Il suo nome si perpetua soprattutto per l’esistenza del suo antico eremo, ancora oggi funzionante, che prese appunto il nome di Sant'Alberico. Pochissimo sappiamo della sua vita, vissuto nella prima metà del sec. XI, secondo la tradizione Alberico appartenne ad una nobile e ricca famiglia di Ravenna.
Da giovane si votò ad una vita eremitica fatta di rigorosa penitenza, preghiera e contemplazione, dimorando a Valle Sant'Anastasio presso San Marino; in questo luogo, si racconta, che fece scaturire una fonte di acque salutari, tuttora esistente.
Poi abitò per qualche tempo nell'eremo di Ocri in diocesi di Sarsina (Forlì), eretto da s. Pier Damiani (1007-1072); da qui passò a condurre sempre una vita eremitica, in una località detta Balze, situata in una profonda gola a m. 1147 sul Monte Fumaiolo, che dipendeva dal monastero di S. Giovanni Battista, sempre nella diocesi di Sarsina; appartenente all'Ordine Camaldolese, fondato da s. Romualdo (952-1027).
Qui visse in perfetta solitudine per molti anni, finché lo colse la morte verso il 1050; l’eremo che poi prese il nome di “Celle di s. Alberico”, dopo la sua morte fu abitato da più eremiti dell’Ordine Camaldolese, sotto la giurisdizione del già citato monastero, che ne tenne la proprietà fino al 1821; fu poi venduto a dei privati e dopo nel 1872, fu ceduto alla Diocesi di Sarsina.
La prima memoria certa del suo culto risale al 1300, quando nel timore che i Fiorentini potessero impossessarsi del corpo, questo fu trasferito di nascosto nella chiesa dell’abbazia benedettina di Valle Sant'Anastasio e tumulato in una parete.
Casualmente fu ritrovato nel 1640 dal vescovo Consalvo Durante ed esposto alla venerazione dei fedeli nell’altare della Madonna del Rosario.
Un altro vescovo Bernardino Bellucci, nel 1698 lo fece collocare in un nuovo altare dedicato appunto a S. Alberico, dov’è tuttora.
Il santo eremita, che già in vita operava molti prodigi, è invocato dai pellegrini che salgono all’Eremo, contro le malattie addominali e le ernie dei bambini. In questi secoli è continuato l’avvicendarsi degli eremiti, che sia pure a fasi alterne, hanno fatto funzionare l’eremo e la chiesetta annessa, accogliendo ed assistendo i pellegrini devoti del santo.
Fra le figure più operose di questi eremiti, troviamo negli anni dal 1954 al 1968, il servo di Dio sacerdote Quintino Sicuro, ex vicebrigadiere della Guardia di Finanza, che operò una ristrutturazione e restauro completo della residenza e della chiesa.
S. Alberico è celebrato il 29 agosto, come data probabile della sua morte.
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