In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La precisazione di Gesù sull’osservanza di quanto insegnavano scribi e farisei era ovviamente opportuna, in quanto quelli effettivamente insegnavano le Scritture. Oggi non è più così, lo preannunciò già San Paolo: “Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole” (2 Tim 4,3-4).
Quello che prospetta San Paolo è un nuovo corso all’interno del Cristianesimo, in cui la maggior parte non cerca più la Verità del Vangelo, non desidera iniziare un cammino di conversione e di santificazione, ma di vivere secondo le proprie voglie.
Non più il Vangelo secondo Gesù, ma secondo se stessi. Un nuovo vangelo…
È una mentalità oramai estesa ovunque, non riconosce l’autorità Papale, non crede nella morale cattolica. Considerano la loro morale come la migliore e ovviamente la più conveniente, quindi ognuno ha la sua morale, ognuno ha il suo vangelo, che scrivo minuscolo.
Come naturale conseguenza si cerca un confessore moderno, che chiude entrambi gli occhi su ogni forma di peccato e forse favorisce determinati peccati. Viene trasformato il Sacramento della Confessione in una complicità di intenti, Gesù non è presente e neanche la sua Legge morale.
La grandezza della Confessione viene svalutata inesorabilmente, si perde la stessa idea della Grazia di Dio oltre il rifiuto di considerare peccati i comportamenti immorali.
Questi cristiani cercano quindi maestri secondo le proprie voglie, ma San Paolo esorta ogni Sacerdote: “Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi il tuo ministero” (2 Tim 4,5).
“Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono”, ma occorre valutare attentamente i consigli che si ricevono, perché siano conformi al Catechismo della Chiesa Cattolica.
“ …ma non agite secondo le loro opere”, purtroppo avvengono molti scandali e i mezzi di comunicazione li fanno conoscere. Anche qui però si può notare il vero seguace di Gesù da chi invece ha una Fede tiepida o paralizzata. Chi ama Gesù vuole conoscere la verità per agire di conseguenza, per evitare di rivolgersi ad un confessore modernista che non segue il Vangelo. Conoscere è importante per saper scegliere ed amare.
“… perché essi dicono e non fanno”, lo afferma proprio il Signore. Dare un buon consiglio agli altri e poi vivere l’opposto è uno scandalo per i fedeli. I cattolici vogliono vedere innanzitutto il buon esempio, la pratica di quanto viene predicato. Allo stesso modo i non credenti vogliono vedere dai cattolici laici la pratica delle virtù e degli insegnamenti di Gesù.
Il mondo chiede il marchio di credibilità e sono le buone opere, alimentate dall’amore e dalla verità.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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