma lo stesso vostro Signore, lui che è la vostra luce, per essere esaltato fu prima umiliato! Ascoltate cosa dice Paolo. «Essendo di natura divina, non ritenne un'appropriazione indebita la sua uguaglianza con Dio....
Per amor nostro egli si svuotò prendendo la forma di schiavo, e divenendo simile all'uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce. Per questo, Dio lo esaltò» (Fil 2,6s).
« Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato » (Lc 18,14)
«Vano è per voi levarvi prima della luce» dice un salmo (126,2).
Tali erano i figli di Zebedeo, i quali, prima di umiliarsi conformandosi alla passione del Signore, già si sceglievano il posto dove assidersi: uno alla sua destra, l'altro alla sua sinistra.
Volevano «levarsi prima della luce»... Così anche Pietro. Si levò prima della luce quando osò dare al Signore il suggerimento di non patire per noi. Gesù aveva parlato della sua passione, causa della nostra salvezza, e delle umiliazioni che l'avrebbero accompagnata: difatti egli patì e fu umiliato. Ascoltando le parole con cui il Signore prediceva la sua prossima passione, Pietro restò esterrefatto, tanto più che poco prima l'aveva definito Figlio di Dio. Temette che avesse davvero a morire e gli disse: «Lungi da te questo, Signore! Sia a te propizio Iddio! Non ti accadrà una cosa del genere» (cfr Mt 16,22).
Voleva levarsi prima della luce e dare suggerimenti alla luce.
Ma cosa fece il Signore? Lo costrinse a levarsi dopo la luce. «Va' dietro a me»... «Va' dietro a me, in modo che io preceda e tu segua. Passa per la strada dove son passato io; non pretendere di guidarmi là dove tu saresti contento d'andare»...
Con che senno volete dunque essere esaltati prima della luce, o figli di Zebedeo?
Ci sia lecito parlare così e servirci del loro nome: tanto essi non si adireranno contro di noi! Inoltre, se queste cose sono state scritte di loro, è perché gli altri evitassero la superbia della quale essi furono rimproverati.
Con che criterio, quindi, volete levarvi prima della luce? È vano per voi. Volete essere glorificati prima di subire le umiliazioni?
Ma lo stesso vostro Signore, lui che è la vostra luce, per essere esaltato fu prima umiliato! Ascoltate cosa dice Paolo. «Essendo di natura divina, non ritenne un'appropriazione indebita la sua uguaglianza con Dio.... Per amor nostro egli si svuotò prendendo la forma di schiavo, e divenendo simile all'uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce. Per questo, Dio lo esaltò» (Fil 2,6s).

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