San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano
dottore della Chiesa
Cantico spirituale, strofa 1
« Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso »
Dove ti sei nascosto, Amato? Sola qui, gemente, mi hai lasciata!
Come il cervo fuggisti, dopo avermi ferita; gridando t'inseguii: eri sparito!
«Dove ti sei nascosto?» È come se l'anima dicesse: «Verbo, Sposo mio, mostrami dove sei nascosto».
Con queste parole gli chiede di manifestarle la sua essenza divina, perché il «luogo dove è nascosto» il Figlio di Dio è, come dice san Giovanni, «il seno del Padre» (Gv 1,18), cioè l'essenza divina, inaccessibile a ogni occhio mortale e nascosta a ogni umana comprensione.
Per questo Isaia, parlando con Dio, si è espresso in questi termini: «Veramente tu sei un Dio nascosto» (Is 45,15).
Occorre dunque notare che, per quanto grandi siano le comunicazioni e le presenze di Dio nei confronti dell'anima e per quanto alte e sublimi siano le conoscenze che un'anima può avere di Dio in questa vita, tutto questo non è l'essenza di Dio, né ha a che vedere con lui.
In verità, egli rimane ancora nascosto all'anima.
Nonostante tutte le perfezioni che scopre di lui, l'anima deve considerarlo un Dio nascosto e mettersi alla sua ricerca, dicendo: «Dove ti sei nascosto?» Né l'alta comunicazione né la presenza sensibile di Dio sono, infatti, una prova certa della sua presenza, come non sono testimonianza della sua assenza nell'anima l'aridità e la mancanza di tali interventi.
Per questo il profeta Giobbe afferma: «Mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non m'accorgo» (Gb 9,11).
Da ciò si può dedurre che se l'anima sperimentasse grandi comunicazioni, conoscenze di Dio o qualsiasi altra sensazione spirituale, non per questo deve presumere che tutto ciò sia un possedere Dio o essere più dentro di lui, oppure quello che sente o intende sia essenzialmente Dio, per quanto grande sia tutto questo.
D'altra parte, se tutte queste comunicazioni sensibili e spirituali venissero a mancare, non per questo deve pensare che le manchi Dio...
L'intento principale dell'anima, quindi, in questo verso non è chiedere solo la devozione affettiva e sensibile, che non dà la certezza evidente che si possiede per grazia lo Sposo in questa vita. Domanda soprattutto la presenza e la chiara visione della sua essenza, di cui desidera avere la certezza e possedere la gioia nella gloria.
CIAO A TE !!
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venerdì 27 marzo 2009
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