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mercoledì 19 ottobre 2011

1138 - Commento al Vangelo del 19/10/2011

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’Uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È una Parola molto impegnativa, per comprenderla occorre un ulteriore aiuto da parte dello Spirito Santo. Vediamo di approfondirla e di focalizzare i punti centrali, ma il più centrale rimane questo: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto”. Ci arriverò più avanti.
Prima vediamo come la nostra vita è in realtà una missione, siamo chiamati a vivere il Vangelo oltre al fatto che ognuno di noi è chiamato a grandi cose. Gesù è il modello perfetto, in Lui si è adempiuta perfettamente la volontà del Padre. Per noi non è così, non tutti e non allo stesso modo obbediamo alla volontà di Dio. Lo vediamo nel Vangelo di oggi.
I due servi del Vangelo si comportano diversamente uno dall’altro. Ammiriamo il servo vigilante che rimane in attesa dell’arrivo del suo padrone, quindi è fedele al mandato ricevuto dal padrone. È un servo che ha interiorizzato bene i comandi espressi dal padrone e non agisce arbitrariamente, non calpesta gli ordini ricevuti dal padrone. È proprio un servitore modello, riesce a far fruttificare i suoi talenti, come ci viene spiegato in un’altra parabola.
Ma c’è anche il servo irriverente e corrotto, non ha assolutamente assimilato i comandi del padrone ed agisce con molta libertà, o meglio trasgressività. Non ha compreso che il padrone ha avuto fiducia in lui e lo ha incaricato di compiere determinate opere.
Pensa di non essere visto dal padrone perché lontano e comincia a vivere in piena contrapposizione ai comandi ricevuti. La sua stupidità lo farà scoprire come servo infedele e per questo subirà una pesante condanna.
Questo è anche l’agire di molti cristiani che dimenticano Dio, Lo immaginano lontano e si lasciano andare a comportamento frivoli e ingenui. Ma c’è anche la malizia e la fame del peccato, del piacere di vivere nella trasgressione morale.
Non è lontano Gesù, Egli non si allontana mai, è l’uomo che si allontana quando sceglie e adora il peccato.
Gesù in altre parti del Vangelo ci spiega che non si entra in Paradiso solo ripetendo Signore, Signore, è indispensabile la fedeltà alla sua Parola che ci permette di indossare l’abito bianco della Grazia. L’unica occasione che ha l’uomo nella sua vita di non ricevere discriminazioni, è nel Giudizio davanti a Gesù. in quel momento nessuno potrà richiedere aiutini, favori e spintarelle, sarà giudicato come si troverà davanti a Dio.
E tutti riceveremo lo stesso trattamento da parte del Giudice misericordioso, ma dipenderà dai peccati e dalla vita santa dannarsi eternamente o entrare nella Gloria del Cielo.
Appurato che in Cielo si entra corrispondendo alla Grazia di Dio, rimane chiaro il concetto che si deve rispondere a questa Grazia con una vita operosa, zelante. Il Signore ci concede fiumi di Grazie nella nostra vita, cerca in molti modi di attrarci a sé e di vivere felicemente servendo Lui, ma spesso tutto è inutile. Le Grazie si perdono e i superficiali si smarriscono.
Tutta la Grazia che Gesù ci dona richiede indubitabilmente una corrispondenza, che non sempre è perfetta o piena, anzi è quasi sempre difettosa. Il Signore però guarda l’intenzione, il desiderio di come si vuole compiere, l’amore che si mette in un’opera. Ma l’intenzione non è tutto, perché l’intenzione può essere buona e la disponibilità scadente.
Ciò che è sicuro è il nostro dovere di corrispondere alla Grazia di Dio.
Questo avviene nella libertà, nessuno è obbligato ma chiamato. E a tutti noi cristiani sarà chiesto più dei non credenti, perché abbiamo avuto la sorte della Fede, abbiamo conosciuto il Vangelo e la Tradizione cattolica di duemila anni. Più ci è stato donato, più ci sarà chiesto.
Possiamo comprendere cosa ci ha donato Dio con il Battesimo e la Grazia sacramentale, lo stato spirituale che è un miracolo per se stesso. In misura proporzionata Dio ci chiederà cosa abbiamo fatto dei suoi doni, ci sarà chiesto quando e in che modo abbiamo vissuto i valori cristiani.
Abbiamo più responsabilità noi davanti a Gesù che un pagano che non conosce Dio.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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