Os 14, 2-10; Sal.80; Mc 12, 28-34
E’ una grande gioia meditare questo Vangelo che ci parla del “primo di tutti i comandamenti”, dell’amare.
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Questo è appena l’inizio della “professione di fede” d’Israele.
E’ uno dei brani più importanti, più conosciuti e più cari al cuore del popolo eletto. Il pio israelita lo ripete più volte al giorno, in casa, al lavoro, o nella sinagoga, ovunque si trova.
Inizia con l’invito all’ascolto rivolto all’intera comunità ebraica, perché questa è qualificata come “popolo dell’ascolto”, come assemblea in perenne atteggiamento di ascolto. San Benedetto all’inizio della sua Regala invita i monaci all’ascolto, cioè ad amare e servire Dio conformandosi alla sua santissima volontà.
Questo comandamento esprime anche la vocazione di ogni uomo, di ogni cristiano. Ed è una grande felicità aver trovato chi amare e come amare. Marco vuole inserire nel cuore dell’uomo il dono della fede e dell’amore.
Ci offre tre precisazioni in merito all’esercizio concreto dell’amore: “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
La triplice ripetizione ci mette sull’avviso che qui si sta parlando della radicalità dell’amore: non si ama con una certa misura, non si ama poco, né con scadenza di calendario.
Si ama con totale dedizione, in pienezza e per sempre.
“La misura dell’amore insegna san Bernardo, è di amare senza misura”. Dio unico esclude ogni altro idolo; e la dipendenza da lui è sorgente e garanzia di unità per l’uomo. Il comandamento dell’amore sarebbe impossibile per noi se fossimo soli, soltanto con il nostro povero cuore. Ma Dio ci ha dato il suo Figlio e nel suo Figlio ci ha dato un cuore nuovo.
Perché possiamo amarlo con tutto il nostro cuore, con la nostra intelligenza, la nostra anima e amare con lo stesso amore il nostro prossimo.
Abbiamo il cuore di Gesù, che è il nostro grande tesoro.
Ringraziamo con gioia Dio Padre, che ci ha amato per primo e ci ha dato in Gesù la possibilità di rispondere al suo amore.
tratto dai Monaci benedettini
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venerdì 20 marzo 2009
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