Ritornato nel castello paterno di Fontaines, nel 1111, insieme ai cinque fratelli e ad altri parenti e amici, si ritirò nella casa di Châtillon per condurvi una vita di ritiro e di preghiera finché, l'anno seguente, con una trentina di compagni si fece monaco nel convento cistercense di Cîteaux, fondato quindici anni prima da Roberto di Molesmes e allora retto da Stefano Harding.
Nel 1115, insieme con dodici compagni, tra i quali c'erano quattro fratelli, uno zio e un cugino, si trasferì nella proprietà di un parente, nella regione della Champagne, che aveva donato ai monaci un vasto terreno sulle rive del fiume Aube, nella diocesi di Langres perché vi fosse costruito un nuovo convento cistercense: essi chiamarono quella valle Clairvaux (Chiaravalle).
Ottenuta l'approvazione del vescovo Guglielmo di Champeaux e ricevute numerose donazioni, l'abbazia divenne in breve tempo un centro di richiamo oltre che di irradiazione: già dal 1118 monaci di Clairvaux partirono per fondare altrove nuovi conventi, come a Trois-Fontaines, a Fontenay, a Foigny, a Autun, a Laon; si calcola che nell'arco dei primi 40 anni furono sessantotto i conventi fondati da monaci provenienti da Chiaravalle.
Ai suoi cistercensi chiede meno funzioni, meno letture e tanto lavoro. Scaglia sull'Europa incolta i suoi miti dissodatori, apostoli con la zappa, che mettono all'ordine la terra e l'acqua, e con esse gli animali, cambiando con fatica e preghiera la storia europea. E lui, il capo, è chiamato spesso a missioni di vertice, come quando percorre tutta l'Europa per farvi riconoscere il Papa Innocenzo II (Gregorio Papareschi, 1130-1143) insidiato dall'antipapa Pietro de' Pierleoni (Anacleto II). E lo scisma finisce, con l'aiuto del suo prestigio, del suo vigore persuasivo, ma soprattutto della sua umiltà. Questo asceta, però, non sempre riesce ad apprezzare chi esplora altri percorsi di fede. Bernardo attacca duramente la dottrina trinitaria di Gilberto Porretano, vescovo di Poitiers e fa condannare l'insegnamento di Pietro Abelardo (docente di teologia e logica a Parigi).
Nel 1145 sale al pontificato il suo discepolo Bernardo dei Paganelli (Eugenio III, 1145-1153) e lui gli manda un trattato buono per ogni papa, ma adattato per lui, con l'invito a non illudersi su chi ha intorno: “Puoi mostrarmene uno che abbia salutato la tua elezione senza aver ricevuto denaro o senza la speranza di riceverne? E quanto più si sono professati tuoi servitori, tanto più vogliono spadroneggiare”. Eugenio III lo chiama poi a predicare la crociata (la seconda) in difesa del regno cristiano di Gerusalemme ma l'impresa fallirà davanti a Damasco.
Abbiamo di lui 331 sermoni, più 534 lettere, più i trattati famosi: su grazia e libero arbitrio, sul battesimo, sui doveri dei vescovi...e gli scritti su Maria madre di Gesù che egli chiama mediatrice di grazie.
Momenti amari negli ultimi anni: difficoltà nell'Ordine, la diffusione di eresie e la sofferenza fisica; muore per tumore allo stomaco à Ville-sous-la-Ferté il 20 agosto 1153.
È seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno dispersi; tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.
È seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno dispersi; tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.
Canonizzato nel 1174 da Papa Alessandro III (Rolando Bandinelli, 1159-1181), fu dichiarato Dottore della Chiesa da Papa Pio VIII (Saverio Castiglioni, 1829-1830) nel 1830.
Significato del nome Bernardo : "ardito come orso" (tedesco).
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